Dieci tonnellate di pasta di Gragnano contraffatte e messe sotto sequestro. Quattro marchi e tre ditte denunciate per frode in commercio con 10 mila euro di sanzioni amministrative.
Una contraffazione alimentare scoperta dal Corpo Forestale dello Stato del Nucleo Tutela Regolamenti Comunitari e della Sezione di Analisi Criminale del Comando Regionale Puglia, in collaborazione con il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (N.I.P.A.F.) di Napoli, al termine di diversi controlli in alcuni pastifici del comune di Gragnano (Napoli) avviati la settimana scorsa.
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La pasta veniva dichiarata di Gragnano anche in etichetta, ma in realtà era prodotta fuori dall’area Igp e soprattutto senza seguire il disciplinare. La pasta, infatti, proveniva da altre zone della Campania e in un caso anche da Pescara.
Un rappresentante di una ditta è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per la detenzione di pasta all’interno di cartoni non idonei a contenere alimenti. Due aziende, invece, hanno commesso irregolarità sull’etichettatura che non presentava informazioni sulle date di produzione e scadenza o faceva riferimento a presunte caratteristiche particolari che in realtà sono tipiche di tutti i prodotti alimentari analoghi.
“In alcuni casi l’etichetta riportava che la pasta era realizzata a Gragnano secondo la tradizione”, ha spiegato al Gambero Rosso Giuliano Palomba, il Commissario Capo del Comando Regionale di Bari che ha condotto l’operazione, “Invece era realizzata a Pescara ed era solo confezionata a Gragnano. Nello specifico i metodi di essiccazione più veloci permettevano di ottenere la pasta ad un costo decisamente inferiore all’originale gragnanese”.
E anche il grano, spacciato per prodotto dell’Alta Murgia, veniva in realtà dal Canada.
Ora non resta che conoscere quali sono i marchi che hanno dichiarato particolari non veritieri sulle confezioni.