Caro Valerio M. Visintin che ogni sacrosanta settimana incaselli nelle classifiche di ViviMilano, prezioso inserto di metà settimana del Corrierone, qualsivoglia forma di vita edibile del meneghino, e questa settimana, con una pazienza tanto santa che quasi fatichiamo a immaginarla, l’hai fatto con i cupcakes, quei graziosi aggregati glicemici imbellettati con cremine melense per cui le donne italiane sembrano aver perso la trebisonda, ecco Valerio M. Visintin, noi non ce l’abbiamo con te: massimo rispetto.
Prima di metterti chino sulla tua scrivania per compendiare il lavoro fatto in pasticceria, che chissà quanto ti avrà alzato il tasso glicemico, non potevi certo sapere dei cronuts, giacché nessuno ne aveva ancora parlato in Italia (se per certe essenziali notizie non ci fosse Dissapore, come farebbero gli italiani).
I cronuts, caro Valerio M. Visintin, escono dallo stesso zuccheroso barile della pasticceria americana che pensavamo di aver raschiato con i cupcakes e successive gemmazioni (whoopie pie: agglomerati di nulla però multicolor; cake pops: ibridi inspiegabili tra torta e lecca lecca).
Come dice il nome, sono incroci tra un croissant e un doughnut, la ciambella americana: strati di pasta sfoglia prima fritti, poi ricoperti di zucchero, infine riempiti di crema. A lanciarli è stata la Dominique Ansel bakery, pasticceria newyorkese che di chic&chip non ha certo la seconda parte.
Mentre le azioni dei cupcakes sono in caduta libera, i cronuts, apparsi per la prima volta venerdì 10 maggio, causavano file interminabili e sonori litigi già pochi giorni dopo.
Così la bakery ha deciso di limitare la produzione e di lanciare un nuovo gusto ogni mese – i cronuts di maggio erano ricoperti di zucchero aromatizzato alla rosa e petali di rosa cristallizzati, farciti con crema alla vaniglia di Tahiti.
La sicura conquista dell’Italia da parte dei cronuts, magari tra qualche mese, magari con il traino di un episodio di Girls, non ci impedisce comunque, caro Valerio M. Visintin, di riprendere la tua top ten dei 10 cupcakes come apparsa oggi su ViviMilano.
Mentre con il pensiero già assaporiamo la tua futura classifica milanese dei cronuts. Abbiamo già detto cronuts?
1. 202 Hamburger & Delicious, Corso di Porta Ticinese, 6.
Cupcake preparati su due basi: cioccolato e vaniglia, con decorazioni ai frutti di bosco e gocce di cioccolato. 2 euro l’uno.
2. La Ciribiciaccola, viale Romagna, 10.
Alla vaniglia, double chocolate, cioccolato bianco, yogurt greco, con frosting (copertura) di crema al formaggio, glassa di zucchero, ganache di cioccolato. 1,90/2,70 euro l’uno.
3. Farina del mio sacco, via Eustachi, 17.
Base di vaniglia o cioccolato, copertura all’italiana: crema pasticcera, di gianduia, di formaggio, o panna montata. 1,80/2,50 euro l’uno.
4. American Dunuts, via Settembrini, 26.
Cupcake con quattro impasti (cioccolato, vaniglia, carota, banana) e infinite decorazioni. 2,50/3,50 l’uno.
5. Sweet Mama, via Morosini, 51/1.
Cupcake semplici o con decorazioni fantasiose su ordinazione. Da 3,50 euro l’uno.
6. Milano Bakery, via Melchiorre Gioia, 35.
Cupcake a base vaniglia, cioccolato, cappuccino, nocciola, persino tè matcha su prenotazione. 1,50 euro l’uno medi, 1 euro mignon.
7. California Bakery, piazza Sant’Eustorgio, 4.
I cupcake decorati con frutta fresca o secca sono una presenza saltuaria ma si possono ordinare. Da 6 euro l’uno in su.
8. That’s Bakery, via Vigevano, 41.
Al cioccolato, alla vaniglia, al cappuccino, con zenzero cannella e chiodi di garofano, al limone e cioccolato. 3,20 euro l’uno.
9. Cupcake Couture, via De Amicis, 7.
Cupcake in una trentina di varianti con coperture alle creme o in pasta di zucchero.
10. Vanilla Bakery, via San Sito, 2.
Una quindicina di gusti, cioccolato fondente, pistacchio, castagna con granella di meringa. 3 euro l’uno, 1,50 mignon.
11. Di viole di liquirizia, via Madonnina, 10.
Due le basi e infinite le coperture (anche red velvet, cioccolato con crema di formaggio). 3 euro l’uno.
12. Vintage Bakery, via Tahon di Revel (ingrsso di fronte al 21).
Cupcake in interpretazioni anche creative con gusti come lime, lavanda, rosa, cappuccino. Su ordinazione. 3 euro l’uno.
[Crediti | Link: Mangiare a Milano, Dissapore, Jezebel. Immagini: Jezebel, Southern boy dishes]