La smania di Oscar Farinetti nel volerci convincere va ormai oltre agli scaffali di Eataly e approda anche nel mondo della comunicazione e, in questo caso è tutta “Farinetti del suo sacco”.
Il buon Oscar è il protagonista assoluto di una conferenza tenuta ad una convention di Banca Mediolanum a Pesaro lo scorso 5 marzo; l’atmosfera che si respira guardando il video è quella di un tipico keynote di Apple, con Farinetti ad aizzare la folla con le sue perle di saggezza, folla pronta a lanciarsi in un tifo rionale per sottolineare le massime dell’imprenditore piemontese.[related_posts]
Peccato che queste “massime” tocchino spesso livelli minimi, trasformando quello di Farinetti in uno show che potremmo intitolare Oscar nel Paese delle Meraviglie (ci scusi Maurizio Crozza per la licenza poetica) e mai titolo potrebbe essere più azzeccato.
Per dare sostanza alla sua elegia sull’Italia e l’Italianità, Farinetti si lancia in una serie di affermazioni che spacciano per veri alcuni dati assolutamente falsi, inanellando un filo di perle degno di una puntata di Colorado Cafè.
L’imprenditore riesce a trasformare l’Italia nell’Eatalia per quasi 30 minuti, scambiando i fatti con gli slogan.
— Ci delizia con la sua capacità oratoria con espressioni auliche come “il punto B è quello dei tipi molto in gamba perché capiscono che c’è delle robe che non vanno”.
— Ci ipnotizza con le sue performance artistiche a una lavagna digitale che riesce ad usare a malapena.
— Rivoluziona l’intera storia del genere umano sostenendo che “Neanderthal e Homo Sapiens, entrambi sono partiti dall’Africa”.
— Ci stupisce con la sua padronanza della lingua inglese citando Bob Dylan con un “de ansuer mai frend is blouin indeuind”.
Quando ha scaldato bene la platea ecco che arriva il meglio. Dati alla mano.
“L’Italia è lo 0,5% della superficie terrestre”.
L’Eatalia forse, perché l’Italia invece è solo lo 0.20% della superficie terrestre e solo considerando le terre emerse.
Poi va giù duro con una sfilza di dati precisissimi:
“Nello 0,5% del mondo (l’Italia, ndr) ci sono 7000 specie di vegetali mangiabili, il secondo Paese è il Brasile con 3.300. Qualsiasi regione italiana ha più specie vegetali di qualsiasi Stato dell’Europa. L’Italia ha 58.000 specie animali, il secondo Paese al mondo è la Cina con 20.000, ma non diciamoglielo sennò si arrabbiano”.
Quindi, secondo Oscar Farinetti, l’Italia avrebbe più biodiversità dell’Amazzonia, del Borneo, della barriera corallina Australiana e di molte zone della terra ancora inesplorate. Forse per Farinetti anche l’Italia è ancora inesplorata e i ricercatori farebbero bene a venire qui da noi.
Queste affermazioni suonano come imprecisioni colossali anche senza la necessità di verificare i dati; basta però una breve ricerca per scoprire come solo in Amazzonia vivano oltre 100.000 specie di invertebrati, 3.000 specie di pesci di acqua dolce, 400 specie di anfibi, 378 specie di rettili, 1.300 specie di uccelli, 427 specie di mammiferi, di cui 114 primati e svariate migliaia di specie ancora da classificare.
Esiste poi una lista di Paesi Megadiversi (ovvero i Paesi con più biodiversità al mondo) che ci aiuta a capire meglio le imprecisioni di Farinetti.
Che non si accontenta delle biodiversità ma sostiene che “l’Italia è il paese con più etnie al mondo”. Non ditelo a Matteo Salvini, ve ne prego, potrebbe anche crederci e sarebbe la fine.
Infine ecco il climax, l’Eptalogo di Farinetti, le sette mosse secondo Oscar Farinetti che potrebbero aiutarvi a cambiare (vista la presentazione, forse non in meglio) o a migliorare nella vita. Proviamo ad applicare queste sette mosse al discorso ricco d’inventiva, diciamo così, di Farinetti.
Mossa numero 1: Saper Narrare
Oscar dice che ha creato Eataly per descrivere una Mela. “L’Italia narrata per come l’ho narrata io ci dà un orgoglio della Madonna”. Be’, per forza si è inventato tutto; che orgoglio, eh?
Mossa numero 2: Gestire le Imperfezioni
In questo caso Farinetti le ha gestite alla grande le imperfezioni, riuscendo a far passare una serie di informazioni improbabili per vere. “Gestire le imperfezioni è la caratteristica delle persone che sanno cambiare”. Sì, specie le carte in tavola.
Mossa numero 3: Individuare le Priorità
Gestire le priorità è fondamentale. In questo caso la priorità era studiare, “segnarsi le cose più importanti su un foglio” e ricordarsi di farle. Lui si è dimenticato, ma forse la priorità principale era ottenere consensi a prescindere dalla realtà.
Mossa numero 4: Teoria dei contrasti apparenti
Ovvero, mettere insieme valori che sembrano in contrasto tra loro, come ad esempio tradizione e modernità. Ah, questa Farinetti l’ha capita e l’ha applicata bene: ha messo insieme vero e verosimile. E il verosimile ha vinto. Non a caso si sofferma sul “mettere insieme onestà e furbizia”; nel suo discorso trapela comunque molta più furbizia.
Mossa numero 5: Pensare locale e agire globale
Anche in questo caso la lezione Farinetti l’ha imparata e applicata da manuale: per preparare il discorso ha pensato ad alcune imprecisioni locali, legate all’Italia, e ha deciso di trasformarle in imprecisioni molto più grosse, imprecisioni globali.
Mossa numero 6: Dal senso del dovere al senso del piacere
Il succo del discorso dovrebbe essere riuscire a rendere figo ogni imperativo categorico legato al dovere, ovvero rendere il fare qualcosa non una questione di dovere ma di “fighezza”. Io mi arrendo, se volete ascoltare la spiegazione di Farinetti, cliccate qui.
Mossa numero 7: Mai Arrendersi
Per Oscar, senza questo punto gli altri non avrebbero senso. Non mollare mai, mai arrendersi e “se non mollate mai, molla prima qualcun altro e vincete”. Ha ragione, infatti io mi ero arreso già alla mossa numero 6.
Farinetti conclude descrivendo il confine fra difficile e impossibile e citando Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea, che disse “Il più rimane da fare, per questo il futuro è meraviglioso”.
Dopo essermi sorbito i quasi 30 minuti della conferenza sono d’accordo con la prima parte di quest’affermazione.
[Crediti | Link: EconomyUp, Dissapore]