Sedetevi e respirate profondamente prima di continuare.
Ora leggete parola per parola la parte più sprezzante della risposta con cui ieri sera McDonald’s ha umiliato Slow Food, e rispedito al mittente le critiche del fondatore Carlin Petrini.
“Noi siamo soddisfatti e orgogliosi di servire in Expo 6000 pasti giornalieri di qualità e a un prezzo accessibile, con ingredienti che provengono dagli agricoltori italiani, migliaia di persone ci scelgono liberamente, magari dopo essere passate a visitare l’immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food.
Passo indietro.
Il giorno prima, inaugurando il Padiglione dell’associazione che ha fondato, Carlin Petrini aveva criticato così la presenza di McDonald’s all’interno di un’esposizione universale che, come sapete, è dedicata a cibo e sostenibilità del pianeta:
“Quando il commissario Giuseppe Sala dice che a Expo c’è posto per tutti, che ospita Slow Food e McDonald’s insieme, a me viene un’aritmia. Perché davanti a chi vende un panino con la carne a un euro e venti come si fa a spiegare il valore e i prezzi di chi alleva e produce secondo certi criteri? In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonald’s, è importante capire la differenza che c’è tra il prezzo e la qualità”. [related_posts]
Il fondatore di Slow Food è stato critico anche con Expo, che ha definito un’opportunità persa per mancanza di contenuti, disapprovando le scelte di alcuni paesi che con i loro padiglioni “ostentano opulenza in un mondo in cui si muore di fame”.
Ma a prendersi tutta la scena è la risposta di McDonald’s, simbolo del fast food multinazionale, in passato protagonista di altri battibecchi con Slow Food (promemoria: Slow Food viene fondata nel 1986 anche per reazione all’apertura di un McDonald’s a Roma) ma mai con questo livello di arroganza e violenza verbale.
“Ci domandiamo perché chi proclama l’importanza della biodiversità non accetti poi l’idea della diversità dell’offerta, e soprattutto non dimostri rispetto per la libertà e la capacità di scelta delle persone”.
E a seguire l’attacco finale, quello di un pugile che vede l’avversario in difficoltà, barcollate, e sferra il colpo del ko.
“L’ideologia non sfamerà il pianeta. Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale: è triste pensare che abbia ancora bisogno di opporsi a McDonald’s per darsi un’identità”.
Ora, fare la parte di quelli che l’avevano detto non è mai gradevole, ma noi ecco, l’avevamo detto.
Ci siamo chiesti, e di rimando abbiamo chiesto a voi, cosa ci facessero due mondi inconciliabili sotto lo stesso tetto, quello di un Expo che non è stato previdente neanche dal punto di vista logistico, dislocando i due padiglioni, uno, quello di Slow Food con finalità soltanto educative, l’altro quello di McDonald’s, che in pratica ripropone uno dei suoi ristoranti, a pochi metri di distanza.
La tregua è durata tre settimane. Al catalogo di un’esposizione già molto controversa ora possiamo aggiungere l’Exporissa. Sotto gli occhi del mondo.
[Crediti | Link: Dissapore, La Stampa, Corriere, Repubblica]