Genova dice basta, basta e basta: se non la piantate vi pesto!

Genova dice basta, basta e basta: se non la piantate vi pesto!

Ci sono miraggi e miraggi. È quando sei nella galleria del Gottardo, 17 chilometri di buio con la claustrofobia sulla punta della lingua e 36 gradi fuori dall’infernale tunnel, che iniziano i miraggi. Aggiungi che ho fame, un sacco di fame e che il mio compagno di viaggio, in preda ad altrettanti miraggi gastrocentrici, a un certo punto fa esplodere la bomba: “ora mi sto concentrando sui pesti. Ne faccio tanti, tutti diversi“.

Non posso svelare, ovviamente, i segreti culinari dell’amico chef-videomaker (che resteranno nel silenzio omertoso del tunnel), ma da quel momento il nostro viaggio è cambiato. Le autosuggestioni sui pesti più improponibili e più strambi ci hanno tenuti svegli e salivanti fino a casa, e mi hanno ossessionata a tal punto da andare sul web all’una di notte per cercare qualcuno che davvero avesse avuto il coraggio di andare oltre.

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Da questa folle nottata, nasce la mia nuova ossessione per chi vuole trasformare in pesto ogni alimento, convinto che aggiungere noci o pinoli sia la stessa cosa, o che tritare salvia o basilico dia lo stesso risultato in texture.

Scommetto che anche voi, a casa di amici o in qualche ristorante wannabe vi siete imbattuti in un pesto “campato per aria”…

L’IMPROPONIBILE PESTO DI LEGUMI
Tra blog e siti di ricette impazzano il pesto di fave, di ceci, di lenticchie e di piselli. Chi di voi non ha mai pensato di fare un buon pesto di lupini? Un altro vertice di “gastronomia pestata” viene raggiunto grazie al pesto di soia. Ecco, sappiate che se li mescolate tutti insieme potrete anche vantarvi di avere inventato il pesto – ragù – veg – nonmimancanoleproteine.

L’INACCETTABILE PESTO ESOTICO
C’è quello al lime e zenzero che, per la pasta, mi sembra una scelta piuttosto azzardata, ma c’è anche quello all’avocado (immagino al palato una “pesantezza” simile al cemento, roba da una masticata ogni minuto e mezzo). Per gli amanti dell’esotico e del veg, ecco comparire anche il pesto di tofu: mescolato con la pasta, azzardo, sa di pasta! Già si grida al miracolo!

L’INAMMISSIBILE PESTO VA BENE TUTTO PURCHE’ VERDE
Passi la rucola, la menta, la salvia, passi con riserva il pesto al rosmarino e all’origano. Non riesco a farmi piacere, invece, l’idea del pesto di lattuga (spiegatemi: più simile al sapore di acqua o di acqua con erba?), ma nemmeno quella del pesto alle cime di rapa, che secondo me rendono già al 100% come ingrediente principe del classico sugo. Perché pestarle (o meglio frullarle?). Perché questo accanimento allo spappolamento della materia?

L’INCONCEPIBILE PESTO DI FIORI EDULI
Li usano i grandi chef, quindi fanno figo. Peccato che loro si limitino a impreziosire e decorare piatti di altra sostanza. Il “pestaro incallito” medio, invece, estremizza tutto e crea, dalla commistione ambigua tra il suo strano palato e la sua diabolica mente, il pesto di violette.

L’INGIUSTIFICABILE PESTO ILLEGALE
“Semi di canapa e basilico” vi dice qualcosa? No, non è un kit di profumazione d’ambiente, ma un nuovo trend dell’ambito pesto-style. E come tutti i trend gastronomici che si rispettino, viene poi declinato in diversi modi: ecco il pesto di semi di canapa e rosmarino, quello di semi di canapa e girasole e il pesto di canapa bio. Non ci facciamo mancare proprio nulla.

INFINE: IL PROFILO DEL “PESTARO”
Difficile stilare un preciso ritratto del onni-trasformatore di alimenti in pesto. Direi: più spesso donna, più spesso vegetariana, più spesso folle. Non dite che avete anche voi folli ricette con il pesto?