Domenica scorsa si è tenuta l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba, nella, ça va sans dire, splendida cornice del Castello di Grinzane Cavour. Era la quattordicesima edizione, quindi saprete già tutto. Nel caso invece arriviate ora, l’Asta Mondiale del Tartufo Bianco di Alba funziona così: alle 11:30 si arriva al Castello, fino alle 12.30 si beve, successivamente si raggiunge la Sala delle Maschere nelle segrete del Castello dove si viene trattenuti per alcune ore, alla fine delle quali, se siete me, sarete più o meno dell’umore di cui erano coloro che soggiornavano nella stanza quando essa era la Sala delle Torture del Castello* (*aneddoto non per forza storicamente accurato).
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C’è una prolungata fase di Saluti delle Istituzioni. On the mic (da comunicato stampa):
Numerose le autorità intervenute – amministratori locali, esponenti politici, rappresentanti delle Forze dell’Ordine – e esponenti del mondo imprenditoriale. Presenti il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e l’assessore al Turismo della Regione Piemonte Alberto Cirio.
È divertente esattamente come sembra: come un pranzo di Natale nella vostra famiglia disfunzionale, o una messa in suffragio.
Poi si battono lotti di tartufi di grandi dimensioni. A presentare da 13 anni è Davide Paolini aka il Gastronauta, quest’anno accompagnato da Elisa Isoardi, conduttrice tv, e da un silenziosissimo Fabrizio del Noce, ex direttore di RaiUno.
Il ricavato va in beneficenza, nello specifico alla Fondazione piemontese per la Ricerca sul Cancro di Candiolo (To), e questo è bene. Bravi, okay? Però.
L’intera manifestazione è fatalmente nazional-popolare, e nonostante sia stata invitata anche molta stampa estera, non è prevista nessuna traduzione in inglese (che sollievo, con il senno di poi). La battitura dei vari lotti è intervallata da interventi comici, annunciati da uno squillo simulato del telefono, dell’imitatore Andro Merkù, noto per le sue incursioni (in genere peraltro divertenti) a La Zanzara di Radio24.
Primo lotto: Beppe Grillo. Il giornalista inglese di fianco a me chiede: What is going on? Perché la persona al telefono è arrabbiata? Io farfuglio qualcosa sul fatto che si tratti di un intermezzo comico.
Egli pare perplesso.
Seguono, in un crescendo di climax anticomico: Giulio Tremonti, Rosa Russo Jervolino e, per concludere in bellezza, il Papa.
Nel frattempo, i compratori acquistano tartufi.
I preziosi tuberi funghi (non è bello quando prendo la strada più corta per i sinonimi? Lo trovo molto riposante) vengono portati in sala da 3 ragazze che indossano tacchi alti, vestite di nero. “Vestite” non è nemmeno il termine adeguato: devo resistere all’istinto di gettare loro addosso la mia giacca. Compiono una piccola, malferma parata con i loro vassoi d’argento.
A guidare la fila, una ragazza che indossa la fascia di Miss Trifolera, un riferimento così pecoreccio che mi sembra quasi di dover inserire il disclaimer: giuro che non me lo sto inventando.
La giornalista di Hong Kong seduta di fronte a me si volta e mi dice: This is so Italian, il che che mi crea enorme disagio, perciò rispondo accennando un sorriso colpevole, come se fossi stata io, armata di forbici, a decidere che i vestiti delle ragazze dovevano necessariamente lasciare loro scoperta una porzione di deretano.
Il tartufo finale, che giunge dopo un paio d’ore, è ciò che giustifica l’attributo di “mondiale” dell’Asta: è infatti battuto in contemporanea in Italia e ad Hong Kong, dove un gruppo di filantropi è riunito per la serata di gala a 8 e Mezzo Bombana, il ristorante dello chef italiano Umberto Bombana. Causa incomprensioni linguistiche, per lunghi minuti si battono cifre differenti tra un lato e l’altro del mondo, ma infine è Hong Kong a spuntarla, portandosi via due tartufoni gemelli del peso complessivo di 950gr per 90,000€.
Saluti, emozione, si tributano omaggi all’acquirente, una scrittrice cinese che ha preferito rimanere anonima (un lavoro apparentemente meglio retribuito in quella parte di Asia, registro nella mia mente). «VERY CONGRATULATIONS» dice Elisa Isoardi, mostrando di dominare in modo imperfetto la lingua di Shakespeare.
Siamo liberi. All’uscita, ai giornalisti viene consegnato un piccolo gadget: si tratta di una bustina di Humus “Ristrutturante dei terreni, per piante sani e terreni fertili”.
«What is “letame bovino”?» mi chiede il giornalista inglese.
Io mi defilo, silenziosamente.
[Foto: Ryan King]