L’Osteria di San Marco a Resana, in provincia di Treviso, assume. Requisiti. Che sia donna. E che sappia due lingue.
L’inglese e il dialetto veneto. Senza passare per la lingua ufficialmente riconosciuta sul suolo italico: l’italiano.
Non si tratta di discriminazione (se non che, a essere precisi, richiedono una donna e non un uomo, e di massimo 28 anni). Chiunque abbia bazzicato le osterie venete sa che parlare il dialetto veneto è molto più del semplice “parlare il dialetto veneto”.
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Il parlare, unito alla filosofia delle ombre, dei cicchetti e degli spuncioti al baccalà in aperitivo, tratteggia alla perfezione la migliore forma di ozio del bar sport del veneto. E i clienti, va da sé, vanno messi a loro agio. Chiunque sa di che cosa parli non può che pensare: Love. Love. Love.
L’osteria si chiamerà “Dai bastardi”, perché, come dice il proprietario Massimo Fardi di 36 anni, “Siamo gente umile, non di razza. E vogliamo ripercorrere la tradizione della cucina veneta. Per questo è necessario che chi si presenta al tavolo sappia parlare il dialetto“.
Ma l’inglese?
Eh certo. Il trevigiano pullula di turisti stranieri. Per cui, se venite da Reggio Calabria o da Aosta vi conviene imparare a chiedere “One shadow of prosecco, and a soft boiled egg, please”.
Le risposte all’annuncio sono arrivate a decine, e stranamente persino da Lecce. Ma “Dai Bastardi”, che aprirà il prossimo 23 Marzo, deve ancora trovare la persona che cerca.
Per chi fosse interessato: daibastardi@gmail.com.
[Crediti | Link: Corriere del Veneto, Subito.it]