Io fino a ieri amavo Chiara Ferragni e la sua Blonde Salad. Davvero. Mi piaceva inoltrarmi nel suo blog e apprezzare l’esegesi delle cinture di pitone, la fenomenologia delle Birkin, o anche la raffinata casistica di tenute con cui uscire di casa e portare il cane (il cane giusto) fuori a spasso.
Ho apprezzato moltissimo il modo in cui Chiara ha scelto di farci gli auguri di Natale, con una foto del suo carlino che scorrazza attorno all’albero egregiamente addobbato. Il cane è in movimento come in un dipinto di Balla. A dimostrazione del dottissimo esprit de finesse di una bella fuori ma soprattutto dentro, come è bene che si sia.
Ero insomma una sua fan e follower e mi spiace che invece i miei colleghi di Dissapore abbiano più volte (uno, due) difettato di senso dello stile.
MA. Ieri come ogni giorno apro nel browser le schede affiancate di Corriere, Dissapore e The Blonde Salad e scopro che la “bionda insalatinara” (lei stessa si è, appunto, definita così) ha inaugurato una videoserie per Lifestyle Mirror dal titolo The Blonde Chef, in cui lei… sì, impara a cucinare – e noi con lei.
Tutto questo mi ha precipitata in un vortice di pensieri che riguardavano:
a) le mani inanellate della bionda bocconiana che sbocconcellano il Parmesan cheese (la serie è ovviamente in inglese)
b) la mia scarsa propensione per l’uso della parola ‘fashion’ a tavola
c) i luoghi comuni sulle bionde
d) l’odio per i carlini
e) il senso di colpa per aver sposato luoghi comuni sulle bionde, anche se solo di sfuggita
Così, nello spazio di una lettura, ho capito di aver malriposto la mia quotidiana fedeltà alla piacevole inconsistenza del fashion blogging.
Perché la bella Chiara, non appagata dal successo del suo fiuto per la moda, adesso ce prova anche ai fornelli come una qualunque madrina della tagliatella?
Nel far questo rischia di scivolare in un gioco paradossale: da una bionda aghiforme immersa in una vasca di foglie di lattuga – con tanto di unghie laccate rosso Valentino – ci si potrà forse aspettare la goduria da grembiule troppo stretto e guancia sporca di cioccolato, alla Juliette Binoche?
Incredula, non mi perdo comunque d’animo e guardo il video d’esordio. In questo primo episodio, sobriamente intitolato Christmas dinner, lo chef che l’accompagna nell’avventura le illustra la preparazione di un filetto di manzo al prosciutto croccante, parmigiano e vinaigrette di balsamico.
Chiara si presenta in casacca di seta e pantalone metallizzato. Trucco perfetto, e nessuno che le chieda di lavarsi le mani prima di cominciare. Fa oscillare i pendagli degli orecchini liberty sui filetti sfrigolanti, e lui fa tutto da sé, ma intanto la luma mentre lei mormora a intervalli regolari “Oh, perfect”, soddisfatta e vibrante come SuperVicky dopo un cambio di batterie.
Anche se i due sembrano un po’ il mago Silvan e una sua assistente pronta per la lama, la ricetta (semplicina, a dire il vero) riesce bene (Oh, perfect).
E allora lei ci dà il colpo di grazia. Da vera moschettiera della rete, fedele alla linea (in tutti i sensi), si guarda bene dall’impugnare forchetta e coltello. Brandisce piuttosto un iPhone e si scaglia sul filetto al grido catartico di “I wanna blog it!”.
Ma meglio così, forse. L’abbuffata della bionda con carlino e Birkin avrebbe definitivamente minato le mie certezze più sedimentate.
[Crediti | Link: Dissapore, The Blonde Salad]