Sono arrivati i Fonzies choco e ce ne siamo fatti una ragione. Ma non sono pronta a scommettere che dureranno a lungo sugli scaffali del supermarket: alla fine siamo attaccati al senso identitario fornitoci dagli spaghetti più di quanto non amiamo ammettere.
Eppure esiste qualche risacca militante che crea gruppi su facebook per avere anche in Italia cibi normali all’estero come la Coca Cola alla ciliegia.
Deduco quindi che alle multinazionali deve essere parso possibile creare, anche per il mercato italiano, qualche gusto innovativo (sebbene disgustoso) che però arriva quasi sempre a esser coronato da un sonoro fallimento. Ma cosa ci volete fare? Siamo un popolo che si commuove con Crozza quando racconta del bimbo genovese che fa merenda con il pane all’olio e si unge fino ai gomiti.
Abbiamo preparato una rassegna di cibi alternativi (con incluso il fallimento): quasi tutti possono ammettere di averli comprati almeno una volta, ma chi di voi li rimetterebbe nel carrello?
Milka e Philadelphia
Che la Milka sia il marchio più pionieristico che l’industria della cioccolata da supermarket si concede è un fatto. Lo abbiamo capito tutti da quando hanno cominciato a frullare le mucche per avere le bolle nella tavoletta. Nel banco frigo (cercando bene nei supermarket avanguardisti) si trova una cremina di cioccolato Milka e formaggio Philadelphia che avrebbe potuto diventare l’alternativa (light?) alla Nutella. Non è successo.
Acqua aromatizzata
Le prime volte che me ne hanno parlato ho provato smarrimento: ma che senso ha fare l’acqua al gusto succo di frutta? Se ho voglia di acqua mi servo di acqua, se ho voglia di succo mi verso del succo. Forse le acque aromatizzate sono state create per gli indecisi.
Patatine pollo roasted di Amica chips
Un commovente tentativo di avvicinare l’italiano medio alla sperimentazione dei sapori di confine: Amica Chips ha portato sugli scaffali le patatine al gusto “pollo roasted” (sic!). Peraltro tale ricercatezza gastronomica è arrivata in contemporanea alla raffinatissima campagna Miss Patata 2012.
Kinder merendero
Nato da un concetto geniale: d’estate l’ovetto Kinder ti si scioglie in mano prima che tu possa morderlo. Tuttavia alla tristezza di fare dell’ovetto un mero contenitore di un budino al cioccolato abbiamo preferito leccarci voluttuosamente le dita ricoperte di cioccolato sciolto.
Ravioli al cioccolato di Giovanni Rana
Il nostro amico veronese che fa i tortellini meglio delle razdore se ne era uscito con la trovata del secolo: ravioli al cioccolato. L’impresa di imporre un tale prodotto sul mercato lo aveva condotto a suggerire come consumare i ravioli: “puoi friggerli e servirli con le fragole”, “lessali e accompagnali con scaglie di cocco”. Quando abbiamo tutti realizzato che si trattava di un dessert e non di un primo piatto la delusione è stata troppo forte per continuare a mangiarli.
Chupa chups babol
Avevano cominciato con il lecca lecca tondo che dopo un po’ si scioglieva e ti lasciava in bocca una pallina di chewingum dura quasi più del caramello che avevi leccato. Ora han pensato di ridefinirne il packaging: dentro un astuccio da big babol ci sta un cubetto che è caramella fuori e gomma dentro. Inadatto per quelli che amano masticare le caramelle e succhiare le gomme (e siamo in tanti).
Pizza ricca di Buitoni
Non degno nemmeno di uno sguardo le pizze del banco surgelati del supermarket: tra tutte le follie consumistiche la trovo la più aberrante. Mangiare il cartone della confezione dà sensazioni più positive che addentare quell’impasto gommoso in cui non si capisce mai dove finisce la mozzarella e dove comincia la pasta. Ma anche in questo reparto non ci privano di sperimentazioni: Buitoni, ad esempio, aveva lanciato la pizza con prosciutto cotto e peperoncino. Mi domando come mai sul sito ufficiale non sia più presente tra i prodotti di punta. Doveva essere ottima.
Patatine Brie & cramberry
Ho visto la pubblicità della linea Deluxe della Lidl, dovrebbe essere dedicata alle eccellenze alimentari. Mi deve essere sfuggita l’eccellenza delle patatine al gusto brie e mirtillo rosso (da notare “hand cooked”). Ma poi magari le provo e mi ricredo.
Eppure mi piacerebbe capire come mai la follia di certi abbinamenti in Italia non funziona, in qualche modo la cosa mi disturba. Quasi quasi mi iscrivo anche io al gruppo pro Cherry coke.
[foto crediti: il fatto alimentare, whiteplease, plasters and pies, Arcadius Kul su Youtube, amazon, buona la vita]