[Premessa: il succo di questo post è nel P.S.]
Capelli biondi spettinati con sapienza, sguardo ceruleo, sorrisetto strafottente q.b.: lambrosianamente lombrosianamente parlando Jamie Oliver è nato per recitare la parte del buono.
Con il supporto di un volto che ispira fiducia e un buon numero di camicie a scacchi, il golden boy della cucina britannica è implacabile sostenitore del razzismo calorico, convinto che tutti i piaceri si raccolgano intorno alla tavola, però di chi cucina sano usando ingredienti freschi.
Ecco perchè ci sono rimasta tanto male quando leggendo che alla sua catena di ristoranti, la Jamie’s Italian, è stata appioppata una multa di 17.000 sterline per aver “violato le leggi di sicurezza alimentare”: a una donna celiaca è stato servito un piatto di pasta contenente glutine.
La malcapitata si chiama Kristy Richardson, ha 38 anni e soffre di celiachia. Il 17 novembre 2011 aveva deciso di pranzare insieme al marito nel ristorante di Jamie Oliver a Portsmouth, per festeggiare l’anniversario di matrimonio.
Il Jamie’s Italian della cittadina è uno dei 30 locali appartenenti alla catena, che all’insegna di una cucina fusion ispirata all’Italia, è ormai sconfinata in Australia e negli Emirati Arabi. Con esiti peraltro decisamente migliori rispetto alle “trattorie italiane” all’estero, nei Jamie’s Italian almeno la pasta si cucina al dente.
Ma torniamo alle 17.000 sterline.
La ex-devota cliente sostiene di aver ordinato per ben tre volte tagliatelle gluten-free ma, a causa di un “terribile fraintendimento” (così si è giustificato il locale), le è stato servito un piatto di pasta-e-basta.
Poche ore dopo, la sfortunata Kristy ha accusato nausee violente e vomito: è bastata una telefonata al ristorante per scoprire che aveva mangiato sì tagliatelle, ma fatte con normalissima farina di frumento.
(Problema aggiuntivo: Kristy soffre di ipertensione polmonare. Dopo l’incidente ha avuto una reazione di rigetto nei confronti dei medicinali che assumeva e, scrive il Daily Mail, è stata temporaneamente esclusa dalla lista per il trapianto di cuore che aspettava).
Inevitabile l’azione legale.
Per assicurarsi che il locale servisse piatti tollerati dai celiaci, la donna appena entrata aveva chiesto rassicurazioni al responsabile di sala. In seguito si è più volte raccomandata con il personale che probabilmente non ha capito, e si è difeso sostenendo che la richiesta riguardava un piatto vegetariano, non gluten-free.
Dalle successive ispezioni degli esperti sono risultate “gravi lacune” nella gestione delle allergie alimentari. Risultato: una multa di 17.000 sterline, 8.000 per aver violato le leggi sulla sicurezza alimentare, e 9.000 per le spese mediche.
E’ seguito un pubblico mea culpa del Jamie’s Italian, che ha annunciato di aver aggiunto un “bottone per le allergie” ai palmari in dotazione ai camerieri per la raccolta delle comande.
Il ristorante resta zona a rischio per chi soffre di allergie o intolleranze alimentari, anche nelle tavole virtualmente più attente, anche se quelle tavole sono riferibili al faccione spettinato di Jamie Oliver.
Distrazioni dei camerieri, disattenzione in cucina, disorganizzazione del ristorante: avete episodi da raccontare?
P.S. Spulciando il menu del Jamie’s Italian di Portsmouth, le sole tagliatelle rintracciabili sono “alla bolognese”. Gli ingredienti? Ragù di vitello e di maiale, chianti, parmigiano e croccanti briciole di pane mischiate con erbe. Fanboy di Jamie Oliver che avete difeso il vostro eroe nonostante la ricetta della carbonara con yogurt e chorizo, se volete intervenire, questo è il momento.
Vi avverto però, sono emiliana: portate argomenti convincenti.
[Crediti | Link: Jamie Oliver, Daily Mail, Dissapore, immagini: Daily Mail]