Non si può dire che il Campionato della pizza di Dissapore odori di una certa fretta. Ormai a un passo da sgombrare la scena, si è preso 11 mesi per arrivare alle due finali, una per la Campania, l’altra per il Resto d’Italia, che vedremo (forse) la prossima settimana. Nel frattempo, ecco un’altra pizzeria che merita attenzione, si chiama Grigoris, e per trovarla, persa com’è nell’entroterra della terraferma veneziana, serve una piccola impresa. Ma il posto è bello, molto moderno, affollatissimo e per questo, possibilmente, da evitare nel fine settimana.
La pizza napoletana come le conosciamo non abita qui. Ristorante ma soprattutto pizzeria, Grigoris è specializzato in pizze del Nord (è ufficiale, ci serve una definizione meno scontata di “gourmet”), quelle, per intenderci, ideate in Veneto da Simone Padoan (I Tigli) e Renato Bosco (Saporè).
Subito all’ingresso, il forno a legna sormontato da un cartello rimanda il mantra del locale, dove si usano solo farine macinate a pietra con grano italiano e le lievitazioni dell’impasto con pasta madre durano almeno 48 ore. Il menu è tutto un fiorire di chiocciole Slow Food, con prodotti più o meno famosi, e un elenco di fornitori griffati (lo trovate anche sul sito) degno della wishlist di ogni gastrofanatico che si rispetti. Guanciale di cinta senese di Paolo Parisi, mortadella Bonfatti, salsiccia rossa di Castelpoto, fagiolo Gjalet di Isabella Rinaldi, e malgrado ciò –cosa davvero degna di nota– i prezzi restano umani: 5,50/9€ per le pizze classiche, 8/10€ per le più raffinate.
Chiediamo due pizze, entrambe con una base di pomodoro San Marzano DOP, la prima con cipolla di Tropea e filetti di tonno del Mar Cantabrico, l’altra con capperi di Salina, fiordilatte di Agerola, origano selvatico e alice ‘masculina da magghia’ del Golfo. Il prezzo è identico: 9,50€.
Perfettamente cotto, il disco è di dimensioni medie con cornicione alto e molto alveolato. L’impasto è morbido, poco spugnoso, delicatamente profumato dalle farine integrali.
Con un servizio preciso e rapido arrivano in tavola le birre alla spina boeme, ottime come la lista di bottiglie artigianali (Hy, 32, Birra del Borgo, Iki, Mathias Muller, Pausa Caffè carcerario). Pochi inciampi nei dolci decantati dagli estatici vicini di tavolo. Se il tiramisu leggermente destrutturato, servito dentro una scenografica palla di plastica, con soffice savoiardo di Fonni è tutto sommato dimenticabile, stuzzica e piace il sorbetto di fragole con riduzione di aceto balsamico, sormontato di fragole fresche zuccherate e un filo di limone (alla faccia della stagione).
Nella stessa carta anche meringate, cheesecake, gelato al croccantino con mandorle di Noto e biscotti con lo zibibbo (tutti a 4,80€), oppure la scelta small (a 3€) con cestini al cioccolato o sorbetti di limone Bio siciliani.
Che piaccia o meno, le nuove pizzerie sono queste, niente a che vedere con i locali pulciosi di un tempo, la cui cucina rappresentava un attentato alla nostra salute. E’ subentrato un nuovo modello, migliore sotto molti punti di vista, inclusi i risultati di gestione. Oggi e qui, da Grigoris, ricerca della qualità e prezzi sotto controllo pagano. Giovedì sera, locale strapieno, doppi e tripli turni. E’ così che va.
Grigoris Ristorante Pizzeria
Via Asseggiano 147 Chirignago Venezia
Tel. 041 915501
[Crediti | Immagini: Andrea Soban]