[Spoiler: alla fine del post chiedo qual è il vostro piatto da fine del mondo e rendo noto il mio]. “Mi produci un post su Festa a Vico?” chiede l’editore via mail, e io: “Certo!” rispondo incauta. Come raccontare a tutti, e per tutti intendo non solo a noi fissati con ristoranti, chef, alta cucina e bla bla, la più curiosa sfilata di eccellenze gastronomiche che ci sia in Italia? Faccio appello al sito e leggo: “Festa a Vico di Gennaro Esposito” puntini puntini “E tutti giù per terra: ovvero il mio piatto da fine del mondo”. Partiamo da qui.
Gennaro Esposito è quel cuoco simpatico e robusto che abbiamo visto spesso in TV (per esempio a La notte degli chef), conosciuto dai gourmet world wide per la bravura ai fornelli, la minestra di pasta mista di Gragnano, le due stelle Michelin che illuminano la Torre del Saracino, il suo ristorante di Vico Equense (NA).
Da ormai 9 anni, quando si fa giugno, Chef Esposito raduna tutti i cuochi d’Italia –non è un eufemismo– mettendoli a cucinare in riva al mare. Per inciso, il mio sostengo morale va a David Aiello, punto di riferimento della macchina organizzativa, che mette d’accordo le esigenze di circa 170 chef tra stellati ed emergenti (riuscite a immaginare la difficoltà?) e 600 operatori di settore, affiancato da Celeste, Maria e dallo stesso Gennaro.
Insomma, il colpo d’occhio di Festa a Vico è questa sterminata e caotica fila di cuochi bravissimi, ognuno dietro al suo banchetto, intenti a distribuire un piatto ispirato dal tema che ogni anno Chef Esposito propone. Il mio piatto da fine del mondo, per l’edizione 2012. Tra chef, pubblico pagante e giornalisti (blogger senza tesserino inclusi) la distanza è ridotta a zero. E’ una Festa, come suggerisce il titolo, dove si mangia e si beve roba buonissima, fino a scoppiare, dove si parla, si ride, si balla.
Siccome è impossibile assaggiare tutto, andando a Festa a Vico si sviluppa la capacità di scegliere tra circa 80 piatti per volta usando occhi e naso, valutando il fattore fila e considerando le simpatie o antipatie personali. Qualcuno si starà chiedendo: “Tutto questo trambusto per una sola serata in Penisola Sorrentina?” Macché, troppo facile. I giorni della manifestazione sono 4 (quattro), dal 3 al 6 di giugno.
Funziona così.
Domenica 3 giugno, dalle 18 in poi, sulla spiaggia di fronte al Torre del Saracino, alcuni cuochi del calibro di Moreno Cedroni, Davide Scabin, Antonino Cannavacciuolo, Andrea Berton, Valeria Piccini e bla bla, si alterneranno sul palco per dare consigli ai cuochi più giovani, agli aspiranti cuochi, a tutti gli ospiti. Poi si mangia, si beve, si balla ‘che ogni tanto va fatto altrimenti ci piglia la depressione.
Il 4, lunedì, è il primo giorno di Festa a Vico per come la conosciamo: tocca agli oltre 50 chef emergenti stazionare dietro ai banchetti e distribuire pasti. Il posto, come ogni anno, è l’inantevole complesso turistico Bikini. Quindi si mangia, si beve, si balla.
Il 5, martedì, tocca agli chef stellati con la stessa dinamica: al complesso turistico Le Axidie si mangia, si beve, si balla.
Il 6, mercoledì, c’è la giornata dedicata alla pizza. Al Ristorante Pizza a Metro i più grandi interpreti dell’italico alimento si confronteranno su tecniche e segreti durante “La pizza centimetro per centimetro”. Poi si mangia, si beve e si torna a casa. Un tantino malinconici.
Spero di aver reso l’idea, se non ci fossi riuscita, invito i visitatori delle passate edizioni a lasciare qui il loro contributo mentre invito tutti a navigare il sito ufficiale per il programma, le modalità di accredito e di acquisto dei biglietti (il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza).
Un’ultima cosa: il mio piatto da fine del mondo? La cipolla fondente di Salvatore Tassa, Le Colline Ciociare, Acuto. L’ho detto.
[Crediti | Link: Dissapore, Festa a Vico, Bikini, Axidie, Pizza a metro]