Se i bambini di oggi mangiano lo yogurt MUU MUU con le macchie a forma di mucca e gli piace pure non saprei. So che noi bambini cresciuti negli anni 80 avevamo una serie di cibi fatti per piacerci, ma che in realtà odiavamo.
Niente di paragonabile ai nostri coetanei negli States che potevano contare su interi bottiglini di sciroppo di glucosio colorato, formaggio arancione in crema che sapeva lo stesso gusto che se avessi morso la barbie, o rotolini alla fragola che ti lasciavano una puzza di chimico addosso per 48 ore.
Ma anche noi avevamo le nostre sciagure.
1. Camille.
Primo della lista la Camilla, nata da quell’inconcepibile ossimoro per cui una merendina deve essere sana. Nell’epoca del boom del junk food per bambini, come vi viene in mente di mettere una carota nella merenda? Che poi mia mamma ci crede e me la somministra davvero.
2. Bastoncini Findus.
Già per mangiare un filetto di pesce dovevano farti sentire un mozzo, il che è quantomeno discutibile. Ma quello che si provava quando la realtà di quei fiammiferi mosci con l’impanatura che franava da tutte le parti veniva confrontata con l’immagine della pubblicità è un trauma che molti di noi ancora oggi non hanno guarito.
3. Ben cola.
Un mio amico mi ha confessato che quando dava le feste di compleanno si vergognava che la mamma comprasse la Ben cola, che era la versione tarocca della Coca Cola, e le chiedeva di fare uno strappo al budget di famiglia per quella volta all’anno.
4. Buondì Motta.
Il sillogismo che tutti i bambini amano tutte le merendine è un falso storico. Ho conosciuto bambini che detestavano il Saccottino perché la mamma aveva l’insana abitudine di scaldarlo nel fornetto (quello apposito ti arrivava con i punti del mulino bianco) rendendo la marmellata all’interno della stessa temperatura di una colata lavica.
Tuttavia su una cosa ho trovato tutti d’accordo: il Buondì Motta è secco come una merendina ammuffita, e il ripieno è introvabile: quando ti sembra di aver finalmente dato il morso giusto è già finito.
5. Aranciata amara.
Per i bambini a dieta negli anni 80 la vita era dura (e io ero nel novero). L’aranciata amara era la versione apparentemente meno calorica della Fanta, oggi terribilmente demodé. La mettevo sulla tavola alle mie festine di compleanno sperando che qualcuno se la facesse fuori, ma alla fine della festa era inesorabilmente ancora lì.
6. Tronky.
A proposito di bufale: il Tronky non è meno grasso perché la cioccolata non si vede, dà solo molta meno soddisfazione di una bella barretta di Kinder o di un Ciocorì, solo per citarne due che al tempo mi procuravano ipersalivazione.
7. Biscotti senza zucchero.
Altra piaga di bambini a dieta erano le merendine e i biscotti biologici che cominciavano ad apparire nella grande distribuzione in corsie dedicate alla salute. Oltre agli odiosi Misura, ce n’era uno su tutti: il biscottone Germinal all’uvetta, senza zucchero: per poterli mordere senza lesioni ai denti, dovevi tenere infilati ne tè almeno 15 minuti.
8. Barrette alla frutta.
Prima di diventare lo snack fashion di tutte le mie colleghe a dieta, le barrette alla frutta assomigliavano disperatamente al cibo che si dava agli uccelli in gabbia. Credo che i miei disturbi alimentari siano nati quando una compagna di classe delle elementari mi fece notare (a me e a tutta la scuola) che mangiavo barrette per uccelli.
9 Hamburger di McDonald’s.
Ricordo ancora quando per la prima volta mi fu permesso di andare da McDonald ad assaggiare l’hamburger.
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La mia delusione fu grande nell’assaggiare nell’ordine: pane molliccio, un cetriolo cotto e acido e un quantitativo esagerato di salsa che allagava una svizzera (si chiamavano così) della consistenza di una ciabatta.
Ho passato i successivi 10 anni ad ordinare Mc Nuggets.
10. Estathè.
Prima che arrivasse quello alla pesca e quello al tè verde, l’Estathè era solo al limone: perdevi sempre la cannuccia e se lo mettevi nella tasca dell’Invicta una volta su due si rompeva la stagnola di chiusura e ti allagava la cartella.
11. Formaggino Mio.
Alimento dell’infanzia per eccellenza il formaggino Mio aveva la pessima idea di infilarsi nelle minestrine e nel minestrone, piatti già deprecabili di per sé che con l’aggiunta del quadratino bianco prendevano l’odore e il sapore del latte andato a male.
Mi assumo il rischio di aver citato anche il vostro alimento mito dell’infanzia: de gustibus…
[foto crediti: livincool, leziosa, unisnacks, rainerigroupsrl, farmacosmo, veganblog, dissapore, kristoferpoffer, buonalavita]