Caro Dissapore, ti scrivo perchè nella mia città sta succedendo una mezza guerra. Parlo di Pistoia, non so se la stessa cosa accade anche in altri posti. Dunque, da quest’anno l’amministrazione comunale ha deciso di adeguare le tariffe delle mense scolastiche all’indice ISEE (indicatore della situazione economica equivalente). Ciò significa che più una famiglia guadagna maggiore e’ il costo della mensa. In teoria potrebbe essere una scelta giusta.
Il problema sorge quando, ad una famiglia normale, di quelle dove babbo e mamma si fanno il mazzo dalla mattina alla sera per arrivare degnamente a fine mese, vengono chiesti fino a 6,5 euro al giorno per il pasto di una bimba di 4 anni. Faccio presente che nei comuni limitrofi spendono assai meno. Per dire, mentre a Pistoia con indice isee di 15.000 euro, si spendono 108 euro al mese per 20 pasti, a Prato con lo stesso indice, il medesimo numero di pasti costa 71 euro.
Il problema è che a nessuno, in città, sembra interessare quel che a me sembra fondamentale: la qualità della mensa. Il Comune non ne parla e i genitori sono inferociti per il costo. Gli amministratori cantilenano che funziona così anche a Reggio Emilia o a Torino, ma non ci danno strumenti per fare confronti. Io so che Torino ha una carta dei servizi dove spiega in modo dettagliato la qualità del cibo erogato nelle mense. Pistoia no. Pistoia ha una mezza paginetta internet dove spiegano assai poco.
Ho postato una nota su Facebook dove spiego il mio punto di vista.
A questo punto vorrei chiedere ai tuoi lettori, caro Dissapore, se è proprio vero che non interessa a nessuno quel che mangiano i nostri figli fuori casa.
Non credo che le nostre mense siano malmesse come quelle visitate da Jamie Oliver in America, e viste nel programma “Jamie Oliver in Usa: la mia rivoluzione” comunque, dato che gli italiani sono patiti di cibo, o come dici tu, gastrofanatici, possibile che nessuno abbia mai sollevato il problema di come si mangia, e parlo di qualità, nelle mense scolatiche? O mi sono perso qualcosa?
Francesco Feraci, lettore di Dissapore, Pistoia.
[Crediti | Immagine: Panorama ]