Muoio dalla voglia di raccontarvi una storia piuttosto eccentrica realmente accaduta in provincia di Trento. Ne sono venuta a conoscenza in ritardo sfogliando Mixer, una rivista specializzata distribuita in bar e ristoranti. Va bene, lo confesso, la sfogliavo perché c’era Cracco in copertina ma potete rilassarvi, Carlo Magno qui non c’entra. C’entra invece una curiosa politica anti-crisi attuata in una nota trattoria di Rovereto, si chiama Christian, raccontata in un articolo a firma di Stefano Zerbi.
Ecco i fatti: una giovane coppia si reca a cena nella trattoria della città alpina. Dopo aver mangiato primi e secondi, decide di ordinare un solo dolce con la richiesta di un piatto vuoto per consentire l’assaggio ad entrambi. Al momento del conto, leggendo le diverse voci dello scontrino, scopre con orrore che è gli è stato addebitato l’utilizzo del piatto vuoto. Esatto: “Piatto vuoto = 0.30 centesimi”.
Esterrefatti, e di certo non per l’entità della spesa, chiamano il cameriere e chiedono spiegazioni. Interviene il proprietario che così chiarisce la questione: “Il piatto vuoto si paga perché noi le stoviglie le paghiamo“.
Più tardi spiegherà:
“Alcuni clienti scelgono pietanze diverse e chiedono piatti per dividere le porzioni: noi portiamo il piatto pulito, diamo le posate e il tovagliolo. Ma è la prima volta che qualcuno protesta per i 30 centesimi di spesa che gli addebitiamo. Capita anche che qualche cliente chieda di portarsi a casa il resto della portata, per esempio con il tiramisù, e gli portiamo una vaschetta di plastica, l’americana Doggy bag per intenderci. Ma la facciamo pagare: 50 centesimi. E nessuno ha mai protestato”.
I due saldano il conto senza discutere e poco dopo denunciano l’accaduto al Codacons (Associazione di volontariato per la tutela degli interessi dei consumatori, di cui fa parte l’autore dell’articolo citato).
Pagare il piatto vuoto? Andiamo ragazzi, non sarà troppo? E non è tutto. Zerbi racconta anche che in provincia dell’Aquila è stato denunciato al Codacons un altro ristorante che applica 2€ di sovrapprezzo per chi ordina una porzione singola di una pietanza per poi mangiarla in due al tavolo. Sono basita.
Prima di sparare a zero ho sinceramente bisogno del vostro intervento per farmi un’opinione sulla vicenda. Okay, c’è la crisi ed è un fatto che molti italiani stanno tagliando drasticamente le spese superflue, tipo cenare fuori. Ed è anche un fatto che molti ristoratori faticano ad andare avanti, a pagare gli stipendi, a mantenere un’offerta ampia e di qualità. Giuro, capisco tutte le difficoltà, ma far pagare un piatto vuoto è in effetti la soluzione? Non sarà forse un modo per perdere clienti pur di racimolare qualche spicciolo?
Lascio a voi altre considerazioni.
[Crediti | Link: Trentino, Codacons. Immagine: Ikea]