Nell’ambito dell’educazione alimentare di una certa generazione, la mia, non c’erano solo le merendine e i succhi di frutta di massa, ma anche una serie di raccomandazioni, più o meno annoverabili nel campo delle leggende metropolitane, che scandivano inesorabilmente i momenti mangerecci delle nostre giovani vite.
Tali raccomandazioni generavano in noi un misto di sensi di colpa, paure di malattie improvvise quanto letali, e forse, sono state il viatico al fatto che la mia generazione, ora alle prese con i propri figli, sia tra quelle più schizofreniche: da un lato regole militaresche per il consumo di pasti sani, parchi, equilibrati, dall’altro l’abuso di gitarelle al McDonald’s con relativa frustrazione postprandiale.
Ho raccolto le raccomandazioni che sentivo io, vediamo se la mia lista è completa.
1. Un buon inizio è una buona colazione.
Che poi è una frase che prevede di essere declinata in molti modi. Quello di mia madre era di darmi mezza tazzina di caffè, dall’età di 5 anni. In fondo era un atteggiamento molto più scusabile di quelle che imbottiscono i figli di vitamine sintetiche, o, peggio, di merendine.
Di mamme che preparano la colazione dei campioni, in stile Mulino Bianco, non ne ho mai conosciute. Eppure nella mente di noi bambini rappresentavano un miraggio.
2. Niente bagno dopo pranzo.
Croce e delizia delle vacanze al mare, questa raccomandazione stagionale, che prevedeva che per le tre ore successive al pranzo non si potesse fare il bagno, proprio mi seccava.
Tanto che trascorrevo quel tempo a fare il conto a ritroso di quello che avevo ingerito, sfiancando mio padre a forza di domande del tipo: “Ma il panino col prosciutto adesso sarà ancora nello stomaco o è già passato nell’intestino, e l’anguria?”. Pover’uomo.
3. Il ghiaccio fa venire le emorroidi.
Il bello è che a 8 anni non si ha la più pallida idea di cosa le emorroidi in effetti siano. Eppure la parola è così perversa che incute un timore incredibile.
Ricordo sempre il sospetto con cui affrontavo il ghiacciolo all’anice, il mio preferito, pensando che a tradimento, se ne avessi abusato, sarei stata afflitta da chissà quali piaghe purulente.
4. Le bibite fredde fanno venire un collasso.
Ho sempre sospettato che fosse il modo per impedirmi di scolarmi a canna tutta la Coca Cola dalla bottiglia conservata nel frigo. Ma tutto sommato non ho mai conosciuto un solo bambino collassato dopo un bicchiere gelato e del divieto me ne infischiavo.
E poi in quegli anni si mettevano nel congelatore i bicchierini per il limoncello, e mi chiedevo come mai gli adulti non pensassero che il bicchiere ghiacciato fosse letale almeno quanto il suo contenuto.
5. L’aperitivo rovina l’appetito.
Frutto di una saggezza ante Milano da bere, il fatto che l’aperitivo rovini l’appetito con tutti quegli stuzzichini invitanti e incompatibili con un’alimentazione bilanciata è una grande verità.
Tuttavia le nostre mamme non avevano ancora fatto i conti con la precarizzazione del lavoro, e l’incredibile affare di riempirsi la pancia per 5 euro senza dover poi lavare i piatti. In effetti, la sentenza corretta è: “L’aperitivo SOSTITUISCE la cena”.
6. Prima la frutta e poi il dolce (ovvero “dulcis in fundo”).
Mio nonno lo ripeteva sempre, con un misto di ingenuità e astuzia: “lo sapevano anche gli antichi romani che il dolce arriva semrpe a fine pasto”. In realtà, ho sempre sospettato, si trattava di uno stratagemma ben assestato per farmi mangiare la frutta prima di gettarmi sulla coppa di gelato, la torta, i biscotti.
Credo l’analogo per bambini inappetenti (non era il mio caso) fosse la frase “finisci tutte le verdure o niente dessert”.
7. Ci si alza da tavola solo quando tutti hanno finito.
Proposito assai poco rispettato, ahimè, dai figli dei miei amici, è una massima di una sagezza che riporta a metodi educativi vagamente repressivi e militareschi del passato.
Un po’ di nostalgia dell’antico stile da caserma mi viene tutte le volte che vedo mamme impegnate nella corsa ad ostacoli con piatto e forchetta in mano all’inseguimento di pargoli tanto agili quanto sfuggenti
8. Pensa ai bambini africani!
Purtroppo negli anni 80 vigeva la norma dell’utilizzo a sbafo della sofferenza del sud nel mondo, per convincere quella che passerà alla storia come la prima generazione dei bimbi allevati a junk food, a finire tutte le loro porzioni di cibo.
Oggi, non so perché, ma l’utilizzo sconsiderato di questa storia mi sembra affievolito. Forse che i bimbi 2.0 dell’africa conoscono solo i resort di Zanzibar?
9. Niente zuccheri prima di dormire.
Nella speranza che ci si addormentasse in tempi brevi, concedendo agli adulti quella mezz’ora di pace senza urletti, spintoni e giochi in cui inciampare sul tappeto, a casa mia vigeva la massima: “Niente zuccheri dopo le 19:30”.
Perché, da qualche parte, qualche membro della famiglia aveva letto delle facoltà eccitanti del saccarosio.
10. Il latte caldo aiuta i sogni.
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Se c’è una cosa che proprio non digerisco è il latte caldo. Eppure, una leggenda romantica, vuole che il latte caldo sorbito prima di dormire aiuti il riposo e chiami bei sogni.
Un’idea da sperimentare anche oggi, a 30 anni suonati, visto che il 90% dei miei conoscenti va a letto dopo essersi sparato due ore di omicidi efferati su Fox Crime.
[foto crediti: diredonna, Paperoblog, Panoramio, Pasticceria rocca, Sweets serouseats, Il mio salato, turismo in maremma, arisiena