Estate=vino bianco? L’equazione va da sé, eccetto alcuni casi tra cui annovererei i malati del tannino (gente che ti sfoggia il rosso anche a 35 gradi), la nuova leva di chi ama i rosati e naturalmente la sangria. Temuta e guardata di sbiego dai fanatici del vino, quasi quanto è amata da chi ha una forte passione per le feste e la nightlife.
Ma non solo. Avete letto il nostro post su che cosa si mangiava, si mangia e si mangerà durante i Mondiali di calcio Brasile 2014. Nessuno ci ha fatto notare che abbiamo dimenticato un invitato di tutto rispetto. La sangria, appunto.
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Chi è in cerca della ricetta perfetta la trova qui, attrezzatevi con Ciclope in arrivo si andrà oltre i 30 gradi. Quello che ci preme oggi, invece, è assicurarvi un mini vademecum per fare la sangria con il vino giusto.
Sbagliate a pensare chissenefrega del vino, tanto poi ci metto lo zucchero, scegliendo quello giusto il gusto aumenta. Due le scuole di pensiero: per alcuni deve essere giovane, fresco, non eccessivamente tannico. C’è invece chi non disdegna i muscoli e cerca, soprattutto in terra sarda, un buon Cannonau. O molti vini del sud morbidi e alcolici.
Di sicuro è meglio non usare vitigni eleganti e austeri come Nebbiolo, Pinot Nero e Sangiovese.
Confusi? Eccovi 5 vitigni facilmente reperibili cui non potete sbagliare.
1. NERO D’AVOLA
Il conturbante re della Sicilia ha dominato le tavole e gli scaffali della GDO negli ultimi 15 anni, assecondando al meglio la domanda di rossi rotondi, amabili e fruttati.
In pochi anni ha scalzato il centenario Marsala e, sebbene ora sia seriamente minacciato dall’avanzata dei vini vulcanici dell’Etna, le sue caratteristiche organolettiche che regalano sentori di frutta rossa, unite alla forte tendenza a essere un vino molto alcolico, lo rendono perfetto per la preparazione della nostra sangria.
Il nostro consiglio: Nero D’Avola – Terre Siciliane IGT di Cusumano
2. LAMBRUSCO
Vino sincero che è anche una delle migliori espressioni del territorio in cui nasce, il Lambrusco si adatta a tutto: dai primi ai salumi, alla sangria.
E non solo nella versione dolciastra che ci ha imposto il mercato negli anni, ma in quella storica, tornata alla ribalta grazie al lavoro costante di tanti produttori che si sono impegnati per rivalutare questa tipologia di vino senza svalutarla.
Il nostro consiglio: Il Fondatore di Chieto Chiarli
3. PRIMITIVO
Quello di Manduria, ma non solo. Sempre che riusciate a non berlo tutto prima di finire di preparare la sangria.
Perché al primo assaggio conquista con il suo sapore pieno e vellutato, che si andrà a sposare agli ingredienti dolci e alcolici della sangria, oltre che ai pezzi ( o alle fette) di frutta.
Il nostro consiglio: Primitivo Salento della cantina sociale Cupertinum
4. LAGREIN
Da un estremo all’altro dell’Italia, la spagnolissima sangria si può realizzare rispettando il tanto amato chilometro zero.
Il Lagrein è un vitigno autoctono dell’Alto Adige dalla storia centenaria, molto equilibrato tra morbidezza e freschezza e per questo ottima base per il mix di sapori della sangria.
Il nostro consiglio: Lagrein Dunken Trentino Doc di Cavit
5. MERLOT
Ok, per questa volta il Masseto, Supertucan che nasce da uve 100% merlot e costa più o meno sui 400 euro a bottiglia, ve lo potete evitare.
Meglio virare verso altri lidi, e in Italia c’è l’imbarazzo della scelta, tra Trentino, Veneto, Emilia Romagna e Friuli. La sua nemesi è il Cabernet Sauvignon: il Merlot è la parte rotonda e pienotta, caratteristica che lo rende perfetto per la nostra amata sangria.
Il nostro consiglio: Sante Rosso Igt delle Venezie di Cecchetto.
[Crediti | Link: Dissapore, Corriere, immagini: The Kitchn]