Essere uno scrittore di viaggio, o “travel writer” –che sicuramente fa molto più figo–, è un lavoro che sogniamo tutti. Perché al netto di chi ama fare l’avvocato o il broker, viaggiare in lungo e in largo il mondo resta stimolante. Specie se completamente spesato.
Ma non è un lavoro per signorine, oh no! [related_posts]
Leggete anche voi gli appunti di una travel writer americana sui cibi meno invitanti (mettiamola così) che ha dovuto provare nei suoi viaggi intorno al mondo.
Oppure leggete, mentre idealmente ci stringiamo a lei, il nostro aggiornamento sul tema: i cibi più repellenti del mondo.
10. Zuppa di serpente (Hong Kong).
Lunghe strisce filamentose di carne di serpente che si bloccano tra i vostri denti e che riuscite a rimuovere solo dopo diverse ore di operazioni dentistiche davanti allo specchio del bagno di un hotel. Nemmeno la brodaglia d’accompagnamento la rende meno indigesta.
9. Poutine Râpée (New Brunswick, Canada).
Una simil pallina di carta inumidita che assume (quasi) le sembianze di un purè di patate che sgocciola fradicio una melma gelatinosa. Si apre a metà e, all’interno, la sorpresa: un catarro rosato che si rivela carne di maiale.
8. Formiche (Cambogia).
Deliziose, si dice, ma non sono quelle che Rene Redzepi serve al Noma. Croccanti comunque, e al limone, uno snack perfetto. Le zampette sono adorabili. Unica controindicazione: il bisogno impellente di vomitarle poche ore dopo.
7. “The Beverly” (World of Coca-Cola, Atlanta).
“Quando si arriva alla zona di degustazione, non dimenticate di provare The Beverly … la nostra bevanda più chiacchierata!” Questo è ciò che spiega la guida all’inizio del tour nel World of Coca-Cola di Atlanta. La reazione, bevendo quella porcheria? Precipitarsi a sputarla nel lavandino più vicino! Sciroppo della tosse del 19° secolo, col gusto di albero virato alle erbe (?). Tutto, senza via di scampo, gassato.
6. Cena Comunista – Picadillo (Cuba).
Emily racconta “Sono abbastanza sicura che si trattasse in realtà del picadillo, un piatto di carne macinata speziata, di solito delizioso. Ma sotto le luci fluorescenti di questo ristorante dell’Havana gestito dal governo, sembrava più il disastro accadutomi quella volta che mio fratello guidò la Gravitron, dopo avermi fatto mangiare chili cheese fries”. L’ho lasciato così perché rende l’idea.
5. Souse (North Carolina).
Carne in scatola su pane bianco con maionese e lattuga? Livermush e uova? Indigesti mattoncini di budino di sangue? Va bene tutto. Ma la parte insopportabile sono i pezzi di grasso in gelatina, decisamente gommosi.
4. Balut / Khai luk (Laos).
L’uovo lo mangiamo tutti, okay. Ma questo è diverso. Questo è un vero embrione sviluppato per metà, con ossa, piume e becco al seguito, rannicchiato in posizione fetale e avvolto in una membrana sporca di sangue. La regola del “Non guardare, mangia e basta!” qui non credo funzionerebbe.
3. Natto (Giappone).
La consistenza del cemento, ma gommoso, più un puzzo di marcio a metà tra il pesce e le rane morte. Ma non c’è nessuna carne dentro. Solo soia, soia, e soia. Vegetariani, prego, servitevi.
2. Durian (Singapore).
Basta riportare che cosa pensa Anthony Bourdain del sapore di questo frutto tropicale: “Sembra come baciare alla francese la nonna morta”. Serve altro?
1. Cuore di serpente (Vietnam).
Descritta come un’ostrica sanguinosa. Oppure come un grosso grumo di muco dopo che ti è sceso il sangue dal naso. Solo pulsante.
Okay, la mia parte l’ho fatta. Vi ho rovinato la giornata, vi ho fatto rimasticare la merenda, vi ho levato ogni residua voglia di vedere il mondo. Vendicatevi. Due o tre viaggi li avete fatti anche voi, giusto?
Allora, volete aggiornare la nostra lista di repulsioni? Avete osato mangiare il cuore di serpente?
[Crediti | Link: The Hairpin. Immagini: Flickr/David Dang, Flickr/Sir Johnny Capote, Flickr/Michelhrv, Flickr/Hiku, Flickr/Southern Breeze, Flickr/Stefan Flores]