Chi l’ha detto che viviamo nell’era della gastronomia, che in televisione è più facile imbattersi in un cooking show piuttosto che in un telegiornale e che le strade sono stracolme di gastro-nerd alla ricerca dell’ultimo presidio Slow Food e di hamburger di fassona? Tutte menzogne. C’è chi la pensa esattamente al contrario. Per esempio gli chef.
Consapevoli della brevità e della sporadicità delle fiere e degli eventi legati al cibo, ma soprattutto della bassa esposizione del loro lavoro, i cuochi italiani, con qualche doverosa eccezione internazionale, si sono incontrati a Montecarlo e hanno dato vita a una nuova associazione chiamata Reflusso.
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Tanti i propositi per diffondere il verbo, soprattutto tra l’inaccettabile popolo dei discount e del fuori stagione, ma l’atto fondativo è stato la nascita di un rivoluzionario festival della cucina. Itinerante e sfiancante.
Durerà infatti dal 1 giugno al 30 ottobre e si chiamerà Intrusioni Domestiche. La massima aderenza al titolo della manifestazione è confermata anche dal lancio pubblicitario che recita “Dovunque siete, dovunque andrete ci sarà un cuoco inflessibile pronto a educarvi al gusto“.
Ogni città avrà una squadra di chef pronti a entrare nelle vostre cucine senza preavviso (attraverso un sistema di ricerca random su Google Maps) e con una busta di alimenti del territorio. Seguiti da 2 registi, 11 assistenti, 34 operatori, un fotografo di scena, un consulente sentimentale, un preparatore atletico e una foodblogger nuda, prepareranno una cena epocale composta da 13 portate sul tema della cottura in anfora a 22 gradi.
Importante il supporto tecnologico e il rilancio social. Al fianco dei profili Facebook, Twitter, Instagram, FourSquare e Tumblr, quelli di Reflusso hanno pensato di inaugurare il nuovo social network a tema gastronomico “Impiattami”, pensato per far redimere tutti quelli che non si impegnano nella presentazione del loro spaghetto al pomodoro preferito.
L’applicazione “Reflussi Domestici”, invece, ha la funzione di monitorare la situazione delle cucine, la salute degli abitanti, eventuali collusioni violente o momenti piccanti, ma anche la necessità di rifornimenti. Che sono esclusivamente a carico degli inquilini. Possibile segnalare anche eventuali anomalie, presenze di scatolame o di surgelati, rifornitori illegali di junk food e tenere a bada le attività dei dissidenti attraverso un sistema di intelligence affidata a “I Gastrostronzi” .
Quello che la cartella stampa dell’evento non dice però, è che anche a pasto completato sarà impossibile liberarsi di questi sedicenti cuochi che si installeranno a casa vostra intrufolandosi nel frigo, sporcando, predicando e pontificando su ogni aspetto della vostra vita e sul nutrimento della vostra prole, o degli animali domestici. E punendo chiunque faccia la spesa al supermercato con una settimana a base di ceci, rapa rossa e pasta di kamut.
Inutile anche chiamare le forze dell’ordine, impegnate a smaltire il carico di fritto italiano a km o che raggiungerà qualsiasi avamposto.
Poco gradite, infine, anche le figure giornalistiche.
Questo però è l’unico punto che mette d’accordo invasori e invasi. Da una parte le famiglie si sentono incapaci di sfamare il celebre appetito degli scriba gastronomici, dall’altra gli chef selezionati non reputano ragionevole qualsiasi facoltà critica e stanno pensando di permettere l’accredito solo a chi ne celebri l’arte culinaria con una media di 5 foto al minuto e indossi abiti e accessori con gli stessi loro sponsor.