Tra uscite inopportune e decaloghi dozzinali il Barbieri style al di fuori di Masterchef è bocciato: troviamogli un badante.
In realtà è da quando si è chiusa la seconda stagione del talent culinario che il tarlo sullo stile di Mr Mappazzone, ci scava domande nella testa. Però ce ne siamo rimasti zitti convinti del fatto che la vittoria degli ascolti giustifica tutto.
Non a caso l’unico giudice cooptato per la versione junior di Masterchef, dodici aspiranti cuochi tra gli 8 e i 13 anni che da dicembre si sfiderano ai fornelli su Sky Uno, è proprio lui, scelto probabilmente per il profilo più morbido dei colleghi Cracco e Bastianich.
Poi però Bruno-non-più-giudice-di-Masterchef è ricomparso appoggiando l’intenzione farlocca del Senatore Francesco Maria Amoruso (Pdl) di creare l’Albo Nazionale dei cuochi professionisti e ci siamo fatti uscire tutto ciò che da tempo ci fermentava in gola.
E ora il decalogo di un Masterchef per chi non sa come orientarsi in cucina.
Barbieri ai fornelli è un cuoco tosto fin dai tempi del Trigabolo, i suoi consigli d’autore sembravano promettenti. Ora, se avete cinque minuti da perdere leggeteli con noi.
Cucina. Prima di tutto, dotarsi dell’attrezzatura necessaria: forno con cotture differenziate, piano di cottura con piastre o fuochi.
Coltelli. “Non devono essere necessariamente in ceramica – dice lo Chef – consiglio le aziende di coltelleria del Mugello“.
Attrezzi. Pentole, un wok, un cestello cinese di bambù per le cotture a vapore e un robot multifunzione.
Spesa. Barbieri raccomanda: “andate sempre a stomaco pieno, così non vi farete tentare da cose inutili”. È importante avere dei punti di riferimento sotto casa, “ad esempio chiedete al pescivendolo di sfilettarvi il pesce secondo il piatto che avete in mente di preparare: vi darà sicuramente suggerimenti extra per la preparazione e la cottura”
Dispensa. I must have sono: olio extravergine di oliva, pasta di Gragnano, aceto balsamico (meglio se extravecchio), aglio, cipolla, prezzemolo, rosmarino, farina 00, farina di mais, uova, latte, riso carnaroli, passata di pomodoro.
Ingredienti base a cui aggiungere, se si è già al livello successivo della fooditudine, riso thai, cous cous, estratti di fiori in sciroppo (da usare come vinaigrette o per aromatizzare l’acqua da tavola) e tisane varie “anche per fare marinature”.
Ma gli ingredienti fondamentali, puntualizza Barbieri, sono “fantasia e un pizzico di passione”. Dài Bruno, smettila, non puoi pensare che la gente ti legga come un Moccia qualunque, senza un minimo di messa a fuoco, è un’imprudenza inaccettabile.
Ma è proprio quando pensi non possa andare peggio di così, che, sorpresa, scopri che va peggio così.
“Mai, mai, mai mettere il coperchio alla pentola dove sta cuocendo la pasta: per una corretta cottura gli amidi devono poter evaporare”. Quando invece si serve a tavola si deve “disporre sempre quantità ridotte della pietanza nei piatti, sistemandola piuttosto in un piatto a centro tavola, per potersi servire una seconda volta”.
Troviamogli un badante per gestire il successo di Masterchef, si diceva all’inizio. Un amico, un santo oppure quel tipo perfido e americaneggiante del programma su Sky Uno, quello che senza guardare in faccia nessuno tuona indignato: “il problema con questo decalogo è che mi a blocato la gola come una palina di catrame, e devo andare all’ospitale, adeso! …“
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