“La polizia cinese ha sgominato una banda che vendeva carne di topo e di volpe spacciandola per pecora o montone“. Fantasy? L’attacco di una saga i cui personaggi, tra sesso e intrighi precipitano verso la Battaglia Finale? Meglio sarebbe.
Non è neanche la consueta battutaccia leghista sull’igiene dei ristoranti cinesi che stecchirebbe il più robusto dei simpatizzanti, no, per quanto assurda questa è una notizia vera, ci sono stati 63 arresti.
La banda, attiva tra Shangai e la vicina provincia del Jiangxi, trattava le carni con gelatina, nitrati e altre sostanze, e poi le rivendeva come carne di montone o pecora, molto comune nella dieta locale. Dall’attività fraudolenta avrebbe ricavato oltre un milione di euro.
Per quanto clamoroso, questo è solo l’ultimo di una serie di scandali che stanno mettendo in ginocchio il settore agroalimentare cinese.
Nelle ultime settimane decine di persone si sono ammalate e 27 sono morte per l’influenza aviaria provocata dal consumo di carne dei polli, portatori del virus H7N9, con inevitabile crollo delle vendite.
Perfino le autorità cinesi sono state costrette a riconoscere che “la Cina ha grossi problemi di sicurezza alimentare”. E la polizia della provincia di Zhejiang ha pubblicato sul sito di microblogging Sina Weibo, una guida per distinguere la vera carne di montone da quella taroccata.
Ma gli scandali sono all’ordine del giorno anche in Europa. Dalla carne di cavallo (cavalli dopati e macellati illegalmente) spacciata per manzo nei supermercati di molti Paesi (Italia compresa, con ricadute su ragù, lasagne e tortellini) ai batteri fecali trovati nelle torte di Ikea.
Mai però si era arrivati a tanto. Persino i reprobi cinesi affidano a Internet la loro inquietudine. “Topi? Disgustoso, ormai tutto quello che mangiamo è veleno”, si legge oggi su Sina.com uno dei siti più popolari del Paese.
[Crediti | Link: Guardian, Sina Weibo Dissapore. Immagini: Sina Weibo]