La prima volta che ho sorseggiato grappa ho pensato, lo ricordo come fosse ora, che non avrei mai posseduto interamente il nuovo mondo che avevo scelto, di sicuro non con la naturalezza con cui si possiedono la pasta, la pizza, il gelato, generi –non solo alimentari– più accessibili, di massa, nazionalpopolari anche.
Comunque, se volevo far parte di qualcosa che non mi apparteneva, se volevo che nessuno più mi guardasse con gli occhi sbarrati mentre facevo goffamente volteggiare il bicchiere, dovevo prendermi del tempo. Parecchie parole incomprensibili dopo, tipo vinacce, spremitura, distillazione, ebollizione, monovitigno, il mondo della grappa non mi ha ancora accolto, ma quando sento risuonare quelle parole posso fingere un’aria annoiata, mentre in realtà continuo a stupirmi di tutto.
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Non mi stupirei invece di trovare tra voialtri esigenti lettori di Dissapore, qualcuno che segnali subito a Gente del Fud, il sito che mappa, commenta e tramanda i prodotti tipici nazionali, a quale distilleria pensa quando la voglia di grappa lo sorprende impietosa. Facciamo anche un regalo, 12 kg di pasta Garofalo. Per portarsi a casa la pasta non limitatevi a commentare, bisogna segnalare.
D’accordo, inizio io dicendo Distilleria Beccaris, vicino a Costigliole d’Asti, con la meravigliosa parata di bottiglie dai contenuti dorati dove spiccano “Riserva” e “Stravecchia”. In Trentino Villa de Varda o la Distilleria Marzadro, premiatissima per l’aromatica grappa al Gewürztraminer.
Bene, mentre voi segnalate i produttori artigianali migliori, i blogger di Gente del Fud ci deliziano con una ricetta spettacolare, la parola passa a Maria Grazia Viscito, foodblogger del sito Cooking Planner:
Fave de morti.
Ingredienti
250g mandorle bianche spellate
250g zucchero semolato
un cucchiaio di grappa
albume
Procedimento
Tritare molto finemente le mandorle con lo zucchero (più fine della granella, meno fine della farina), aggiungere la grappa e cominciare ad impastare.
Aggiungere poco alla volta il bianco d’uovo: ne servirà davvero una piccola quantità. Fermatevi quando riuscirete ad amalgamare l’impasto ma non sarà troppo appiccicoso.
Formare dei cilindri e con le mani formare una pallina di impasto, del diametro di una moneta.
Poggiare le favette su una teglia ricoperta di carta forno e infornare, in forno già caldo a 120 gradi per 100 gradi per 10 minuti.
Se il vostro fosse fosse statico (come il mio) e molto potente (come il mio) ai primi segni di coloritura, dopo pochi minuti, spegnete il forno, aprite lo sportello a fessura e lasciate la teglia dentro.
Si cuoceranno lentamente.
E adesso torniamo a bomba: quali imperdibili distillerie volete segnalare a Gente del Fud? Vi aspettano 12 kg di pasta Garofalo.