Folgorata dalla scoperta che è possibile non rinunciare al piacere dei ristoranti più esclusivi e costosi facendosi pagare la cena, ho letto tutta d’un fiato la storia di Erin Wotherspoon, indecisa se farne la mia prossima eroina. Erin Wotherspoon, chi è costei? La 23enne canadese spigliata e carina che cerca uomini sui siti di dating per scroccare al ristorante, ma attenzione: solo primi appuntamenti, non si va oltre.
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A raccontarlo è proprio lei, in un blog dall’esplicativo titolo “A penniless girl, bad dates and plenty of oysters” (Una ragazza squattrinata, cattivi appuntamenti e numerose ostriche)”. Ragionamento semplice il suo: sono giovane, foodie, non posso permettermi i ristoranti che vorrei, ci metto la compagnia, tu la cena, chi vivrà vedrà. E fa anche le recensioni dei ristoranti.
Scusate, ma sento il bisogno di ricapitolare.
Primo appuntamento. Arriva il conto sul tavolo. Il gesto virile con cui l’uomo tira fuori il portafoglio risulta sempre gradito a noi donne. Ma non lo diamo per scontato, anzi: i menù senza prezzi per signore irritano oltremodo le nostre coscienze. A complicare le cose, in un mondo difficile per i single ambosessi, arriva HiDine, sito di dating online dove vige una sola regola: ci si incontra al ristorante, il conto lo paga lui.
HiDine funziona come un normale sito di incontri (mi dicono, eh, perché non ho mai frequentato). Una ragazza si iscrive, inserisce il suo profilo includendo tra l’altro:
— gusti culinari
— tipo di ristorante preferito (vi accontentate della bettola o avete bisogno dei tovaglioli di lino?)
— tipo di conversazione preferita (l’etica di Kierkegaard o la cresta di Neymar?),
— tipo di aspettative sull’appuntamento (toccata e fuga o matrimonio?).
A questo punto, gli uomini possono contattarla. No, non può essere lei a scegliere chi le interessa, al massimo può fare wink – qualunque cosa voglia dire – a chi ha un profilo interessante. Poi però dev’essere lui a invitarla a cena.
“Avere gusti culinari simili può aiutare a coltivare una relazione sana” scrivono quelli di HiDine. E qui annuisco. Chi più di noi sa quanto il modo di mangiare una fonduta anticipi il successo o la disfatta di un appuntamento? Leggo ancora “La cavalleria è viva!” e annuisco di nuovo, Hi-Dine ci stai dando una speranza.
“Gli uomini pagano ai primi appuntamenti. Tu spendi abbastanza tempo e soldi in vestiti, scarpe, prodotti di bellezza e per i capelli“. Qui smetto di annuire e percepisco un vago senso di disagio.
No, l’attaccamento alla causa femminista non c’entra. Ho accettato innumerevoli un paio di appuntamenti malgrado sapessi già come sarebbero finiti (lui prova a baciarmi, io faccio testina, lui chiede di rivedersi, io mugugno qualcosa su prossimi trasferimenti in Nicaragua). Perché l’ho fatto? Beh, i malcapitati mi avevano invitato in un ristorante che non potevo permettermi ma morivo dalla voglia di provare.
Però Erin Wotherspoon esagera.
Quando mangiare bene non è un modo per conoscersi (e silenziosamente giudicarsi) ma un’attività che modella i rapporti socio-sentimentali, allora qualcosa non va.
E poi che noia una vita di primi appuntamenti. La fatica di abbinare il vestito alla borsa. I momenti di silenzio. Il mesto ritorno a casa se le cose non vanno bene. Un eterno coitus interruptus, con rispetto parlando. No dico, volete mettere con quel delizioso e rassicurante momento in cui l’intimità che si è creata vi permette di mangiare il sordido takeaway ordinato dal cinese stravaccati sul divano e ancora in pigiama?
Ma non voglio mettere le mani avanti. Per ora HiDine è attivo solo negli Stati Uniti. Quando arriverà in Italia, vi iscriverete?
[Crediti | Link: Corriere, A penniless girl, bad dates and plenty of oysters, HiDine. Immagine: The Observer]