Questa settimana diamo i voti a: calamaro inseminatore (ovvero la mania del pesce crudo), Coca Cola, pesto senz’aglio, Festa Artusiana, Firenze4ever, Francia e Borgogna, Cornish Pastry.
CALAMARO INSEMINATORE (E MANIA DEL PESCE CRUDO), voto 4.
La notizia apre inquietanti scenari sull’attuale entusiasmo italiano per il cibo crudo o appena cucinato. Dopo aver mangiato un calamaro bollito una donna coreana di 63 anni ha sentito un dolore in bocca. Arrivata in ospedale ha scoperto che il calamaro le aveva partorito in bocca dodici piccoli calamaretti. Il Journal of Parasitology ha poi spiegato che il calamaro ha inseminato la lingua e altre mucose orali della donna costringendo i medici a rimuoverle dodici piccoli feti che si erano attaccati alla lingua, alle gengive e all’interno delle guance. Che dopo il G.R.A.S (gruppo resistenza anti sushi) debba necessariamente iscrivermi al G.R.A.C? IMPRUDENTI. [Blitz Quotidiano]
COCA COLA, voto 5.
Dubbio: La notizia dell’imminente arrivo di Coca Cola in Birmania con un piano quinquennale (“… e la stabilità” come cantavano i CCCP) va considerata buona o cattiva? Vero, l’invito a investire nel tormentato Paese arriva dal premio Nobel Aung San Suu Kyi e servirà per creare nuova occupazione, ma per un momento ho pensato alle conseguenze sull’alimentazione dei birmani. COLONIZZATORI. [Ansa]
LUCIANO ZEFFIRINO E IL PESTO SENZ’AGLIO, voto 4.
Va bene, il Papa preferisce il pesto senza aglio, ma non è una buona ragione per dirlo impunemente in giro. Luciano Zeffirino, titolare del ristorante genovese che ha ospitato Frank Sinatra (lasciava ai camerieri mance più alte del conto) i presidenti Reagan e Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo, rivela i gusti di Papa Ratzinger mortificando la ricetta originale del pesto. Non era meglio cambiare nome alla salsa? SVERGOGNATO. [Ansa]
FESTA ARTUSIANA, voto 5.
Pur di accostare Pellegrino Artusi, il più famoso gastronomo italiano ogni epoca, con il mondo dei foodblog (?), gli organizzatori della Festa Artusiana si lanciano in un parallelo ardito. Da Repubblica: “Sentite cosa scriveva il romagnolo poco prima della pubblicazione de La scienza in cucina: ‘Vinto dalle insistenze di molti conoscenti, mi sono finalmente deciso di pubblicare il volume la cui materia serviva per solo mio uso e consumo’. Là era la carta stampata a raccogliere i suoi esperimenti culinari, qua ora sono i diari on line dei food blogger”. Speriamo che La Festa Artusiana (16-24 giugno) di Forlimpopoli viva di idee più compiute. AZZARDATI. [Repubblica Bologna]
FIRENZE4EVER e LUISAVIAROMA, voto 5.
Un tempo era una musa da seguire ammirati, la moda. Innovativa, avanguardista, dissacrante, in una parola a-v-a-n-t-i. Ora invece, nella boutique che è stata la più “off” d’Italia, regna banale il copiaincolla: una spruzzata fashion con Chiara Ferragni, ovvero The Blond Salad (il blog), e il raduno dei nuovi prezzemolini, i foodblogger, messi a cucinare nei ristoranti “tipici” per ottenere una cospicua rassegna stampa con cui compiacere le signore dell’alta moda. Dove è finito lo spirito creativo di LuisaViaRoma? Andato, come i bei tempi. SFIORITI [Scatti di Gusto]
FRANCIA e VINI BORGOGNA, voto 3.
L’Italia, il paese degli scandali in politica, nel calcio, nell’economia, specie agli occhi dei cugini francesi. Ma non è sempre così, a volte le magagne sono degli altri. Tipo la Francia, guarda un po’, dove circolava Borgogna falso, una delle denominazioni più prestigiose. Mezzo milione di bottiglie farlocche e 100 mila non etichettate a norma. SCANDALOSI. [WineNews]
CORNISH PASTY, voto 8.
Alla forsennata ricerca di soldi, il ministro delle Finanze inglese decide di alzare il Vat, l’equivalente dell’Iva, sul Cornish pasty, lunch popolare prediletto dai minatori della Cornovaglia (un fagotto di pasta salata ripieno di carne e verdure). La stampa di centrosinistra ha ferocemente ironizzato su un cancelliere avvezzo alle ostriche che spietatamente tassava il cibo dei poveri. Levata di scudi anche da parte dell’uomo della strada. Risultato: decreto ritirato e ammissione forzata da parte del ministro: “Mai mangiato il Cornish pasty”. SNOB. [L’Espresso Food&Wine]