1) Il marketing di fidelizzazione nei confronti dei clienti dei fast food inizia da bambini. Questo è emerso dal libro “Fast Food Nation: The Dark Side of the All-American Meal” di Eric Schlosser e da un altro libro James U. McNeal “Kids As Customers” (I bambini come clienti).
Questa non è una notizia. O almeno: non è una novità. Lo diventa però quando si concretizza nel famoso Happy Meal. Quando i nostri figli mangiano un hamburger dell’happy meal siglano un contratto vitalizio di amore (e di acquisto) con McDonald’s. Con tutte le conseguenze per la salute.
2) McDonald’s è il più grande distributore di giocattoli al mondo. 1.5 miliardi di giocattoli all’anno, che inserisce nell’Happy Meal. Più di Hasbro e Mattel.
3) Negli Stati Uniti a causa di questi gadget distribuiti col menu, McDonald’s è il ristorante preferito dai bambini.
4) La follia. L’idea di pranzare con un lunch box è così lusinghiera, che anche gli adulti si comprano l’Happy Meal (io devo riconoscere che a volte l’ho fatto. Certo, non mangio un hamburger da McDonald’s dal 2002, ma questo è un altro discorso).
5) Chiedi una partnership e ti sarà data. McDonald’s spende molto in promozione e marketing, di conseguenza stringe accordi con tutti. Le Olimpiadi, la Disney, i Teletubbies. Negli Stati Uniti la NBA, in Europa gli Europei di calcio.
6) Finché la Disney nel 2006 ha deciso che l’accordo con McDonald’s non s’aveva più da fare. L’idea di famiglia della Disney collide con quella di fast food (infermiere, chiamate un infermiere). Ma soprattutto: McDonald’s è fra i marchi colpevoli dell’obesità infantile negli Stati Uniti. Un’onta per Disney.
7) Nuove forme di proibizionismo all’americana. San Francisco ha bandito gli Happy Meal perché fanno male ai bambini. O meglio: ha proibito di includere i giocattoli nel menu. Ma McDonald’s ha trovato un modo per aggirare il problema vendendo i giocattoli per 10 centesimi di $, con l’obbligo di acquistare un Happy Meal. Investire in un programma di educazione dei genitori, dei bambocci, e di tutti, no?
8) La versione più salutare di Happy Meal fa comunque molto male ai bambini. Nonostante abbiano introdotto delle fettine di mela invece del dessert, abbiano diminuito la porzione di patatine fritte, e abbiano dato la possibilità di scegliere il milkshake di latte magro, il menu si aggira sempre sulle 600 calorie.
9) La versione italiana dell’Happy Meal non se la passa poi meglio. Altamente calorico è anche il calzone (e crediamo con vari conservanti e grassi saturi). Pure l’hamburger tailandese, che non è di manzo ma di maiale, ed è più grasso.
10) Fidelizzazione: ci provano anche online. Negli Stati Uniti, oltre ai gadget, per i marmocchi c’è un sito su cui vengono offerti contenuti (come gli ebook) per bambini.
11) Le buone notizie: le vendite di happy meal sono diminuite. Ma sono aumentate quelle dei menu più sostanziosi: i bambini sono diventati adulti.
12) Considerazioni di un’italiana. Diciamolo: 600 calorie a pranzo/ cena per un bambino non sono tante. Il problema non è il numero di calorie. O meglio, non è il principale problema. Bisogna vedere se la carne degli hamburger è grassa, com’è l’olio di cottura delle patatine ecc. Non dubitiamo che un Happy Meal non rappresenti il massimo del salutismo per un bambino.
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Ma se lo si concede una volta a settimana, come fanno la maggior parte dei genitori italiani, direi che ci può stare senza troppo demonizzare. Del resto, se la mettiamo in termine di calorie, con una pizza prosciutto e funghi, una coca cola e un gelato si va sicuramente sulle 600 calorie.
Tutto sta a vedere in che misura gli ingredienti utilizzati sono buoni.
Ma non fatemi dire banalità di venerdì mattina.
[Crediti | Immagini – Flickr: Celia Ludwinski, Chicago Bulls, Gianni Ferraro, misstaito, Greg Lunzer, Love Limzy, Salvo, McDonald’s Switzerland]