Caro Dissapore,
ho 28 anni e ti leggo sempre. Ti scrivo perché ho una passione travolgente che ho finalmente deciso di trasformare in professione: voglio diventare chef. Cucino ormai da sei mesi, seguo tutti i programmi di cucina in TV e conosco a memoria i nomi degli autori di Masterchef Italia. Attualmente sono funzionario di banca ma sono convinto che facendo il cuoco, magari con un paio di stelle Michelin, riuscirei a guadagnare di più. Puoi darmi qualche consiglio?
Un affezionato lettore.
Caro Affezionato lettore,
Beh, grazie per aver scritto. Colgo l’occasione per farti vedere l’intervista doppia ai due executive chef dell’Enoteca Pinchiorri: ristorante con tre stelle Michelin e una cantina tra le più importanti del mondo. Da oltre trent’anni un vero tempio dell’alta cucina italiana.
Non li conosci? In effetti frequentano poco le trasmissioni televisive che ti piacciono. Loro, sai, dirigono in tandem una brigata di 20 persone e per la maggior parte del tempo stanno in cucina. Sì, caro Affezionato, perché le cose non stanno proprio come pensi tu.
Il mestiere del cuoco, per come lo raccontano in video i due chef, non somiglia, malgrado tutti i paragoni, al patinato mondo delle rockstar in Bragard. Anzi, forse possiamo dire – e vorrei che a questa riflessione si unisse il coro di lettori – che la televisione sta vagamente minando il futuro di questo mestiere e che le conseguenze del falso mito si faranno sentire presto.
Mi spiego: c’è un’orda di giovani che, proprio come te, vorrebbe lavorare in cucina. Perché è fico, perché si guadagnano soldi, perché si viaggia e si rimorchia. Secondo il messaggio che passa attraverso il piccolo schermo, tra top chef, iron chef, master chef, Parodi chef fare il cuoco significa prendere una scorciatoia per il successo. Invece no. E’ un percorso fatto di fatica, privazioni, orari impossibili e annullamento della vita sociale a cui bisogna sottoporsi anche solo per essere assunti nella trattoria sotto casa. Altro che gloria e soldi facili.
Chi la pensa come te, Affezionato, alla prima esperienza in cucina scapperà a gambe levate bestemmiando dopo avere pelato patate per una settimana e umiliato dall’aver dovuto lavare la propria postazione a fine servizio con straccio e scopettone.
Il nostro consiglio, tornando alla tua domanda, è proprio questo: prova. Entra in una cucina professionale, acchiappa coltello e torcione e inizia dalle cipolle, poi vedi come va. E’ l’unico modo per mettersi alla prova ed imparare.
Un ultimo minuto lo voglio rubare ai nostri lettori per un po’ di sana autocritica del venerdì. E’ davvero solo colpa della televisione se il mestiere del cuoco è diventato nell’immaginario così distante dalla realtà o dobbiamo prenderci la nostra parte di responsabilità? E con “dobbiamo” intendo noi blogger, gourmet, cuochi per caso, commentatori di Dissapore, fanatici dell’alta cucina e tutti i devoti della Santissima Stella Michelin? Eh? Dobbiamo?
[Crediti | Video: Lorenza Fumelli]