L’avevamo già annunciato, e l’evento è stato celebrato in grande stile: a partire da fine marzo, il Winner Taco sarà nuovamente tra noi. Se ne è parlato anche in ambienti seriosi, come il primo caso di strategia industriale cambiata dai prosumer (i consumatori che diventano parte in causa nel processo produttivo).
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Quel che è certo è che Unilever fa sul serio e per celebrare il ritorno del più ambito dei suoi gelati, araba fenice di molti che sui social network hanno saputo farsi sentire (undicimila like sulla pagina Ridateci il Winner Taco, i cui fondatori sono stati giustamente celebrati ieri sera, non sono noccioline), non ha badato a spese.
Sono stato a molte feste anni Novanta (davvero, forse troppe), ma probabilmente nessuna bene organizzata come questa. Scegliere un luogo funzionale come le Officine Farneto a Roma significa partire con il piede giusto, ma lo sforzo profuso per creare la giusta atmosfera è ammirevole.
Impossibile elencare tutti i personaggi anni ’90 in costume: molti erano parte dello staff, ma il pubblico era vestito a tema nella sua quasi interezza. E poi la Delorean, la ruota della fortuna, i buoni consumazione con le vecchie lire, Cristina D’Avena e una colonna sonora che ha strizzato l’occhio a un altro feticcio dei ’90, l’Italian Zone – da amico della cassettina, posso dire che ci stava tutto.
Ma il Winner Taco in quanto tale, direte voi? Beh, non saprei dirlo meglio di come non l’abbia detto in diretta su Twitter:
È lui. È uguale. Vi amo tutti #winnertaco pic.twitter.com/52f1FKlmAG
— Fabio Cagnetti (@slowriot81) 7 Febbraio 2014
Visto che si doveva sfruttare l’effetto nostalgia, la strategia di riproporre il Winner Taco UGUALE a quello sciaguratamente tolto dal mercato undici anni fa non può che essere vincente; tolto il fatto che per chi scrive parliamo del miglior gelato confezionato di ogni era, la suggestione funziona del tutto.
Addentando la croccante cialda scorrono le immagini delle maledette sconfitte coi francesi, dell’attesa del nuovo millennio e del bug che non è mai arrivato, della bolla del NASDAQ, della musica e dei topoi di quegli anni che ci arroghiamo di ammantare di mito, e che personalmente coincidono con quelli del liceo, ben prima che gli impegni dell’età adulta riducessero drasticamente il tasso di giovialità interiore.
Perché è questo, alla fine, il trucco: si anela sempre a quando si avevano quindici anni, all’età dell’innocenza. E complimenti ad Algida, che verrà inevitabilmente ripagata con una quantità rilevante di meritata pubblicità gratuita.
[Crediti | Link: Dissapore, Ninja Marketing, Facebook. Immagini: Instagram – Levipaulis, Lucalamesa, Ugo Pizzi, zatomas, marieclaireitalia]