“La prima impressione é quella che conta”, dicono gli stolti che si affidano solo al giudizio di un singolo senso.
Come nelle mille volte che avete detestato una persona al primo sguardo, e poi vi siete ricreduti col tempo e l’esperienza, questa é la storia di 5 tipologie gastronomiche subdole che ingannano con olezzi da cerchio dantesco e che, poi, si riscoprono delizie.
Questa è la storia di 5 cibi puzzolenti che non sono riusciti a farmi desistere, nonostante tutto, dal loro assaggio.
Il tutto secondo il mio naso, con una classifica che potrete rivede a vostro piacimento, dato che ognuno ha il suo naso e le sue “prime impressioni”.
1. CAMEMBERT DE NORMANDIE
Si inizia, con poca fantasia ma molto clamore odorifico, con uno dei formaggi più osannati e amati a livello internazionale. Il Camembert de Normadie. Di ritorno da un viaggio a Parigi ne ho imbarcata una piccola forma in valigia, ma essendo informata sulle sue doti particolari, avevo avuto la premura di sigillarla in ben due sacchetti di plastica, oltre alla sua classica scatola in legno.
L’apertura della valigia, una volta a casa, é stata un’impresa epica. Ci credete se vi dico che, anche se sono passati 6 anni, credo ancora di sentire quell’odore nella valigia? Pentimento e penitenza. Si dice, comunque, che nella sezione dei formaggi, esista anche di peggio! E comunque, buono, niente da dire.
2. TARTUFO
Qui, giá lo so, cammino su un campo minato, ma sono certa che qualcuno, in fondo al suo cuore di foodie pieno di dogmi intoccabili, potrá spalleggiarmi. Il tartufo puzza: l’ho detto. Ricorda il gas, quei momenti in cui la nonna con l’alzheimer galoppante lasciava aperto il rubinetto del gas e spenta la fiamma.
Certo, in bocca riesce poi a stravolgere l’iniziale riluttanza da narice, mantenendo però quel sentore retro-olfattivo che solo il tartufo possiede. Per me rimane un alimento schizofrenico, sospeso tra odio e amore, tra naso e bocca, tra inferno e paradiso.
3. CAVOLFIORE
Come negli esperimenti di chimica, durante i quali gli elementi si trasformano, un posto d’onore in questa classifica é riservato al cavolfiore. Completamente neutro da crudo, al solo “pensiero” della cottura riesce a sprigionare il peggio di sé, la maleficienza del suo cuore, riuscendo ad espellere una buona dose di veleno nell’aria.
Nella terza fase, poi, torna ad essere un cibo da amare, liberato dagli effluvi in eccesso del suo spirito cattivo e regala buone, anche buonissime, sensazioni alle papille.
4. FOIE GRAS
Anche in questo caso ho l’impressione di camminare sui carboni ardenti, ma “la veritá ci rende liberi”, quindi é giusto affrontarla a muso duro. Sapete cosa trasmette il mio naso al mio cervello quando apro una confezione di foie gras?
Kit Kat, la mitica scatoletta del cibo per gatti. Non gridate all’eresia, vi prego. Il fatto é che, poi, anche io mi ricredo al primo assaggio e mi odio per averlo pensato. Ma ogni volta ci ricasco.
5. SURSTRÖMMING
Avevo visto dei video sul web (ma ve li risparmio causa “vomit alert”) e con degli amici ci eravamo appassionati alla questione, tanto che abbiamo deciso di sperimentare dal vivo la leggenda del cibo piú puzzolente al mondo, che poi non è altro che aringa chiusa in una scatola e lasciata fermentare a lungo.
L’eccezione conferma la regola e, in questo caso, ha ragione la prima disgustosa impressione. Forse perchè l’odore vince del tutto sul sapore e non si può, non si riesce, ad andare oltre. Disgusto su tutt i fronti, insomma, e non mi sono nemmeno levata la curiosità di capire perchè gli svedesi si infliggano una tortura simile.
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Menzione d’onore, fuori classifica, al prodotto italiano che i casari nostrani hanno eletto a effigie della “puzza nobile”, coniando per lui il nome didascalico e quantomai realistico di Puzzone di Moena. Vi consiglio di non lasciarlo in macchina in agosto. Nemmeno per 10 minuti.
Credetemi, sono seria: evidentemente ho un rapporto complicato con la logistica dei formaggi, ma voi amatevi di più. Non fatelo mai.
[Crediti foto: nutritionwonderland.com, memeduquercy.com, giardinaggio.org, sanmarinosite.com, fromage-normandie.com]