[LUNGO DISCLAIMER] La scorsa volta, con il kit della pasta alla Norma, vi siete imbufaliti come iene.
Perché non si può friggere nell’olio Pianogrillo che costa un rene e mezzo al litro.
Perché i pomodorini da pelare uno ad uno sono da pazzi (e ci vuole poi quell’altro mezzo rene).
Perché “scommettiamo che con 2€ e diciotto centesimi te la faccio meglio di tua nonna”?
Avete fatto bene ad alterarvi, perché se dovessi fare una Norma io (anzi, una ‘pasta ccà sarsa’, come giustamente sottolineato da un illuminato lettore) non friggerei nel flegma degli dei, né comprerei una melanzana coltivata all’ombra del fior di loto – la cui buccia setosa si bagnò soltanto di rugiada: molto più semplicemente andrei al mercato, conoscerei i produttori locali, e comprerei il meglio che incontro. Ovunque vi troviate ci sarà del buono attorno, e non c’è bisogno di andare a speculare sulle rarità da maniaci.
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Ma questo kit – che personalmente rinominerò “Kit di soccorso per GASTROFIGHETTI”, per essere tutti più contenti – intende essere appunto un’esagerazione lussureggiante, un’ipotesi iperbolica dedicata ai feticisti del gusto territoriale, che dice: “se per caso desideri cucinare un piatto autenticamente siciliano, ma invece sei in Alto Adige, questi sono i prodotti migliori che puoi acquistare più o meno in tutte le buone gastronomie d’Italia per pervenire a un risultato di assoluto livello, che si avvicini il più possibile al gusto originale”.
Perché una ricetta di territorio richiede ingredienti di territorio. Perché è vero che in Sicilia non si frigge col Pianogrillo ma con l’extravergine, altrettanto buono per lo scopo, dello zio che ha tre alberi e il palmento e te ne regala cinque litri a spremitura. Ma in Alto Adige quell’olio non arriva. E allora se siamo integralisti del genius loci serve una cosa che mantenga in sé lo spirito della terra più autentico, e che si trovi però pure a Bolzano. Si trova – a 25€/L. [FINE DEL LUNGO DISCLAIMER]
Il Kit per Gastrofighetti Talebani Impallati di denari di questa settimana ci porta in Campania: il caldo è intenso, pioggia permettendo, i limoneti di costiera sono carichi di odori, il basilico – sempre lui – profumato.
Nei vicoli di Napoli, dai Quartieri Spagnoli a San Domenico, volgendo le spalle ai misteri del Cristo Velato, si respira tra graffiti e panni stesi e motorini, tra i pacchi di telefoni rubati rivenduti alla stazione e i prodigi del mercato di Pigna Secca.
Una bellezza imponente e indagatrice, di quelle che ti spogliano e ti allagano, invade l’occhio e i pensieri mentre scorrono le dominazioni e gli stili architettonici – inerpicandosi tra i negozi di musica di Via San Sebastiano le nari sono prese, nella penombra dei muri alti, dall’effluvio di una ricetta inconfondibile.
È la Parmigiana di Melanzane, regina di ogni stagione, figlia di un frutto dell’Estate e di una ricchezza calorica che fa invidia alla cassoeula più luciferina.
Lista della spesa per quattro persone, per una Parmigiana come a Napoli anche se siete a Busto Arsizio, e la tripperia Fiorenzano e le botteghe attorno distano 840km:
2 Melanzane violette biologiche, circa 4,5€/kg
500ml di Passata Tradizionale di Pomodorini del Piennolo Vesuviani Casa Barone, circa 6,5€
200gr. di Mozzarella di Bufala Caseificio Rivabianca, 7,5€ per l’aversana da mezzo kg sul sito del produttore
80gr. di Parmigiano grattugiato, circa 1,5€
4 uova biologiche, circa 1,8€
500ml di olio di Ravece ‘Ravis’, Oleificio Montuori, circa 9,5€ la bottiglia,
30gr. di farina 00
un mazzetto di basilico profumato (sempre quello),
mezza cipolla.
Spesa totale: 32€ circa, per un totale di 8€ a porzione.
Per la ricetta, farà fede quella che già riportavamo di Chef Cannavacciuolo – anzi, della sua mamma (fatta eccezione per la frittura delle melanzane che non riesco, faccio ammenda, ad immaginare se non in olio d’oliva: il monocultivar Ravece, poi, aggiunge all’insieme un piccante fresco che ben complementa la dolcezza di pomodoro, parmigiano e mozzarella).
L’impanatura in uova e farina delle melanzane, poi, è da considerarsi opzionale: ma in realtà, quasi tutto in questa ricetta lo è.
Bufala o fiordilatte?
Pomodoro pelato, fresco o passata?
Melanzane violette o ‘turche’?
E dentro, uova sode, prosciutto cotto, anguille teriyaki o null’altro che mozzarella?
E infine, ingredienti fighetti, ottimi no-logo, buoni o assolutamente casuali?
Suggeriteci chi siete, cioè che aspetto e anima ha la vostra parmigiana perfetta. E non vi arrabbiate, su.
[Crediti | Link Dissapore, illustrazioni: Valentina Campus, immagine: Rossella Neiadin]