Cari i miei piccoli lettori, buona domenica. Abbiamo un nuovo appuntamento settimanale per patiti dei ristoranti, e in seconda battuta, per i curiosi che potrebbero sedere presto ai rispettivi tavoli. Sarà controtendenza, ma a farla sono i pareri degli esperti che scrivono per giurassici quotidiani e settimanali di carta raccolti per voi da Dissapore.
GIANNI MURA: SORPASSO, via Properzio, 31-33 – Roma.
“Diffidiamo, in genere, dai posti modaioli, e questo senz’altro lo è, a giudicare dall’affollamento”, attacca Gianni Mura su Venerdì, allegato di Repubblica, plaudendo però all’orario lungo del locale e alla varietà dell’offerta. Aperto da un anno, Il sorpasso è una costola dell’enoteca Passaguai, con grande attenzione per la carta dei vini e la selezione di salumi e formaggi, cui è dedicato un apposito vano oltre l’ingresso a destra.
Stando al barbuto critico “Il modello è quello del bistrot parigino: sedie spaiate, tavoli piccoli (forse troppo), lavagna con le proposte del giorno, insomma un bric à brac che fa atmosfera”.
SORPASSO SI’. Pizza e fojje, pizzella di granturco ripassata in padella con verdure di campo. Rigatoni all’amatriciana con guanciale di Sauris. Il cannolo siciliano espresso (“più votato tra i dolci”).
SORPASSO NO. A volte si rimpiange che non ci sia un interruttore per abbassre il volume della musica. Gli spaghetti ajo, ojo e acciughe del Cantabrico sono da rivedere, o meno aglio o più acciughe.
CONTO. 30-35 euro, vino escluso.
MARCO BOLASCO: LOCANDA DELL’OLMO, Piazza Mercato, 6 – Bosco Marengo (Alessandria).
“Trattoria semplice”, chiarisce subito il direttore editoriale di Slow Food, che per dirci quanto la Locanda dell’Olmo, nella piazza del mercato di Bosco Marengo, rappresenti una felice sintesi tra Piemonte e Liguria fa uso di un lirico incipit.
LOCANDA DELL’OLMO SI’. Lasagnetta con il pesto (“leggerissima”), frittini di zucchine con i fiori, acciughe fritte (“meravigliose”).
LOCANDA DELL’OLMO NO. Niente da segnalare.
CONTO. Non segnalato.
ANTONIO SCUTERI: TRATTORIA DEL NUOVO MACELLO, via Cesare Lombroso, 20 – Milano.
“Adeguati ai tempi e mai eccessivi” i prezzi dell’ex mensa popolare trasformata in “uno dei posti giusti” di Milano, secondo Antonio Scuteri di Repubblica. In cucina tradizione ingentilita e mai tradita.
TRATTORIA DEL NUOVO MACELLO SI’. I classici milanesi da manuale. Risotto ai pistilli di zafferano e monumentale cotoletta di vitello in versione alta, succosa e rosa al cuore. Il riso che torna sotto forma di dolce: riso freddo mantecato con salsa di cioccolato bianco.
TRATTORIA DEL NUOVO MACELLO NO. Poco intensi gli gnocchi di pane integrale in salsa di cozze, cantina non molto ampia, andate muniti di contante, non vengono accettate né carta di credito né bancomat.
CONTO: al di sotto dei 50 euro.
ENZO VIZZARI: PASTICCERIA GIORGIO, via Duccio da Boninsegna, 36 – Firenze.
Sulle prime mi sono detto, con tutto che capisco la crisi, se mettersi a fare recensioni di pasticcerie non fosse eccessivo, specie per Enzo Vizzari, il reuccio dei critici nostrani. Poi mi sono ricordato che Giorgio, pasticceria da oltre 50 anni a Soffiano, quartiere di Firenze lontano dal centro turistico, offre un “confidenziale angolo gourmet” (definizione del reuccio).
Descritta la pasticceria con gran spreco di aggettivi altisonanti: “sontuosa”, “irresistibile”, “rutilante”, Vizzari si rivolge a “chi sa”, ovvero la piccola folla di iniziati che all’ora di pranzo si accomoda nell’ex retrobottega della pasticceria, ora saletta da pranzo sofisticata “con poltroncine capitonné rivestite di pelle verde scuro, lampadari veneziani, tovaglie di lino, e una vera cucina di pesce”.
PASTICCERIA GIORGIO SI’. L’accattivante “vecchia” cucina, consigliata ai nostalgici di vaporata di mare, spaghetti con le arselle e aragosta alla Thermidor. Con i dolci che, per logica della catena aggettivale, non possono che essere “opulenti”.
PASTICCERIA GIORGIO NO. La cucina old style, senza tocchi di creatività, vanto e limite della casa. Il conto equo ma non leggero.
CONTO: almeno 60-70 euro.
E per finire, la vostra personale classifica della classifica degli esperti. Vale un solo criterio: quanta voglia di provare il ristorante vi è venuta leggendo la recensione. Diciamo meglio: in quale di questi locali andreste subito e quali invece possono attendere?