Nelle settimane precedenti alla sua morte, Stefano Bonilli, il fondatore del Gambero Rosso, stava lavorando a un progetto che avrebbe coinvolto molti di noi che scriviamo di cibo, in rete e sulla carta.
Nell’aprile scorso aveva pubblicato un post sul suo Papero Giallo intitolato “Per una nuova editoria enogastronomica” dove segnalava, con la puntualità che gli era propria, i grandi problemi del settore: la frammentazione, la mancanza di editori disposti a fare reali investimenti, l’incapacità degli editori tradizionali di fare innovazione tecnica e contenutistica – ma un bigino è poco utile, leggete il post qui.
Il post si concludeva proponendo una riunione “nella quale discutere con chi è impegnato in iniziative nuove in Italia e all’estero e dove ascoltare chi ha già dato vita a progetti innovativi non solo nel mondo del food”. La data si era poi trovata, il 20 e 21 settembre: da un giorno erano diventati due, e da riunione era diventato un progetto di tale portata da essere rapidamente soprannominato gli Stati Generali del settore.
Noi, insieme ad altri, eravamo destinati a essere tra gli ospiti, per raccontare Dissapore. Massimo Bernardi, l’editore, sarebbe stato intervistato da Antonio Scuteri, de La Repubblica. Quando i due si sono parlati, hanno concordato sul fatto di sentirsi vincolati a portare avanti questo progetto.
Lo stesso pensiero che hanno avuto in tanti, tra cui Ilaria Mazzarotta sul suo blog Comfort Foodie:
mi chiedevo come proseguirà la cosa perché trovo che potesse essere un punto di svolta e di inizio per chi di cibo vuole continuare a parlarne, con qualunque mezzo (…), ci contavo in quell’incontro e so che ne sarei uscita ispirata, come mi è capitato nelle poche ma intense occasioni che ho avuto di stare a chiacchiera con Stefano e con chi come lui sapeva raccontare il cibo.
L’organizzazione del convegno era in mano soprattutto a Stefano oltre al professor Max Bergami di Alma Graduate School, e agosto è un periodo complicato per prendere le fila di un progetto che così tanto dipendeva da chi l’aveva immaginato.
Ma a noi è parso subito importante che questa riunione si tenesse, possibilmente nelle stesse date in cui era prevista, e che vennisse dedicata a Bonilli.
Lo considera un impegno anche Max Bergami, che abbiamo sentito, e che ci ha detto:
“Faremo il convegno, così come Stefano lo aveva pensato. Ovviamente senza di lui sarà diverso, ma negli ultimi mesi abbiamo parlato a lungo di questo tema e credo che riusciremo a muoverci nella direzione che ha indicato.
Abbiamo fatto il punto con le persone che stavano lavorando al progetto insieme a Stefano, Elisia Menduni, Marco Bolasco, Ludovica Leone, Daniela Pirani, Roberto Grandi e il sottoscritto. In sintesi:
– il programma è praticamente definitivo (mancano un paio di messe a punto, ma il lavoro di progettazione era ormai completato)
– la comunicazione sarà guidata dalla Gazzetta Gastronomica e sarà coordinata con la nostra Business School
– a inizio settembre pubblicheremo programma e modalità di partecipazione
Questo post è il nostro modo di tenere vivo il progetto di Stefano Bonilli e di rispondere ai tanti che ci hanno chiesto “e adesso, che fine farà il suo progetto?”.
Il convegno si farà e sarà un’opportunità per tutto il settore, oltre al modo migliore, ci pare, per ringraziare Stefano Bonilli per tutto ciò che ha fatto per l’editoria gastronomica negli ultimi trent’anni.
[Crediti | Link: Gazzetta Gastronomica, Comfort Foodie, Alma Graduate School, immagine: Stefano Caffarri per Il Cucchiaio]