Il gazpacho che salva dalla crisi di nervi (come dimenticare la memorabile scena del film di Almodovar?), l’insalata di farro con i gamberetti, i pomodorini e magari un’aggiunta di pesto. La pappa al pomodoro fredda, che diventa quasi in galantina e lascia sul piatto una traccia oleosa, come fosse un paté vegano. O perché no, l’arrosto avanzato del giorno prima trasformato in aspic con l’aggiunta di verdure di stagione.
Un po’ anni Ottanta come scelte, lo sappiamo – chi parla più di aspic al giorno d’oggi? – ma è anche vero che l’estate è una stagione che travalica le mode alimentari e, alla fine, ci trova tutti d’accordo su certi fondamentali come mozzarella e pomodoro, gelato, calippi e bire ghiacciate.
Non so quale sia il vostro cibo dell’estate, ma so per certo che ognuno ha la sua classifica personale, collaudata solstizio dopo solstizio, campeggio dopo campeggio, ferragosto dopo ferragosto.
Il mio ‘comfort food’ estivo (odio questa espressione ma quando ce vo’ ce vo’) è il gazpacho. Frullato con rabbia, ghiacciato per disperazione e sorbito con delizia, questo sanguigno liquore di verdura è solo all’apparenza una pietanza dissetante. Cela con maestria, dietro il suo ordito di aromi ortivi, un incendio pronto a divampare dopo il primo vaporoso singulto all’aglio. Richiede, insomma, un suo coraggio.
Per restare in tema moda, avrete notato l’impennata delle presenze del farro nei menù negli ultimi anni. Ora si assiste impotenti alla sua destituzione. Come i barbari che sostituiscono altri barbari, anche cereali e graminacee arrivano a orde progressive.
Complice anche l’impennata degli affetti da celiachia, certo, è il turno dei cereali dimenticati, quelli che fino a poco fa erano considerati cibo da uccelli: miglio convertito in zuppa fredda, quinoa e granucoli spezzettati e magari mischiati a cappesante e altri nobili frutti di mare stanno soppiantando inesorabilmente i piatti freddi dell’Italietta con la borsa frigo. Buonissimi, sicuro, ma very snob. Che ne sarà dell’ottima e piccoloborghese insalata di riso?
Vero è che ci sono anche quelli che il caldo lo sfidano. Cos’avranno pensato qualche giorno fa gli azzurri in trasferta vedendosi offrire con innocenza dai rubizzi cuochi polacchi una lasagna fumante di 5mila chili (=10mila porzioni circa)?
D’estate la provincia italiana si costella di sagre che propongono menù da stomaci d’acciaio bullandosi delle temperature: si va dai fritti di ogni ordine e grado al porceddu e cannonau, fino alle generose ma impegnative scodellate di cacciucco alla livornese distribuite a profusione sui litorali toscani. Per la serie quando il gioco si fa duro.
Basta scorgere un po’ di verde nel cemento delle città ed è tutto uno scoppiettare di legna e un ardere di carbonella. Padri di famiglia grondanti di sudore rigirano sui quattro lati tocchi di carne di proporzioni inumane.
Di qualunque razza siate, ossia nel novero di coloro che diventano ascetici e con il caldo si nutrono solo di acqua e bacche da vip tipo Açai e goji, o di quelli che in barba al termometro e al tasso d’umidità mangiano e bevono senza dar segni di cedimento, dite prego quali sono i piatti che più gradite gustare nei giorni del Solleone.
[Crediti | Link: YouTube, Repubblica, immagine: The Curvy Carrott]