Due settimane fa si è tenuta la quattordicesima edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo. Per 5 minuti di ricreazione dello spirito leggete il brillante resoconto della nostra Sara Porro. L’altro giorno si è chiusa la Fiera Internazionale del Tartufo di Alba. Quindi basta così, tutto finito? Ma neanche un po’. In Langa la stagione della “caccia” è aperta fino al 31 gennaio con la sua liturgia, affascinante e spartana, che ha poco a che spartire con il glamour ostentato negli eventi internazionali.
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Il tartufo vive un bipolarismo tutto suo: quello che all’Asta diventa il blasonato tuber magnatum pico per i cercatori di Langhe e Monferrato rimane la trifola. Ho avuto la fortuna di assistere a una cerca di tartufo, di quelle simulate (si, di quelle per turisti), e ho pensato di raccontarvela.
ORE 7:00 – PARTENZA DA MONCHIERO
Per la precisione dal B&B “Tra Arte e Querce”, dove il proprietario e trifolao, il signor Ezio, organizza anche eccellenti cene a base di tartufo – occhio: solo su prenotazione.
Dicevo: mi pareva all’inizio di essere un po’ scema, scarpe da trekking e calzettoni bianchi contribuivano certamente. Mi sentivo, e credo nemmeno a torto, in un parco divertimenti ben organizzato.
ORE 7:03 – JOLLY TROVA DUE FUNGHI
La sensazione si è amplificata quando, dopo nemmeno tre minuti dall’inizio della caccia, il meticcio di Ezio, adeguatamente chiamato Jolly, ha trovato due funghi da circa 30 grammi ciascuno. Eddai… nemmeno il brivido della ricerca.
Eppure una qualche magia nell’aria c’era: sarà stato il bosco, la bruma, il sole che saliva, il freddo pungente ma quasi piacevole. Quel silenzio rispettoso che anche i miei compagni di “avventura” osservavano diligentemente. E poi la voce di Ezio, che mentre sussurrava a Jolly “Lesta, sh sh sh” –Jolly è una femmina, come molti cani da tartufo: sono più obbedienti e più concentrate– si faceva dolce in maniera indicibile.
Quasi alla fine di questa giostra asettica che pareva fatta a posta per il turista medio – da calzettoni bianchi, appunto – ecco, repentino, il cambio di scenario.
ORE 8:45 – JOLLY TROVA TRE TARTUFI
Jolly scompare tra le sterpaglie, Ezio guarda attento dove va, la quiete si fa irreale. E poi il naso del cane che spunta da dietro una piantina ridicola, di quelle cui non dareste un centesimo se, come me, aveste seguito – udite udite – il corso base di analisi sensoriale organizzato dalla Fiera del Tartufo di Alba. Durata del corso: un’ora. Utilità: buona. Insomma, lì ti dicono che gli alberi da tartufo sono il pioppo, il tiglio, il rovere, mentre quell’arbusto è grande poco più di un cespuglio di tarassaco, eppure lì sotto stavano ben nascosti tre tartufi, uno piccolo e due grossi come un pugno.
Ezio all’improvviso pareva uno stambecco, con la leggerezza di un giovincello – mentre va per i settanta – in quattro salti ha raggiunto Jolly e con la familiarità di chi quell’operazione l’ha fatta da sempre (due volte al giorno), si è messo a picchettare delicatamente il terreno.
E noi tutti intorno alla buca come i parenti alla culla di un neonato, che prorompevamo in esclamazioni onomatopeiche significative, tipo “Ooooh”, “Wuaow”, etc.
ORE 8:51 – EZIO TIRA DUE BESTEMMIE
Ora, se fino a quel momento avevo patito l’atmosfera “affettata”, posso assicurare che le due bestemmie che ha tirato Ezio quando, per sbaglio, ha spaccato uno dei tartufi con una picconata troppo energica, beh CREDETEMI, quelle hanno conferito tutto un altro patos al momento.
Dopo aver riposto il malloppo in un sacchetto di stoffa, proprio un vecchio fazzoletto riadattato all’occorrenza, la buca è stata ricoperta con cura, per far sì che quelle radici restino produttive, e ognuno ha ripreso i suoi ruoli: noi siamo tornati i forestieri, Ezio il trifolau con l’occhio vigile e il passo sicuro, che camminava da solo qualche metro più avanti.
ORE ? – RIFLESSIONI FINALI
Mentre lo guardavo passeggiare rilassato per i suoi boschi e allungare con fare complice una crocchetta a Jolly, ho pensato: non deve essere poi tanto male svegliarsi così ogni giorno.
Forse, ma è un’opinione personale, gli organizzano di eventi come l’Asta Mondiale pensano che le storie dei tanti Ezio nascoste dietro al tartufo non bastino, e ci aggiungono una minigonna. Belen, esci da questo fungo!
[Crediti | Link: Dissapore, immagini: Paolo Cravero]