La World’s 50 Best Restaurants si è da poca conclusa e il Noma di Copenhagen, senza nessuno stupore, è di nuovo il numero 1 del mondo. ll premio, una sorta di Oscar della cucina destinato ai ristoranti, proprio come per gli Academy Award del cinema, ma pure per una semplice partita a Rubamazzetto, lascia tra appassionati e addetti ai lavori uno strascico di polemiche.
Come mettere d’accordo i pareri discordanti e gli animi più tumultuosi? Semplice, stilando la World’s 10 Worst Restaurant che, per la cronaca –dolcezze– non è la classifica delle peggiori bettole in circolazione, bensì quella delle recensioni più crudeli ricevute dai migliori ristoranti del mondo.
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La rivista americana Bon Appetit ha frugato tra le recensioni degli utenti di TripAdvisor, non i più come dire… esigenti su piazza, scovando diverse lamentele. Come ogni supereroe, anche quelli della cucina mondiale possiedono una modesta quota di cittadini scontenti dei loro servigi . E se anche Superman era allergico alla kryptonite, i ristoranti d’elite non sono certo immuni alle valutazioni negative.
L’insoddisfazione nasce da aspettative troppe alte, forse dalla voglia di sminuire un locale per uscire fuori dal coro. Mettiamoci anche che comprendere l’alta cucina non è sempre facile. Mangiare in questi posti è un’esperienza unica, non si tratta semplicemente di far prendere aria al tailleur in taffetà di seta e sfoggiare le perle di fiume. Qui si vivono emozioni forti e si sviene alla vista del conto. Non é roba per tutti!
Ad ogni modo, di seguito potete assaporare le 10 peggiori recensioni dei 10 migliori ristoranti al mondo. Non potevamo che iniziare da:
La colpa del ristorante di Massimo Bottura è di non aver degnamente soddisfatto le esigenze di pretenziosi disegnatori d’interni allergici ai camerieri apprensivi. L’utente Webbpage commenta così:
“Non vedevamo l’ora che arrivasse questa tanto attesa cena. Le aspettative erano alte , ma si è rivelata una triste delusione. Non per sembrare presuntuosi, ma abbiamo familiarità con i ristoranti di questo livello e questo non è stato all’altezza delle nostre aspettative.
Appena arrivati ci hanno fatto prontamente accomodare in un’ordinaria sala da pranzo pervasa da un’illuminazione molto forte con led puntati negli occhi, più adatta a uno studio medico che a un ambiente con pretese di raffinatezza. Inoltre, non sono camerieri che ti versano l’acqua o che ti stanno appiccicati come cozze a fare la qualità di un locale “.
La grave colpa del Noma Copenhagen è di aver cazziato malamente dei comuni avventori. Secondo l’utente Jets3tter747:
“Il Noma ha sì cibo innovativo, ma condito da modi arroganti. Ci siamo sentiti rimproverare: “O mangiate, o ve ne andate!” i nostri 10 minuti di ritardo e la frugale telefonata di uno di noi (che ha lasciato il tavolo solo per qualche minuto) sembravano, infatti, aver disturbato il servizio.
Non esiste che dei commensali ricevano un simile trattamento, a maggior ragione in un posto con la reputazione del Noma”.
Il ristorante di Chicago di proprietà dello chef Grant Achatz sembra essere il posto più divertente del modo. Judy N. non solo pensa che sia un ristrante sopravvalutato, ma aggiunge:
“Se ripensiamo al cibo ridiamo ancora. Dopo la quinta portata ho iniziato a scattare foto di noi mentre ridevamo per i piatti serviti, cercando invano di contenerci. Ci siamo divertiti molto e, grazie a Dio, il denaro non é un problema per noi .
Sarei livida se avessi messo da parte soldi per questa gelatina di tartufo, povera di consistenza e aromatizzata al pesce”.
Qualcuno l’ha trovato il ristorante newyorkese indimenticabile, ma non nel senso proprio del termine. Lucie T lo definisce pomposo e costoso:
“Cosa posso dire, noi non siamo estranei al fine dining e ai ristoranti stellati, ma qui i camerieri erano altezzosi e scostanti. Abbiamo optato per il menu degustazione, e quando dicono ‘degustazione ‘ intendo nel senso letterale del termine, con porzioni ridicole.
Il che era prevedibile, forse, ma quando la prima portata consiste in un unico biscotto imbellettato, e la successiva in delle carote grattuggiate inizi a sentirti un po’ preso in giro e truffato. Purtroppo è stato indimenticabile per tutte le ragioni sbagliate”.
Ci trasferiamo ora a Londra, al Dinner by Heston Blumenthal, dove dei medici improvvisati se la prendono con una povera anatra. Kiwi1971 avverte i futuri avventori di tenersi distanti dall’anatra:
“Nelle prime ore del mattino seguente mio marito si svegliò con intensi crampi allo stomaco, lamentandosi di non essere mai stato così male in tutta la sua vita. Ripensando all’ultimo pasto era assolutamente certo che fosse l’anatra il motivo della sua sofferenza. Se capitate in questo ristorante ordinate qualcos’altro!”.
Il ristorante basco dello chef Andoni Luis, è stato una delusione stellare. Steve K. dice:
”Mugaritz si é rivelato una delusione a due stelle. Durante un recente viaggio in Spagna, io e mia moglie, abbiamo cenato in diversi ristoranti stellati. Mugaritz è stata una terribile delusione. La cucina sembrava voler a tutti i costi essere “diversa”, ma con il triste risultato che il cibo era in gran parte noioso e piatto . ”
Tragicomico la recensione negativa del D.O.M., il ristorante brasiliano dello chef Alex Atala. Mauricio R. scrive:
“D.O.M. è una barzelletta pretenziosa. Sono stato in questo ristorante due volte, ma giá alla prima visita mi accorsi di quanto questo luogo fosse sopravvalutato. Nessuno dei piatti serviti seguendo il menu degustazione era in alcun modo notevole.
Quando si pagano conti a 4 cifre ci si aspetta che almeno una portata sia memorabile. Anche il servizio del vino è stato una barzelletta e i camerieri non avevano la piú pallida idea di cosa stessero parlando”.
Il ristorante di San Sebastian, in Spagna, è finito sulla graticola per il dessert un po’ troppo flambé. JB_MELB commenta cosí:
“In questo ristorante il servizio é scadente, i piatti sono blandi e maldestri, lontani da quello che dovrebbe essere l’alta cucina. Il dessert che ci hanno servito sembrava cenere in bocca. Inoltre nessuno, e dico nessuno, all’Arzak sembrava si stesse godendo la serata”.
Tocca al ristorante londinese dello chef Brett Graham, troppo tropposo in tutto. Prestonfood ha solo dolci parole :
“Terribile, troppo caro, troppo altezzoso, disgustoso e pessimo. E ‘stato tremendo”.
L’ex numero 1 della World’s 50 Best evoca ricordi di piatti scipiti in qualche palato raffinato. L’utente ebel consiglia spassionatamente di evitarlo. Secondo lui:
“Questo ristorante non merita le due stelle. Il cibo manca di equilibrio, è insipido e i camerieri decisamente arroganti”.
Insomma grandi chef, grandi ristoranti, grandi conti e grandi delusioni. Dalle quali nessuno è immune. La cena nel ristorante stellato con annesso rimpianto per l’amatriciana di casa è capitata a tutti prima o poi. Giusto?
[Crediti | Link: Dissapore, Bon appetit. Immagini: Cool Hunter, Vanity Fair, Laissezfare, The chocolate grape, London food freak,