È arrivata l’estate, una stagione che rende me malmostosa e insofferente e i creativi delle agenzie pigri e indolenti. Una combinazione che, lo avrete intuito, non può non essere foriera di conseguenze.
Succede che Parmalat lancia un nuovo latte scremato (non bevete latte scremato, vi farà ingrassare) della sua linea UHT (non bevete latte UHT, non ha un buon sapore): si chiama “Magro con Gusto” (quando uno è genio del branding, bisogna riconoscerglielo) e, dice il sito, “Non si tratta di un semplice latte magro: grazie all’aggiunta di proteine del latte, infatti, si ottiene un risultato ottimale sia dal punto di vista nutrizionale che del gusto, che risulta più ricco e pieno”.
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Come fare una bella campagna pubblicitaria a costo zero, si domanda l’azienda? Nell’agenzia pubblicitaria sono già tutti in vacanza, è rimasto solo lo stagista che, in preda al panico, suggerisce un’iniziativa con ambizioni viral su Facebook: chiediamo agli utenti di farsi un selfie con la bottiglia da un litro.
“Geniale!” risponde l’azienda, dove è rimasta solo la centralinista e un ragioniere “Un’idea rivoluzionaria!”
Nasce così Selfie con Gusto (lo so, lo so).
Le regole: compri una bottiglia di Magro con Gusto da 1 litro, ti fai un selfie in cui compare la bottiglia, il tuo selfie finisce sul sito e sulla pagina Facebook, gli utenti votano i selfie, i selfie più votati vincono un weekend a Bormio e un iPod Nano (lo so, lo so).
Ora, io rispetto le scelte di ciascuno ma ritengo che il giorno in cui uno si trova a dedicare il suo pomeriggio a votare i selfie di gente che posa con una bottiglia di latte è ora di ammettere a se stessi di avere troppo tempo libero. Suggerisco attività alternative di maggiore dignità: fare volontariato nel canile locale. Intraprendere una relazione adulterina con un cognato. Truffare gli anziani porta a porta sostenendo di essere tecnici del gas.
Qui un collage di foto.
Ho quindi portato il mio scontento in redazione a Dissapore e, su suggerimento dell’editor Letizia Re, subito abbiamo deciso di lanciare la nostra campagna social personale, dal titolo #SelfieConDisgusto. La campagna ha avuto un successo straordinario, certi KPI da far schiumare di invidia il Direttore Marketing di Parmalat: abbiamo tutti posato con l’alimento più trucido trovato nelle nostre dispense.
In ordine di arrivo delle foto:
Adriano Aiello: Titolo dell’opera: “Fame chimica”. Tecnica: olio su canottiera.
Massimo Bernardi: una rara immagine del nostro editore, mentre magnifica con sguardo eloquente il “nuovo tappo sempre pulito” del suo ketchup.
Sara Porro: Qui ci sono io che mi domando se anche quando mangi i Fonzies Choco ti devi leccare le dita oppure se sei esentato
Cristina Scateni: una duckface che neanche Lana del Rey.
Francesca Romana Mazzadri: “Analisi sensoriale – al primo morso, le fette di formaggio fuso sanno abbastanza di plastica, la confezione un po’ meno”.
Letizia Re: conia uno slogan ad hoc: “La vita è troppo breve per non provare i nuovi gusti ESTARthè limited edition”
Luca Sessa: Poker di wurstel, che ci ricorda che “Il frigo è come una partita a poker: non puoi bluffare per sempre”.
Carlotta Girola: con la mignon di Tavernello, vertice di tutto ciò che c’è di inopportuno al mondo.
Rossella Neiadin: “Weight Watchers: peggio del tonno in scatola c’è il tonno al naturale in scatola”.
Fabio Cagnetti: o della tirannia della maionese
Rossella Neri: con i borlotti di giornata (una giornata di anni fa)
Sentitevi liberi di inviarci i vostri #SelfieConDisgusto sui social, tramite la pagina Facebook o su Twitter chiocciolando l’account @dissapore. I migliori vinceranno un soggiorno estivo a Cernusco sul Naviglio, sul divano di Adriano Aiello, e via ci metto anche il mio iPod – del resto non lo uso dal 2007.
[Crediti | Link: The Atlantic, Parmalat]