La notizia ha di nuovo fatto il giro del mondo: dopo 14 anni un hamburger di McDonald’s sembra appena comprato, perfetto, senza tracce di muffa. Lo abbiamo scritto, alla terza reincarnazione la notizia è sembrata subito una leggenda metropolitana.
Leggende sui cibi che non si deteriorano ne circolano molte, ma nel caso di McDonald’s l’obiettivo della storiella sarebbe dimostrare che il perfido gigante del fast food abusa di additivi misteriosi per conquistare la giovinezza eterna. Ora, di motivi per girare al largo da McDonald’s ce ne sono tanti, ma questo probabilmente non c’entra.
Lo dimostra un vecchio test del blog americano Serious Eats ripreso da Il Fatto Alimentare e citato da alcuni tra voi lettori, anche gli hamburger fatti in casa da un mese possono sembrare appena usciti dalla cucina.
La chiave sta nell’esposizione all’aria che disidrata il cibo e tiene lontane le muffe. Perché queste si riproducano, oltre alle spore, è necessaria l’acqua, disidratandosi il cibo viene a mancare uno degli elementi necessari.
Ho deciso di riprodurre il test di Serious Eats per capire davvero cosa succede evitando che la leggenda continui a girare.
TEST
Vivo a Nottingham, Inghilterra, dove compro un hamburger e un cheeseburger nel primo McDonald’s che mi capita a tiro. Non ne prendevo uno da tempo (preferisco nel caso Burger King), lo apro, l’aspetto è oltremodo triste: polpetta stracotta e sottilissima.
Al supermercato compro hamburger e pane.
Ricreare hamburger con il medesimo contenuto d’acqua senza attrezzature specifiche è complicato. Ad ogni modo, ho cercato di riprodurre hamburger dello stesso peso e, apparentemente, della stessa composizione. Ho omesso il dolente cetriolo e quel che sembra un residuo di cipolla.
Gli hamburger comprati al supermercato pesano 110g, decisamente più delle polpette McDonald’s (91g).
Li riduco a circa 70g pressandoli in modo da ottenere spessori simili. Insomma, per fare un hambuger così poco appetibile ci vuole impegno. Faccio cuocere la carne fino a raggiungere la temperatura interna di 70°C mentre scaldo il pane sulla piastra.
Come nel test di Serious Eats metto subito il cheeseburger, che pesa 115g, in un sacchetto da sandwich, così che non si disidrati.
Preparo due hamburger che pesano 90 e 92g rispettivamente.
Metto gli hamburger domestici insieme a quello di McDonald’s in un luogo esposto all’aria ma riparato dal sole diretto, questo a casa mia, dove la temperatura si mantiene stabile intorno ai 21°C e l’umidità intorno al 50%.
Ora non mi resta che monitorare il peso e le condizioni degli hamburger per 30 giorni.
Ci rileggiamo tra un mese.
[Crediti | Link: Dissapore, Il fatto alimentare, immagini: ricbrig]