La grande bellezza ha vinto l’Oscar come migliore film straniero. E insieme a Paolo Sorrentino ha soprattutto vinto Roma, nel film seducente e cinica, modaiola e monumentale, inafferrabile e definitiva.
Verranno in molti a Roma da ogni parte del mondo per catturare la bellezza che s’adagia morbida sotto la luce dell’estate. Non possiamo lasciarli senza ristoranti.
Senza 10 posti dove accarezzare la stessa umanità del film, fatta di giornalisti, attori, intellettuali, nobili decaduti e politici decadenti, criminali e prelati uniti da sordidi inciuci tra le ville e le terrazze della capitale.
Il nostro piccolo omaggio all’oscar per La Grande bellezza di Sorrentino è in questa lista di ristoranti, cui viene istintivo pensare guardando il film.
1. Imàgo dell’Hotel Hassler
Trinità dei Monti e la la scalinata. Alla tavola del ristorante condotto da Francesco Apreda, un napoletano a Roma come Jep Gambardella, il protagonista del film, si viene elegantemente rapiti dalla grande bellezza della vista sulla Roma scolpita.
Cappellotti di parmigiano in brodo freddo di tonno, doppio malto e 7 spezie sono il classico da non mancare.
2. Armando al Pantheon
Il marito fedigrafo della ricca Stefania, tra le protagoniste de La Grande Bellezza, pranza ogni giorno da Arnaldo al Pantheon. Se state pensando a un errore o a un non-luogo vi sbagliate. Il ristorante esiste. È Armando al Pantheon, il ristorante della famiglia Gargioli.
Umberto Contarello, lo sceneggiatore ha confermato la corrispondenza tra film e realtà. In effetti, una gricia da Armando al Pantheon è una realtà molto solida.
3. IlSanLorenzo
Altro napoletano a Roma conquistato dalla grande bellezza della città. Sul ristorante di Enrico Pierri brilla la stella (Michelin) del successo e degli avventori, inevitabilmente ricchi e mondani.
Se siete affascinati dal taglio perfetto delle giacche di Jep Gambardella, dagli abbinamenti e dalle scarpe bicolore, Enrico Pierri e il suo locale sono il vostro modello. Insieme al babà per chiudere un pranzo a base di pesce.
4. Le Jardin de Russie all’Hotel De Russie
La grande bellezza, magnifica e annichilente insieme, dei giardini che si affacciano nel film, protetti dalle pareti che circondano l’anfiteatro di fiori dell’Hotel De Russie.
C’è il genio creativo di uno dei cuochi più famosi d’Italia, Fulvio Pierangelini, a presiedere al menu, e Nazzareno Menghini a curare piatti come i carciofi alla romana, gli spaghetti con pomodoro fresco e basilico, il baccalà in guazzetto di pomodoro ed erbe.
5. All’Oro
Sull’altro lato di Piazza del Popolo, nella bellezza stucchevole dell’hotel The First dove ha ambientato il ristorante All’Oro, il giovane e preparatissimo chef Riccardo Di Giacinto governa una terrazza, 0-360° che guarda da vicino cupole, chiese, palazzi.
Una serie di apparizioni memorabili che i primi tepori di primavera scolpiscono nei ricordi, accompagnata da cocktail e long drink.
6. Antico Arco
Porta San Pancrazio, al culmine della strada che s’inerpica per il Gianicolo costeggiando la Fontana dell’Acqua Paola e la terrazza che ha folgorato il turista giapponese del film, c’è l’Antico Arco.
Il ristorante di Patrizia Mattei come spartiacque tra la grande bellezza della Roma che s’innalza Oltretevere e quella moderna, spesso palazzinara, di Monteverde. La lasagnetta gratinata con carciofi, faraona e crema di chevre ” è piacevolmente vintage”: così racconta la scheda del Gambero Rosso.
7. Ristorante Roscioli
La galleria prospettica di Palazzo Spada che attraversa Sabrina Ferilli, si trova a Piazza Capo di ferro. Otto metri ingegnosamente accresciuti per effetto del pavimento che sale e la volta che si abbassa.
Duecento metri vi separano da un’altra galleria, però gastronomica. Quella della salumeria/bistrò Roscioli, in via dei Giubbonari, dove calarsi ne La grande golosità di una carbonara tra le migliori di Roma.
8. Sforno
Non picchiate la testa contro le antiche pietre dell’acquedotto Claudio come nella performance dell’attrice triestina Anita Kravos, tra le protagoniste del film. Dall’ingresso di via Lemonia, accanto al Centro Sperimentale di Cinematografia e a Cinecittà, il passo per raggiungere Sforno a via Statilio Ottato è breve.
Qui c’è Stefano Callegari, campione romano della stagione 2013 del Campionato della Pizza di Dissapore, che mescola forno romano e impasto quasi-napoletano. Ma voi scegliete il rosettone che ha fatto impazzire i napoletani doc che di pizza se ne intendono.
9. Sora Lella
Il tributo alla grande bellezza del Tevere è lì, sull’Isola Tiberina che solca il fiume con la sua prua. In tema di cinema non può mancare Elena Fabrizi, la Sora Lella, con il nome ancora sul ristorante, devoto per l’eternità alla cucina romana.
E visto che siete appassionati di tradizione e ricette, guardatela nel video mentre spiega il pollo con i peperoni a Gigi Ballista. Una cucina del 1967, imperdibile.
10. La Pergola del Rome cavalieri Hilton
La letteratura sui ristoranti dove accarezzare La grande bellezza di Roma non può escludere gli eccessi de La Pergola e la perfezione di Heinz Beck, chef tedesco tre stelle Michelin che dall’alto della collina di Monte Mario domina la scena gastronomica capitolina.
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Impossibile non sentirsi almeno un po’ Jep Gambardella su quella terrazza, più vicini che in ogni altro posto a toccare con un dito il cupolone di San Pietro. Non mancate la cacio e pepe con i gamberi, un classico della cucina romana rivisitato con assoluta maestria.
Chi di voi abbia incrociato il corpo cadente de La grande bellezza romana in altri ristoranti, è vivamente pregato di farsi vivo nei commenti.
E ancora grazie a Paolo Sorrentino.
[Immagine di copertina: Gianni Fiorito. Immagini: Vincenzo Pagano/Scatti di Gusto]