Al Congresso di cucina Identità Golose si riuniscono (quasi) tutti coloro che scrivono di gastronomia in Italia. Sono (siamo) una fauna con tratti comuni. Ad esempio, tipico dei giornalisti di settore è un appetito smisurato: come dice giustamente la giornalista del Corriere della Sera Roberta Schira nel suo nuovo libro, citando A.J. Liebling, il principale requisito per scrivere bene di gastronomia è possedere un buon appetito.
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(Per completezza di informazione, è da segnalare anche che molti bevono come idrovore.)
Oltre a seguire gli interventi degli chef, fare interviste, degustare prodotti, misurare il proprio peso specifico confrontando con i colleghi numero e caratura degli eventi extra Congresso cui sono invitati, i giornalisti chiacchierano molto tra loro. Di quello che è accaduto sui palchi di Identità Golose, che ha chiuso ieri la sua decima edizione, abbiamo già parlato qui e qui. Di seguito, invece, qualcuna delle conversazioni orecchiate giù dal palco.
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IN SALA STAMPA. DUE GIORNALISTI S’INCONTRANO, SI ABBRACCIANO.
“Ci vediamo troppo poco, io e te”
“È perché non andiamo d’accordo”
“Ma no, è che siamo troppo simili. Entrambi nevrotici…”
“…con un ego smisurato…”
“…ossessionati dal sesso…”
“…e questo solo per parlare dei pregi.”
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IN CODA ALLO STAND BERLUCCHI, DOVE DI TANTO IN TANTO UNO CHEF OSPITE ELARGISCE L’OCCASIONALE PIATTINO.
“Certo che per essere una fiera dedicata alla gastronomia c’è veramente poco da mangiare”
“Beh, è un congresso, non un buffet. Ma in effetti ho fame. Ora capisco come si sentono i cormorani addestrati alla pesca in Giappone”
“Prego?”
“Poco fa, alla degustazione di sakè, hanno descritto questa tecnica tradizionale che consiste nel legare una corda al collo del cormorano…”
“…”
“…così che quando il cormorano agguanta il pesce non riesce a inghiottirlo, e il pescatore lo preleva comodamente dal suo gozzo. Anche qui, se per caso riesci a mettere le grinfie su del cibo, dietro di te compare una collega e tu per cavalleria glielo cedi.”
“…Povero cormorano.”
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SUL PALCO, IL CELEBRE E MAESTOSAMENTE IMPOMATATO CHEF SPAGNOLO QUIQUE DACOSTA COMPONE UN SONTUOSO PIATTO CON GAMBERI DI DENIA.
“Ora è il momento di aggiungere le alghe. La tipologia utilizzata varia a seconda di ciò che troviamo di giorno in giorno dal nostro fornitore di alghe”.
(giornalista, sottovoce al vicino) “Eri tu che stavi lavorando a un pezzo sui nuovi mestieri del cibo? Segna: il macellaio-celebrità è out, il coltivatore di alghe è in”.
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EVENTI ESCLUSIVI EXTRA CONGRESSO, OVVERO TECNICHE PER APPURARE LA GERARCHIA DEL BRANCO.
“Giovedì scorso mi hanno scritto per invitarmi alla cena di [inserire ristorantone]”
“Bello.”
“Lo dici tu. Sull’invito c’era come data ultima per confermare la presenza il giorno precedente a quando mi hanno contattato”
“…”
“Insomma, hanno mandato l’invito ai giornalisti della lista A, poi a quelli della lista B, poi a quelli della lista C…”
“Oh no”
“E infine a me.”
“…”
“Sono stato D-listato”
“Vai lo stesso?”
“Chiaro.”
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EVENTI ESCLUSIVI EXTRA CONGRESSO. DURANTE.
“Oh, avete sentito che l’Algida ha rifatto il Winner Taco?”
“Finalmente”
“Era ora”
“Le nostre preghiere sono state ascoltate”
“Anche se quello che mi manca veramente sono i biscotti Palicao.”
“Anche a me”
“Ci facevo la cioccolata in tazza più buona che abbia mai mangiato”
“Io il budino”
“Petizione al Mulino Bianco?”
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EVENTI ESCLUSIVI EXTRA CONGRESSO. DURANTE.
“Facciamo un drinking game?”
“Certo. Regole?”
“Si beve ogni volta che uno dei commensali dice nota iodata, umami o verticalità”
“Dai!”
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AL CONGRESSO: LE INTERVISTE AGLI CHEF.
“Interessantissimo, ti dico. Lo chef mi ha spiegato come oltre al quinto sapore, l’umami, ne esista anche un sesto: l’amami”
“Mai sentito. Che sarebbe?”
“Non è stato facile farglielo definire. Mi è parso di capire che sia simile all’umami, ma più dolce.”
“Ad esempio?”
“Il latte materno.”
“…”
[Crediti | Link: Mangiare a Milano, Salani. Immagini: Twitter/Luciana Squadrilli, Slawska G Scarso, Loredana Saporito]