In quanto a marche di caffè, si contano 800 torrefazioni lungo la Penisola, micro, enormi, artigianali o semi, alcune fatte oggetto dagli estimatori di una devozione quasi religiosa.
Divinizzando lievitano anche i prezzi, lo sappiamo, alcuni sono assurdi, specie oggi. Ma divismi a parte, sta crescendo in Italia una generazione di torrefattori artigianali illuminata da qualche maestro che ha dato alla parola caffè nuovi significati.
Spesso anche alla parola cacao, tostato anche lui e sovente con le stesse provenienze geografiche. Scremando da un elenco corposo abbiamo così raccolto 10 marche di caffè migliori italiane da venerare. Ma con moderazione. Non diteci che ci siamo dimenticati del vostro preferito.
FUORICLASSIFICA:
Passalacqua Caffè – via Taverna Rossa, Casavatore (NA).
Se a Napoli il caffè è religione Passalacqua è il suo profeta. Chiedete a qualunque napoletano dove prendere l’espresso migliore della città, la risposta sarà invariabilmente “Bar Mexico”, la catena di bar emanazione diretta della celebre torrefazione, nel cuore dei partenopei dal 1948, anno di apertura del primo bar nella centralissima Piazza Dante.
Espresso Giada – largo Molinuzzo 9, Pistoia
I puristi storceranno il naso ma le cialde Giada, distribuite in molti ristoranti di livello e presentate ai clienti attraverso una vera carta di miscele e monoirigini, sono un metodo efficace per non perdere Jamaica Blue Mountain, Kopi Luwak e altre rarità provenienti da Hawai, Nuova Caledonia o Nepal.
Slitti cioccolato e caffè – via Francesca Sud Cintolese, Monsumanno Terme (PT)
Luciano Slitti crea la torrefazione nel lontano 1969, nel 1988 aggiunge la lavorazione del cacao diventando, grazie soprattutto al figlio Andrea, un nome di spicco nel settore e non solo in Italia. Suo fratello Daniele che segue la lavorazione del caffè, è riuscito ad ammaliare persino gli emiri che gli hanno chiesto di aprire uno store Slitti in Qatar.
Le Piantagioni del Caffè – via Provinciale Pisana 583, Livorno
Il nome è una dichiarazione d’intenti da parte dell’azienda che cerca piantagioni selezionate (niente caffè monorigine, ma monopiantagioni, bipiantagioni o miscele) per controllare costantemente l’intera filiera e dunque il prodotto finale.
Pausa Caffè – via Narzole 1, Torino
Torrefatto a legna dai detenuti della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, associato a Eataly sin dall’apertura del primo megastore, il caffè Terre Alte di Huehuetenango (primo Presidio Slow Food dedicato al caffè) è diventato il caffè gourmand per antonomasia. Al caffè sono seguite le birre artigianali e il pane in un progetto di recupero e inserimento sociale perfettamente riuscito.
Torrefazione Piansa di Pietro e Alessandro Staderini – via Meucci 1, Bagno a Ripoli (FI)
Da oltre 50 anni si occupa di caffè, Pietro Staderini, passato dalla storica torrefazione fiorentina Manaresi alla Caffetteria Piansa (oggi gestita da altri ma con le sue miscele), presto trasformata in un punto di riferimento nel capoluogo toscano. Il segreto è una piccola tostatrice da 60 kg. attraverso cui realizzare miscele perfette perché adattabili alle differenze di qualità dei raccolti annuali.
Artlife Caffè – Torrefazione Caffè Penazzi di Alberto Trabatti – Ferrara
Passione trasformata in un mestiere amatissimo da Trabatti, torrefattore e divulgatore instancabile delle buone pratiche legate al caffè. Famoso nell’ambiente il suo impegno affinché la bevanda venga correttamente servita, oltraggiato com’è, spesso e volentieri, nella maggior parte dei bar italiani.
Trinci Torrefazione Artigiana di Caffè e Cacao – via Sarzanese Valdera 184, Cascine di Buti (Pi)
Un classico: l’artigiano che cede la sua azienda al grande gruppo industriale ritagliandosi un ruolo di consulente e controllore della qualità, ma poi, obbligato dalla passione per il mestiere originale, ricomincia da un piccolo laboratorio dove lavora il caffè alla sua maniera, tostandolo a legna. Guida tecnica del già citato progetto Huehuetenango, realizza anche a un cioccolato senza compromessi qualitativi, utilizzando alla maniera degli aztechi il cacao della Chontalpa (Messico)
Torrefazione Lady Caffè di Massimo Bonini – via Verdi 31, San Secondo (Parma)
Una torrefazione che usa ancora il metodo a torcia, con la fiamma viva a tostare rapidamente grani per lo più monorigine a bassa temperatura. Bonini è un produttore appassionato, anche della sua tostatrice Vittoria 1954, da dove arriva il suo caffè poi trasformato in paste al caffè e creme spalmabili.
Torrefazione Caffè Lelli di Leonardo Lelli – Via del Mobiliere 1, Bologna
Uno dei più grandi intenditori italiani di caffè che seleziona le sue miscele attraverso tre linee: Assolo (single e monorigini), Assolo grand cru (caffè rari in qualità limitata) e Concerto, cioè miscele di caffè con aromi e tostature ad hoc per creare armonie di sapori associabili ad uno spartito di musica, altra grande passione di Lelli. Il suo espresso Blue Mountain si beve all’Osteria Francescana di Massimo Bottura, per dire.
Laboratorio di Torrefazione Giamaica Caffè (GianniFrasi) – via Vittorio Merighi 5, Verona
Alla vista dei bigliettini “Giamaica” che accompagnano il servizio del suo caffè, ho visto estimatori commuoversi. E’ Gianni Frasi da Verona, il solista dei torrefattori italiani, guru e visionario, capace di fare mercato da solo ma aprendo spazi, con la visibilità conquistata, per altri torrefattori artigianali ossessionati dalla qualità dei loro prodotti. Oggi è affiancato nel lavoro di tostaura della miscele da Simone Fumagalli (nella foto). Suo anche il progetto Maricha attraverso cui commercializza alcune varietà di pepe di Sarawak
[Crediti | Immagini: Caffè a modo mio, Delizie itineranti, La gardenia nell’occhiello, Di che pasta siamo, Facebook, Slow Food valli orobiche]