Un post per discutere di programmi di cucina in tv che nessuno leggerà visto che di programmi di cucina in tv ce n’è ogni due per tre e il galateo dello spettatore non prevede differenze, se non minime, tra uno e l’altro.
Nei programmi di cucina in tv alcune persone concorrono (aspiranti chef, aspiranti ristoratori, aspiranti pasticceri, aspiranti grigliatori), altre giudicano (chef, ristoratori, pasticceri, grigliatori), alla fine uno vince, quasi sempre la stessa cosa (stage da uno chef, ristoratore, pasticcere, grigliatore).
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Masterchef è così. Cucine da Incubo è così. Bake Off Italia è così. I re della griglia è così. Sarà così Il più grande pasticcere, dal 25 novembre su Raidue, con Caterina Balivo (?) e tre giudici (indovinate un po’) pasticceri: Roberto Rinaldini, Luigi Biasetto e Leonardo Di Carlo.
E’ tutto così prevedibile che da telespettatori beneducati quali siamo ci sentiamo in dovere di intrattenerle noi le star dei programmi di cucina in tv: forza, su, facciamo una cosa diversa, sdrammatizziamo sta routine.
Va un po’ meglio con La chef e la boss, protagoniste Viviana Varese, chef stellata che guida il ristorante Alice nella sede di Eataly a Milano e la sua socia Sandra Ciciriello, maitre e sommelier. La chef e la boss, su Real Time il venerdì alle 23:45, racconta senza cliché il ruolo delle donne nel mondo del lavoro partendo da quando l’anno scorso, Oscar Farinetti offre a Viviana e Sandra di chiudere Alice, per riaprire il ristorante qualche mese più tardi dentro Eataly.
Almeno si può capire cosa significhi gestire una macchina complessa come un ristorante stellato dove ogni ingranaggio va incastrato alla perfezione.
Ma il punto è che siamo spettatori pazienti di un modo logoro di raccontare storie, e sogniano di consumare le nostre vendette.
Sì, ma come? Non fate i dinosauri, sapete benissimo che la risposta è: guardano i programmi di cucina sul web.
Vi abbiamo già parlato di Vice: “rivista internazionale di successo, con un canale satellitare di successo, siti web localizzati in più lingue di successo, tutto sostenuto da una agenzia pubblicitaria di successo che vende il pubblico giovane e cool di Vice (chiamateli millenial) a marchi internazionali di successo”.
Munchies è il canale con cui Vice vuole avvicinare la generazione Y al cibo. Il mondo patinato dei programmi di cucina in tv viene rinnegato. E se è vero che i giovani la stanno lasciando è perché la tv non fa cose come queste.
Cose come F*ck, That’s Delicious che ha per protagonista Action Bronson, rapper con carriera parallela da chef.
O come Huang’s World.
O come Being Frank.
O come Girl Eats Food.
O come Chef’s Night Out.
C’è vita e narrazione, grandi personalità, video brevi ad alto tasso di gastrohipsterimo o documentari sugli chef del momento dall’insolita lunghezza.
Rigenera prendersi dei rischi, cambiare le cose, switchare, dare la telecamera a uno di 25 anni.
Passate la voce, allontanarsi dai bolsi talent di cucina si può, altrimenti ve la meritate Benedetta Parodi.