Come un qualunque lettore di Dissapore indignato per i prezzi da spennaturista di Baja Sardinia, in Costa Smeranda, Flavio Briatore, il milionario che da proprietario del Billionaire ha inventato la doccia allo champagne, è sbottato ieri su Twitter:
“Chi fa questi prezzi dovrebbe essere multato, è una vergogna”.
A chi si domanda cosa sia capitato di tanto sconvolgente chiediamo ancora un attimo di pazienza. Ci serve per un breve riassunto delle puntate precedenti.
Nella tambureggiante estate dello scontrino postato sui social network si sono susseguiti senza soluzione di continuità:
sale nella Corona pagato 80 centesimi, bottiglie d’acqua a 9 euro, caviale e champagne a 13000, il famigerato supplemento musica a 42 euro.
E ora lo scontrino che, segno dei tempi, ha tramutato Flavio Briatore dal brillante rais della Costa Smeralda che era in un fumantino indignados 2.0.
Okay, mentre rimettete la mascella al suo posto, vi espongo i fatti.
La scena del delitto è il Phi Beach di Baja Sardinia, beach club superbamente ambientato tra le rocce, incensato persino dal New York Times. Vittima: Gabriele Parpiglia, giornalista (Gazzetta dello Sport, Chi, Tv Sorrisi e Canzoni, Panorama) e autore di programmi Mediaset. L’arma è invece uno scontrino da 120 euro. Pagati, ma se preferite “estorti” per quattro succhi di frutta (gusti Ace e ananas, nel caso interessi) e due bicchieri di vino: sei richieste da venti euro l’una, per un totale deliziosamente tondo.
Parpiglia legge, paga senza batter ciglio, ma fa ciò che il galateo dell’estate impone, un vero tormentone: fotografa lo scontrino e lo twitta commentando: “Ha ragione @BriatoreFlavio ecco perché si scappa dalla Sardegna. Un succo di frutta 20euro in bicchiere con ghiaccio”
Tirato in ballo per l’egemonia culturale che rappresenta, che fa @BriatoreFlavio, non interviene?
Certo che sì. Prima manifesta la sua riprovazione “chi fa questi prezzi dovrebbe essere multato.. è una vergogna..”. Poi, guida l’accesa discussione che segue tra chi giustifica il prezzo con la location esclusiva (pochi) e chi lo stigmatizza gridando alla rapina (la maggior parte). Fioccano gli aneddoti, da Venezia a Porto Cervo, che tratteggiano la consueta immagine di un Paese rovinato dai ristoratori che non capiscono di farsi male con le loro stesse mani. Su tutto gli addentrati tweet briatoriani:
@BriatoreFlavio puntualizza che “al Billio con Musica etc paghi qualunque drink 15 €”. Definisce gli altri, quelli che costano 5 euro in più, una vera follia. Bacchetta pure gli ignari bagnini “costa smeralda puoi pagare per 4 sdraio a bordo piscina alle 5 pm 600€ .in sardegna si semina panico…”. Si difende con l’inconfondibile stile da chi lo accusa di predicare bene e razzolare male.
Ma mentre il fattaccio, oltre a Briatore nell’insolita veste di censore, rimbalza di quotidiano in quotidiano, il Phi Beach non se ne sta con le mani in mano. E risponde pubblicamente.
“Ci sorprende abbia destato tanto scalpore uno scontrino di 120 euro per sei consumazioni servite ad un tavolo di un locale che accoglie una media di 5.000 clienti al giorno nel mese di agosto. Un club in cui l’ingresso è assolutamente libero e gratuito con consumazione facoltativa.
Siamo lieti che lo scontrino sia stato dato alla stampa poiché questo dimostra la totale trasparenza della nostra gestione.
I prezzi dei drink e del servizio offerto sono regolarmente indicati sulle cocktail list e comunque i nostri clienti sono liberi di consumare i drink al tavolo con servizio dedicato o in qualunque altra parte del locale, senza servizio, ad un prezzo inferiore”
Siamo alle solite. La Costa Smeralda non è Rozzano, con tutto il rispetto, ci sono tramonti e tramonti, e quello del Phi Beach offre sfumature alquanto preziose (l’aggettivo non è scelto a caso). Sì, certo, i prezzi erano correttamente indicati sul menu, ma basta questo, intemerate di Briatore a parte, a giustificare 120 euro per 2 succhi e 2 bicchieri di vino?
[Credits | Immagini: tzetze.it, gossipetv.com]