Ci siamo, l’estate è alle porte e so che state già pianificando gite fuori porta a Cattolica, Cavi di Lavagna o Rodi Garganico. Ma se anche voi, come me, fate parte della schiera degli indecisi che in spiaggia non sanno mai cosa leggere preparatevi perché —cito testualmente— “il 9 giugno p.v. arriverà in esclusiva in Italia il primo numero della pubblicazione CRACCO by FOUR, una rivista interamente dedicata al grande chef della cucina italiana”.
Ragazzi, è ufficiale: ce lo siamo giocato.
Siccome so che, sotto sotto, siete dei gran masochisti voglio farvi sapere anche che:
“La pubblicazione, curata da FOUR Magazine, offrirà una vasta panoramica sulla figura di Carlo Cracco e del mondo che lo circonda. Verrà distribuita nelle edicole delle più importanti piazze italiane e troverà spazio all’interno dei migliori hotel 5 e 6 stelle, sui jet privati e nelle lounge delle compagnie aeree nei principali scali aeroportuali italiani“.
Insomma, a quanto vedo, un periodico alla mano, poco snob e senza puzza sotto il naso.
Volete sapere qual è la cosa più inqiuetante? Tra pochi giorni è previsto il lancio del primo numero di un’altra rivista per intellettualoidi: “B”, di Barbara D’Urso, che suggestivamente riprende il titolo di “O”, il magazine della altrettanto egocentrica conduttrice, questa volta americana, Oprah Winfrey.
Coincidenze? Casualità? Complotto illuminista? Io non credo.
Unendo i titoli dei tre giornaletti il messaggio è inequivocabile: Cracco, BO(H)!
Boh, mah, beh…perché l’hai fatto, Cracco?
Che il pluristellato e affascinante chef vicentino avesse un debole per le copertine delle riviste questo già si sapeva. Passi quella volta in cui, immolandosi per mostrarci il lato cul-turale del cibo, aveva posando per la cover di GQ (magazine pseudo etero, noto ai più per i suoi interessanti articoli come: “Meglio l’uomo micio o macho?”).
Eppure questa volta non è che stiamo un tantino esagerando?
Credo di non sbagliare dicendo di non essere l’unica rimasta basita vedendo il titolo e la copertina – inquietante forse quanto quella che il Time dedicò a Papa Francesco – del periodico dedicato allo chef.
Suvvia, parlate di cucina e dov’è il cibo? Nascosto nella barba?
E dov’è finito il Cracco che stimavo, che popolava i miei sogni alla 50 sfumature di (risotto) giallo, maneggiando la frusta (da cucina) con maestria. Dov’è il Cracco di allora?
Non riuscendo a darmi pace, ho iniziato a chiedermi da dove potesse derivare tutto questo egocentrismo. E, mentre mi scervellavo, alla ricerca del fil rouge che accomunasse tutte le follie cracchiane, sono giunta alla conclusione che potesse essere vittima di un qualche strano disturbo.
Ora, io, solitamente, quando non sto bene e ho bisogno di una diagnosi precisa mi affido alla sapienza di Google. Il metodo consiste nel gettare in pasto al motore di ricerca tutti i sintomi della malattia. Va bene, lo ammetto, alcune volte al posto di un banale raffreddore mi sono auto-diagnosticata la sindrome da odore di pesce, altrimenti nota come trimetilaminuria, quella di Cotard, o anche la malattia di Pompe.
In ogni caso, siccome vi assicuro che questo è un sistema infallibile tanto quanto il sodio dell’acqua Vitasnella, cioè allo 0,0001%, ho deciso di utilizzarlo anche per capire cosa stia succedendo al nostro un tempo adorabile chef.
Mi è bastato inserire le parole chiave: megalomania, eccesso di autostima, grandiosità, vanità e tombola! Il nostro barbuto chef soffre semplicemente di un brutto morbo chiamato “delirio di onnipotenza”.
Sentite qui e ditemi se non gli calza a pennello:
“Il delirio d’onnipotenza è un’idea falsa ed incrollabile che nasce nella mente di chi ne soffre. Il soggetto disturbato è caratterizzato da un abnorme sentimento di certezza che causa una fase maniacale chiamata grandiosità. La capacità di riflessione e il senso critico scompaiono.
Il soggetto, vivendo qualunque situazione come una sfida, si sente spesso sicuro di se stesso e delle sue decisioni tanto da non chiedersi se queste siano corrette o meno commettendo, così, gravi errori di valutazione di cui non si accorge.
Molto spesso la relazione tra potere e illusione di poter controllare e gestire tutto, contribuisce direttamente anche alla perdita stessa del potere facendo prendere una serie di decisioni sbagliate“.
Questo spiega tante cose, compresa la sua improbabile collaborazione con le patatine San Carlo.
E pensare che voi, maligni che non siete altro, riconducevate tutto al Dio Denaro, senza vedere che dietro tutto ciò c’è solo la sofferenza di una persona fragile schiacciata dalla morsa di un brutto disturbo della personalità.
Non ti preoccupare Cracchy, noi ti capiamo e sappiamo che sei infelice.
Non sono una strizzacervelli, ma se hai bisogno di sfogarti io ci sono. Dai, scendi da quello scomodo piedistallo e torna a farmi sognare di rotolarci insieme su letti di rucola.
[Crediti | Link: Cision, Dissapore. Immagine di copertina: Four]