Sempre detto noi che la fare lo chef non è una passeggiata di salute. Vero, ci sono dei vantaggi, ma nemmeno la puntata più cruenta di Criminal Minds riesce a tenere testa alle torture che cuochi e brigate sanno infliggersi.
C’è di più: durante il servizio le ferite, a meno che non provochino svenimenti (o peggio), devono essere curate sul posto alla bell’e meglio, e via, si continua a lavorare. Immaginate dunque come sarebbe chiedere al sous chef, quando ha finito di legare l’arrosto, se può dare due punti anche al palmo della vostra mano.
Di seguito trovate tutto sulla parte peggiore del lavoro in cucina e, a volte, sull’autolesionismo degli chef.
Astenersi animi sensibili.
1. Taglio del dito.
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Totale o parziale, è l’episodio più frequente in cucina. Le armi del delitto possono essere in egual modo forbici, trinciapolli o coltelli, specie se poco affilati. E’ uno degli episodi più cruenti, ed è impossibile fermare il rivolo di sangue.
Se poi si è nell’eventualità di aver reciso un piccolo pezzo di arto, meglio raccoglierlo subito, prima che, ehm, finisca nel fondo di cottura: al pronto soccorso sapranno cosa farsene.
2. Alluce infilzato
La forza di gravità attrae gli oggetti verso il basso, la legge di Murphy fa in modo che i coltelli cadano sempre di punta sull’alluce (sì ho appena visto Interstellar).
3. Alluce rotto.
Variante della situazione descritta sopra è la frantumazione dell’alluce a seguito di caduta oggetti pesanti (le forme di formaggio sono armi improprie). L’alternativa è il pestaggio (del piede) da parte di colleghi agitati nell’ora clou del servizio. In questo caso la percentuale di dita offese si alza da 1 a 5. Si consigliano scarpe da cantiere.
4. Mano frullata.
Impossibile, per chiunque sia nato prima degli anni ’80, non pensare ai Goonies tutte le volte che si trita la carne col robot. La tentazione di spingere dentro la carne con le mani fino a condire il polpettone con qualche pezzo di polpastrello umano è inalienabile in tutti noi.
5. Infezione da spina di pesce.
Sfilettare il pesce è una delle operazioni più rischiose al mondo. Specie se lo si fa con quei pesci che si ostinano ad avere una lisca piena di spine, sotto e sopra la pelle. Una spina sotto un’unghia, se trascurata, può provocare un’infezione a tutto il braccio.
6. Cottura di un arto.
Lavorare con i fornelli è semplice: che dal fuoco si debba stare alla larga lo si impara nei primi anni di vita. Ma cosa dire delle piastre a induzione su cui, sovrappensiero, si appoggia il palmo della mano, e cosa dire dei forni poco coibentati, o peggio, lasciati aperti, su cui si appoggia, senza volere la pancia o una coscia? In quei casi è una fortuna non lasciare almeno 3 strati di epidermide sulla superficie.
7. Lessatura del piede.
Non esiste uno chef al mondo che non abbia mai colpito una pentola d’acqua bollente rovesciandosi parte del contenuto su un piede. L’ustione di terzo grado, con tanto di bolle purulente, è poco piacevole da tenere nelle scarpe.
8. Stigmate.
Fenomeno che si verifica senza condizioni di particolare santità, e soprattutto in seguito a lavori come l’apertura delle ostriche. Il coltellino, reso viscido dall’umidità, ha il brutto vizio di infilarsi nel palmo della mano invece che tra le valve.
9. Frittura di un arto.
La scottatura da piastra o da acqua bollente non sono nulla in confronto a lei: la scottatura da olio. Soprattutto se riguarda una superficie estesa, l’olio continua a friggere la pelle fino a che non lo si toglie. Vietato farlo con uno strofinaccio, altrimenti si rischia di togliere la pelle assieme all’olio.
10. Occhio piccante.
Che non è il titolo di un film erotico ma quella sensazione che si prova quando si pulisce un peperoncino piccantissimo senza guanti, e dopo 10 minuti ci si stropiccia un occhio per la stanchezza. Chiunque l’abbia provato sa che ciò comporta una lacrimazione che nessuna cipolla saprà mai provocare, oltre che a una contrazione del nervo ottico a un ritmo house progressive.
11. Sciatica e ernia.
Tra tutte sono le offese meno poetiche, ma assai di frequente il sollevamento di pesi incredibili è uno sport molto praticato tra i banchi di una cucina, con le immaginabili conseguenze sulle vertebre e la capacità deambulatoria.
[fotocrediti: bitchinthekitch, thrillist, 24hourcampfire, tworowtimes]