Tutti abbiamo un lato oscuro, un segreto inconfessabile che cerchiamo di tenere nascosto al mondo. Siamo tutti un po’ Walter White di Breaking Bad, in altalena tra il bene e il male, tra i sapori buoni e giusti della nonna e la tentazione di cucinare la cosa sbagliata. Dicono che ormai il surgelato sia in crisi, dopo anni di campagne anti-congelamento degli chef talebani per il fresco a tutti i costi.
Ma forse non sono stati presi in considerazioni i B-sides che abbiamo tutti, le cadute di stile gastronomico temporanee, le giornate svogliate, le tentazioni a cui non si può dire di no. Perché, ammettetelo dai, anche voi almeno una volta avete avuto un incontro ravvicinato con un convenience food, un cibo per pigri, come lo chiamano alcuni con una traduzione letterale che, per una volta, rende perfettamente l’idea.
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Siamo tra amici: a me potete confessare qualche piccolo scivolone (per scelta o per obbligo): i 4 Salti in padella, d’altra parte, li abbiamo assaggiati tutti, è inutile negarlo. E, a volte, nel loro unto, salato e monogusto sughetto ci abbiamo ricavato del godimento.
Non siate timidi, tanto queste cose le fanno tutti. Trasgredire, ogni tanto, è lecito e non vi servirà il cilicio per mortificarvi di aver provato qualcosa che i gastro-qualsiasicosa considerano “il Male”.
A questo proposito ecco dove è arrivato il mercato del convenience, con una lista delle peggiori nefandezze che vorrebbero farci mangiare nei nostri momenti di debolezza. Io, a queste, ho detto no. Vi sentite stoici anche voi?
SOFFICINI, QUANDO SI DEVE DIRE “BASTA”!
Alzi la mano chi non li ha mai provati! Gli originali sono stati scopiazzati in mille salse, ma nessuna di queste varianti è mai riuscita a convincermi, nonostante ogni tanto ricada nella trappola. I peggiori sono quelli ai funghi, ma non riesco a salvarne nemmeno uno tra gli altri gusti.
Semplicemente, credo che abbiano fatto il loro tempo, aiutando le mamme in crisi di fantasia culinaria e facendo la gioia degli studenti fuori sede. Ora, però, è venuto il momento di dire basta!
COTOLETTE SPUGNOSE BRUCERETE ALL’INFERNO
Nella vita le cose cambiano, e se qualche volta in passato vi siete concessi il “lusso” di una simil-cotoletta o peggio Spinacina, ora è arrivato il momento di voltare pagina.
Per me, ad esempio, che una volta ne andavo matta, tutto è cambiato da quando ho scoperto che dentro c’è carne separata meccanicamente, ossia Belzebù in carne e ossa (soprattutto ossa!). Va bene il convenience, va bene soffrire del letale mix di fame e fretta, ma questo non dovreste sopportarlo nemmeno voi!
PATATE, ROSMARINO E GRAZIOSI DADINI DI BIS-UNTO
Mi pento e mi dolgo dei miei peccati: nel mio freezer, dopo una lunga fase di redenzione, non troverete più quella confortante confezione di patate precotte e rosmarinate a dovere. Non più, perché non posso più sopportare la tragedia visiva del condimento porzionato a dadini.
Quel magma di olio di olio di girasole, aglio e rosmarino cristallizzato, dalla forma di cubetto Lego è una cosa che oggi va al di là delle mie tolleranze alimentari. Ho i brividi al pensiero di quante volte quel piccolo unto geometrico si sciogliesse nella mia padella assumendo una colorazione grigio-verdognola poco rassicurante. Non peccherò più.
PIZZA SURGELATA, ANTITESI DEL BUONO
Qui vi chiedo un enorme sforzo di autoanalisi e auto sputtanamento. La pizza surgelata, anche se è una cosa che vi garantisce un posto certo in uno dei gironi danteschi più macabri, l’avete provata anche voi almeno una volta.
Io, dopo 15 anni, di recente (complice uno spirito di immolazione per il bene altrui e per la scienza gastronomica) l’ho riprovata. E, ora, credo ne passeranno altri 25 prima che io senta di nuovo tutta questa filantropia.
PIRAMIDE DI RISOTTO PER NOVELLI FARAONI DA MICROONDE.
La tecnologia in cucina ha raggiunto livelli fino a qualche tempo fa impensabili. E le multinazionali del “già pronto” sono avanguardisticamente “sul pezzo”.
Con i piatti pronti da cuocere dentro una piramide di plastichina, siamo allo Zenit per la categoria umana che “qualsiasi cosa sia tecnologia, io la compro”. Ma, vi assicuro, il risotto ai funghi in piramide lasciatelo dove lo avete trovato.
Nessuno si senta escluso: nemmeno tu. Sì, perché anche tu hai i tuoi scheletri nell’armadio. Io, ad esempio, continuo a mangiare impunemente i bastoncini del capitano, sgravando la mia coscienza gastro-chic e adducendo psicanalitici transfert posticci. La realtà è che mi sa che mi piacciono.
Ecco l’ho detto. Fate outing anche voi, vi sentirete meglio. E, se invece non ce la fate, continuate nel lavoro che ho iniziato qui sopra: sparate a zero sul convenience food che dovrebbe scomparire dalla faccia del pianeta. Tocca a voi.
[Fotocrediti | findus.it, mondo zucchino, risparmiosuper.it, due ricche porzioni]