Me lo sono immaginato più di una volta come potrebbe essere il servizio Sottofondi à la carte. Nel mio ristorante dei sogni, la soluzione è una playlist stampata su un foglietto con qualche centinaio di titoli disponibili e i quadratini per le crocette a fianco: un frego su quelle che ti piacciono, e nel corso della serata ascolterai le tue canzoni. Plausibile, ma con alcuni effetti collaterali: infliggerai le tue scelte al prossimo, e dovrai sorbirti le sue. Metti che ci sia un fan di Laura Pausini o di Biagio Antonacci e ti si potrebbe bloccare la digestione di colpo, vanificando le preparazioni dello chef.
Allora, spingiamoci oltre.
La grande sala da pranzo è suddivisa in graziose stanze protette da materiale fonoassorbente, ognuna attrezzata con un piccolo ma efficiente impianto di alta fedeltà: il maitre raccoglie la comanda, il sommelier suggerisce la degustazione a calice, e il disc-jockey discute con voi la selezione musicale da abbinare ai piatti. Che nel ristorante dei sogni, ovviamente, sono piatti da sogno, gli indimenticabili, quelli che ti porteresti nell’isola deserta. Ecco i miei:
1 – Gamberi Rossi con Piselli Ghiacciati di Aurora Mazzucchelli del Marconi a Sasso Marconi (BO) con A Day in the Life dei Beatles. Cruciale incontro del gelo con la polpa dolce-non dolce del crostaceo. Pari pari l’attacco dei Beatles che sembra caramello ma dopo: “oh, boy” il dolce sparisce e resta il dubbio. E il dubbio è più saporito nelle notti d’inverno.
2 – L’animella di Cristina Bowermann di Glass Hostaria a Roma con I can Hardly Wait di PJ Harvey. Perché la voce di Polly Jean è passione sgrammaticata, quasi bestiale. Come addentare frattaglie. E quelle intermittenze, hm, prima carezzevole poi ruvida, hm…
3 – Linguine aglio olio peperoncino di Mauro Uliassi del locale omonimo a Senigallia con Stelle Buone di Cristina Donà. Perché in apparenza niente è più *normale* di una ballata con la chitarra frim frim e la voce aggraziata di una donna: ma ascolta la perfezione dei testi: ripiegate le labbra /e tornati al colore di prima /guardo fuori ed è l’alba. Dice tutto con niente.
4 – Canederli e Goulash di Armin Mairhofer dell’Anna Stuben a Ortisei con Lover’s Spit dei Broken Social Scene. Perché mettere l’amore dentro una canzone richiede coraggio. Come mettere i canederli nell’alta cucina.
5 – L’Essenza di Niko Romito del Reale di Rivisondoli con Anywhere I Lay my Head di Tom Waits. Perché i sapori abruzzesi sono tutti nel piatto come gli ottoni sparati in primo piano e contrastati dalla voce rotta di Tom. Due miracoli di grammatura.
Questa è la mia. Ora tocca a voi. Scrivete la food-playlist da isola deserta scegliendo piatti e musica. E magari, cosa vi spinge a metterli insieme.