Mi si nota più se pubblico l’ennesimo post vegano o se non lo pubblico? Magari lo pubblico e mi metto in disparte, così vengono gli amici e mi dicono Dissapore cos’hai, non ti sembrano da sbranare questi folli che attentano all’ingerimento degli arrosticini con la loro apocalisse e i loro narcisismi morali?
Sebbene di tanto in tanto bonariamente provocate, le truppe veg che passano di qui sanno che nel nostro intimo siamo palati etici, magari scettici, ma sempre rispettosi degli animali. Non a caso: mai sono andati oltre l’orgogliosa difesa delle loro posizioni. Okay a volte pervicacemente tenace, altre lisergicamente surreale, quasi sempre chilometrica. Ma basta, finita lì.
Invece sabato scorso c’è stato un blitz animalista alla Festa dell’Arrosticino di Sassi, provincia di Torino.
Blitz animalista (?!?) – Festa dell’arrosticino (?!?)
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Nella notte tra giovedì e venerdì ignoti vandali hanno fatto incursione in Piazza Giovanni delle Bande Nere, dove tutto era pronto per l’imminente sagra degli arrosticini. Il commando ha imbrattato i tendoni con la vernice indelebile e tranciato i cavi elettrici, sperando così di fermare la festa dedicata agli spiedini di pecora tipici dell’Abruzzo.
Vieni lettore, e da bravo, partecipa ai tormenti di una giovane editor. Che, appresa la notizia, ha pensato nell’ordine:
(un minuto dopo) Questa notizia è troppo divertente per essere vera. Le scritte sui tendoni vanno da Veganismo e Giustizia a Mangia cadaveri ad Alf, Animal Liberation Front. COME FACCIO A NON SCRIVERCI NIENTE?
(tre minuti dopo) Di post rubricabili alla voce “vegani vs. il resto del mondo” ne ho scritti in abbondanza. Meglio passare oltre.
(cinque minuti dopo) E se scoprono dove abito, vengono e mi staccano la luce dal frigorifero?
(sei minuti dopo) Se finisco subito gli avanzi del bollito di ieri magari non se ne accorgano.
Stamattina però la notizia è finita sulla Stampa, diventando immediatamente più virale della stoppata di Datome agli Europei di basket. A quel punto, il nostro silenzio è iniziato a diventare rumoroso.
Prima di tutto, la buona notizia: l’organizzazione è riuscita a riparare i danni, e la sagra è cominciata regolarmente venerdì sera, radunando 8mila persone in tre giorni. Pubblico parecchio affamato, roba da 20mila arrosticini in un weekend. L’amaro in bocca però resta, e no, non è retrogusto di brace.
“Io accolgo qualunque convinzione, non mangio carne rossa e ceno sovente nei ristoranti vegani. Ma non posso accettare questa forma di protesta, che mi ricorda altre proteste diventate violenza” ha detto Carlo Di Giambattista, uno tra gli organizzatori della festa.
Dài veggie, così passate per militanti la cui sola forma di piacere è rovinare la festa ai carnivori. Il vostro credo lo stiamo ascoltando, siamo anche disposti a modificare la nostra dieta, a considerare scelte alternative o semplicemente a rispettare le vostre opinioni.
Fatelo anche voi, la violenza resta tale chiunque la compia. Definirci mangiatori di cadaveri non ci spingerà a mangiare più seitan e meno prosciutto.
Vorrete mica dichiarare guerra all’Abruzzo?
[Crediti | Link: Dissapore, Torino Today, Sportando. Immagini: Flickr, Torino Today]