C’è un argomento eterno, un flame implacabile che anima il connubio gastronomia e Milano. Si chiama caro prezzi e da sempre accende eterne e violente discussioni. Abbiamo il partito negazionista, “argh sono prezzi da rapina”, saturo di rabbia e derisione. E il partito dello status quo, empio di riflessioni e concause, quasi dalemiano nella pratica de “Il problema è complesso”.
Ci sarebbero anche i “Non so” al 40% ma non ci interessano.
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Per come la vedo io il partito negazionista usa troppo i toni chiassosi e grillini dei nostri tempi, ma gli capita spesso di addentare la sostanza, mentre il partito dello status quo ha una visione più ampia, conviviale e attenta alle materie prima, ma la voglia di partecipare al grande baraccone gastronomico contemporaneo genera cecità allarmanti.
A gettare benzina sul fuoco della disputa arriva la margherita di Princi a 11 euro.
Un prezzo che non lascia spazio ai più integrati fanatismi gastronomici. Perché al netto delle tasse, della locazione, della quota radical-chic milanese, del valore degli ingredienti e dell’investitura a distanza dell’idolatrato pizzaiolo casertano Franco Pepe, parliamo di acqua, farina, pomodoro e mozzarella. Forse perché l’acqua sta a 4,50 euro !!!
L’incendio poi divampa dopo la stroncatura estrema del critico senza volto Valerio M. Visintin (a cui ne seguirà una entusiasta del collega di quotidiano Allan Bay?) che fa a pezzi anche la qualità della pizza.
L’apertura della recensione è efficace e ad effetto, grazie all’usuale abile gioco di parole nel nostro: “Un locale densamente affollato di aspettative disattese”. Da lì in poi Visintin pare essere entrato all’inferno. Vediamo cosa non ha apprezzato.
1. La pizza: cottura incerta, cornice gommosa (e addirittura) pasta che si sfalda al centro
2. L’ambiente: buio e irrisolto
3. La digestione: ardua
4. Gli sbabelloni: scomodi
5. Tavoli: troppo piccoli
6. Musica: battente
7. Servizio: in crisi esistenziale
8. Birra piccola: 6 euro
9. Prezzi del cibo: Marinara 9 euro, Margherita 11
10. Prezzi dell’acqua: 4,50
Ora, in beffa al mio pizzacentrismo e allo stereotipo che chi si occupa di cibo sente l’impulso di provare un posto nei 22 minuti successivi alla sua apertura, non sono ancora andato da Princi a provare sta benedetta pizza di Franco Pepe. Quindi non posso dire la mia sulla questione qualitativa e sull’ambiente.
Ma prima di dedicarmi le usuali pillole di etica professionale (“Ma come scrivi di un posto senza esserci stato!”) che sul 2.0 non si risparmiano a nessuno, vi chiedo: bisogna davvero andarci per valutare se 11 euro non sono un po’ troppi per una Margherita?
[Crediti | Link Dissapore, Mangiare a Milano, immagini: Cristina Scateni]