Siamo tutti milanesi, almeno all’ora dell’aperitivo. Della Milano da bere sono rimasti però solo i cocci, e le prove più tangibili sono i banconi dell’aperitivo a buffet, happy hour, apericena e qualsiasi altro neologismo in voga hic et nunc nella vostra città.
Il concetto è sempre lo stesso: mangiare a sbafo.
Cosa si mangia però resta un problema, perché se anche uscite dal lavoro alle 18:30 con un vortice di succhi gastrici al posto dello stomaco non è detto che debbano per per forza farvi ingollare qualunque cosa, giusto?
Ecco la lista di quello di cui faremmo tutti volentieri a meno.
1. PATATINE RICICLATE.
Se la barista vi volta le spalle per prendere la ciotola di patatine non è mai un buon segno: ho visto patatine riciclate in ogni modo.
1. Dalla ciotola vengono rimesse nel sacchetto, poi una breve mescolata con moto sussultorio e ancora nella ciotola.
2. Dalla ciotola usata a una ciotola nuova nuova, senza cambiare il contenuto.
3. La versione senza vergogna prevede che la barista sposti la ciotola già usata da te, direttamente sul mio tavolo.
2. OLIVE DENOCCIOLATE.
Il bidone di latta delle olive denocciolate, non altrimenti qualificate, è onnipresente nelle peggiori pizzerie da asporto. Ma almeno in quel caso vengono disinfettate dalla cottura in forno. Servirle nella ciotola all’ora dell’aperitivo è francamente troppo.
Il brivido in più? Non metterci il cucchiaino per il servizio.
3. SALATINI CAMEO.
Sono d’accordo sul fatto che possano dare dipendenza, ma sono totalmente scontati. L’idea che trasmettono è più o meno questa: mi sono talmente applicato per decidere cosa mettere in tavola all’aperitivo che alla fine ho fatto un salto alla Lidl.
4. SALSA AGRODOLCE.
Magari riscaldata con la tea light dell’Ikea e proposta con le nachos. A fine serata sarà un amalgama di briciole, sale, e pezzi di peperoni troppo grossi per essere afferrati con lo spigolo della patatina.
5. CAROTINE MOSCE.
Per un buffet green mai dimenticare pezzettini di carota e sedano da immergere a caso in tutte le salse che vi viene in mente di riciclare sul bancone.
Ma o le mettete a bagno come si fa coi fiori recisi o preparatevi ad avere una schiera di bastoncini di verdura ammosciati che fanno brutta mostra di sé sul bancone.
6. PASTA SCOTTA.
No, quelle gonfie e biancastre, appena sporcate di pomodoro immortale, non sono le dita del barista, ma penne cotte tre ore prima.
Appena rabboccate d’olio perché quello usato in precedenza somigliava per viscosità all’olio abbronzante delle tardone in spiaggia al primo sole.
7. PIZZA AVANZATA.
Anche se il 90% dei ristoratori la pensa così, il buffet dell’aperitivo non è il modo migliore per finire i tranci di pizza invenduti durante la pausa pranzo di ieri.
Tagliarli a cubetti, riscaldarli e servirli con le bandierine sopra non migliora le cose.
8. TRAMEZZINI AVANZATI.
La cosa peggiore che può capitare a chi azzanna un tramezzino è sentire che il pane è stato conservato così a lungo da essersi rinsecchito lungo i bordi.
Se ci aggiungete il carico da novanta della maionese ingiallita otterrete il tramezzo degli orrori. Se state cercando un modo per far fuggire tutti gli avventori lo avete trovato.
9. PISTACCHI CHIUSI.
Se sono a casa sul divano posso anche provare ad aprirli vigorosamente con una stretta di molari, per poi sputacchiare pezzi di guscio dappertutto. Al bar lo farei con un po’ più di difficoltà.
Per questo ti chiedo, caro barista, di selezionare o di eliminare i pistacchi dalla tua ciotolina degli assaggi.
10. VINTAGE N.1: GRISSINI AL PROSCIUTTO.
L’aspetto vintage non glielo toglie nessuno, eppure sono innocui, sempre che il prosciutto sia commestibile e affettato da non troppe ore.
Un solo consiglio: se il grissino è lungo 20 cm per assicurare il godimento deve essere rivestito almeno per metà di affettato, oppure sarà il biglietto da visita della vostra tirchieria.
11. VINTAGE N.2: BICCHIERI DECORATI CON ZUCCHERO E LIMONE.
[related_posts]
Immancabili nei pranzi domenicali anni 80 e 90, immarcescibili in qualche attempata locanda, il bordo del bicchiere strofinato con mezzo limone e immerso nello zucchero è quasi commovente.
[foto crediti: piena come uova, roberto la pira, tobio, dobarooroo, vegancrunck, plant and plate, fed up with lunch, virgi soulfood to go, jessuca burns, kitchen and grill]