Roma: viaggio nel pianeta gelato artigianale con presunzione di top ten

Roma: viaggio nel pianeta gelato artigianale con presunzione di top ten

Un tempo si chiamava staycation ed era una cosa alla moda, ti godevi la città semideserta e riallocavi i risparmi per le ferie in periodi meno affollati. Ora la crisi e il tormentone estivo “Resto a Roma” hanno reso le vacanze in città un fenomeno di massa. Altro segno dei tempi: non si litiga più per ristoranti da 50 o 100 euro, ma per le pizzerie e gelaterie di fiducia. Niente in città scatena più discussioni tra gourmet e aspiranti tali.

A far classifiche ci hanno provato in tanti, ma troppo spesso mi è capitato di leggere incomprensibili esclusioni o inclusioni: allora ce lo accolliamo noi l’incarico di tenere vivo il dibattito culturale, niente gelato Dukan ma la top ten definitiva delle gelaterie romane.

gelato alla gelateria dei gracchi roma

10:  Gelateria dei Gracchivia dei Gracchi, 272 (Prati), Viale Regina Margherita, 212 (Trieste).
Alberto Manassei è uno dei mastri gelatai di Roma, alla guida del più antico tra i laboratori di questa classifica. Il classico gelato “come una volta”, che gode di una nutrita e comprensibile schiera di aficionados. Cavalli di battaglia sono pistacchio e nocciola, probabili se non sicuri vincitori di un sondaggio sui loro migliori interpreti in Urbe.

Gourmandise, gelato, roma, gusti 9: La Gourmandisevia Cavallotti, 36/b (Monteverde).
In un’oasi del gusto come Monteverde non manca nulla, se non il parcheggio, neanche una delle migliori gelaterie della capitale. Dario Benelli parte da un approccio al gelato raffinato e colto, il risultato sono ingredienti ultra selezionati e abbinamenti ragionati tra cui è obbligatorio citare il fiordilatte al finocchio selvatico e caffè, il limone al basilico e l’arancia rossa all’olio d’oliva.

settimo gelo gelato a roma8: Al Settimo Gelovia Vodice, 21 (Prati).
Se avete la sensazione che la mappa delle migliori gelaterie romane penda un po’ a ovest non state sbagliando: sulla riva destra del biondo Tevere va segnalato anche il laboratorio di Mirella Fiumanò, autodidatta del gelato che si è conquistata con i fatti il posto al sole che le stiamo assegnando. Nessun compromesso sulla qualità, materie prime sceltissime, il vanto dei coni senza glutine e sorbetti di qualità eccelsa, su tutti quello alle castagne.

vice, v-ice, gelateria, gelato, roma7: V-Icevia Gregorio VII, 385 (Aurelio).
La creatività al potere: se Fabio d’Angelantonio fosse lo chef di un ristorante gourmet, sarebbe Adriano Baldassarre (fantasioso chef del Vallefredda Resort di Antonello Colonna, per i non romani). Allacciate le cinture prima di entrare nel regno del gelato salato, con una miriade di accostamenti arditi e l’invenzione del finger food frozen. Imperdibile per gli amanti delle contaminazioni e del famolo strano, ma con classe.

mela e cannella6: Mela e cannellavia Oderisi da Gubbio, 71 (Marconi).
Davide Montironi, altro allievo che è riuscito a superare il maestro. Scuola Gracchi (vedi posizione n°10), nell’ormai remoto 2004 apre il suo laboratorio nel quartiere Marconi. Grande attenzione a ingredienti, lavorazione e la giusta dose di creatività l’hanno resa una presenza obbligata in ogni classifica di gelaterie con presunzione di definitività. Specialità della casa i gelati a base di frutta: il gusto eponimo è il cavallo di battaglia, ma pera e coriandolo e crema ai limoni di Sorrento non sono da meno.

claudio torce gusti di gelato via della aeronautica5: Il Gelatoviale dell’Aeronautica, 105 (Eur), Viale Aventino, 59 (Aventino), Piazza di Monte d’Oro, 91-92 (Centro storico), Via Stoccolma, 7 (Eur), Viale Prassilla, 39 (Casal Palocco), Viale delle Repubbliche Marinare, 101 (Ostia), Centro Commerciale Roma Est (Lunghezza), Piazzale Lagosta (Milano).
Ed eccolo qui, il maestro Claudio Torcè, colui che ha rivoluzionato il mondo del gelato a Roma. Correva l’anno 2003, e la gelateria di viale dell’Aeronautica segnava un punto di non ritorno per la scena capitolina. La sfida dei cento gusti, felicemente vinta, e la lucida follia del salato di cui è stato apripista; gelataio dal 1984, qui ha alzato la posta diventando subito una case history. Poi i punti vendita si sono moltiplicati, e ora sono sette a Roma e dintorni più uno a Milano. La domanda resta quella: Torcè fa troppo gelato per mantenere gli standard qualitativi che l’hanno reso celebre? Forse. Diciamo che la qualità media resta elevata con vette nell’assoluto, ma capitano qualche giro a vuoto e qualche cristallo di ghiaccio che non dovrebbe esserci. Peccati veniali, se guardiamo a queste gelaterie come al più felice compromesso tra qualità e quantità.

fatamorgana, gelateria, roma, gusti4: Fatamorganavia Lago di Lesina, 9/11 (Salario), via G. Bettolo, 7 (Prati), piazza degli Zingari, 5 (Monti).
Restano tre le gelaterie che fanno capo a Maria Agnese Spagnuolo, con la chiusura del punto vendita di via Ostiense e l’apertura di quello al rione Monti. Aumentano le quantità prodotte, ma la qualità non sembra risentirne, forse qualche alto e basso sulla consistenza ma va detto che per ragioni logistiche il numero di prove sul campo è superiore a quello delle altre gelaterie. La Spagnuolo (altra allieva di Claudio Torcè) ha stabilizzato i gusti su un livello di creatività medio-alto, ma con garbo, creando nel tempo una serie di classici tra cui Zabaione della fata, cioccolato Kentucky, Basilico noci e miele.

Gori, gelato, roma3: GoriPiazza Menenio Agrippa, 8b-8c (Montesacro).
Enrico e Francesca Gori: due fratelli sul terzo gradino. Anche qui scuola Torcè, a conferma che qualche volta gli allievi superano i maestri. Effetti speciali praticamente a zero, solo una gelateria di quartiere che, visita dopo visita, continua a dare risultati formidabili per la qualità del prodotto, specialmente alla voce creme. E allora, che posto al sole sia.

Marco Radicioni, Otaleg roma2: Otalegvia dei Colli Portuensi, 594 (Portuense).
Ne abbiamo parlato subito, ed era doveroso. Il laboratorio di Marco Radicioni, ufficiale di lungo corso nell’esercito della gastronomia di livello, già spalla del sommo pizzettaro Gabriele Bonci e poi di Claudio Torcè (vedi posizione n°5), è subito entrato nella classifica del gelato che conta. La lavorazione verticale permette un gelato che non ha eguali per consistenza, poca aria nella massa eppure morbido e cremoso, senza accenni di mappazza. A ciò si aggiungono lo spirito di ricerca e la tensione alla qualità totale, che porta a usare ingredienti ricercati come il Marsala Florio Targa Riserva 1840. E il naufragar m’è dolce in questo “acquario”.

neve di latte, gelateria, roma1: Neve di latte – via Poletti, 6 (Flaminio).
Se stessimo dividendo le gelaterie romane in fasce e questo fosse un post in lingua inglese, non esiterei a definirla tier zero, o, per i francofili, hors categorie. Il gelato di Ermanno di Pomponio gioca semplicemente un campionato a sé. Sarà l’esperienza, la follia, la ricerca spasmodica dei migliori ingredienti possibili, dal latte biodinamico dell’Alta Baviera alle miscele di caffè di Gianni Frasi, passando per il cioccolato di Amedei e le uova di Parisi. Rispetto a quando stava a via Pereira, alla Balduina, e si chiamava Il mio gelato naturale, ha anche riportato sulla terra i prezzi proibitivi anche se linea con la qualità. E se tornassero gusti come il cioccolato Chuao di Amedei o la crema al Bas Armagnac Hine 1959, sarebbero comunque soldi ben spesi. Numero uno, non c’è proprio storia.

Menzioni d’onore: Fiordiluna, I mannari, Origini, Cremeria Aurelia, Fiocco di neve, I Caruso, Come il latte, Fassi, Quadrani, Gelateria del Pigneto. Orfani di Greed, che sarebbe entrata qua sopra ma ha chiuso qualche mese fa. E le catene? Per me Rivareno sopra Grom e Lait.

[Crediti | Link: YouTube, Dissapore. Immagini: GQ.com, Nessun Dove, Senza Panna, Browsing Rome, Americaninrome, Italian Restaurants and Recipes]