Secondo i bookmakers ha la vittoria in tasca. E quest’anno, con la scelta della produzione di non registrare la finale qualche mese prima, la cosa ha il suo valore. Dopo Federico, parliamo di Almo Bibolotti l’incantatore, o il paraculo – se preferite – come ama definirlo Cracco.
Spirito meridionale, capello fluente, aria sorniona e sorriso dall’inconfondibile spaziatura tra gli incisivi.
Forse ride tanto perché pensa che riuscirà a fregare anche i giudici di Masterchef, dopo avercela fatta, in ordine, con i concorrenti del talent (anche se nell’ultima puntata se l’è vista brutta con il suo filetto in crosta allagato) e con il pubblico italiano.
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Con Bastianich pare già a buon punto, con Barbieri e soprattutto Cracco un po’ meno.
Ex carabiniere e agente assicurativo, interpreta alla perfezione il cliché di quello che impazzisce per le delicatessen. Tipo “datemi caviale, foie gras e tartufo che io cucino solo quelli”. Non che gli riesca troppo bene, però.
Infatti, per rendersi credibile deve indossare sempre un ampio foulard dai colori improbabili e occhiali fluo che fanno tanto cheap&chic. Per non parlare di quando si riempie la bocca di parole straniere, sfiorando vette inarrivabili quando discute di “bizniss” con l’imprenditore Bastianich, senza dubbio il suo giudice preferito, quello con cui “abbiamo tante cose in comune”.
Il suo atteggiamento è tipico dell’assicuratore affettato che ti convince ad aprire una pratica con la scusa del “Massì, che vuoi che siano venti euro al mese, una pizza e una birra, e sei a posto per la vita”. E intanto si frega le mani pensando alla provvigione che gli permetterà di farsi quella vacanzina alle Mauritius.
Almo ha innalzato il proprio status sociale con l’apertura di un Dog’s Hotel di lusso (sì, esistono). Peccato che nessuno gli ha spiegato che lusso e peli di cane non vanno tanto d’accordo. Quindi ha tentato la fortuna a Masterchef. Come dargli torto, dopo aver vissuto 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno in una struttura che ospita cinquanta cani?
Ci chiediamo se l’espressione appagata che ci ha rifilato in tutte le puntate derivi dalla sua pace interiore o piuttosto dalla consapevolezza di esser sfuggito per ben due mesi alla tortura di doversi alzare di notte quando i cagnolini piangono.
Anche se bisogna riconoscere che la sua attività è stata una delle virtù che l’hanno fatto entrare in gara. O almeno così ci hanno fatto credere. A Joe Bastianich è venuta la bavetta quando ha sentito parlare di Hotel per cani, pensando al suo Jack Russel Quattro: perché i cani ci piacciono tanto, ma quando ce ne possiamo liberare per un po’, è meglio.
Ci siamo anche chiesti come mai appaia sempre così calmo e a suo agio davanti alle telecamere. Risposta facile: per non farsi mancare niente e tenere aperte tutte le porte, Almo ha tentato pure la carriera di attore. Secondo cinemaitaliano.info il suo nome è associato a “Trappola d’autore” film girato nel 2009, in cui il nostro avrebbe recitato (udite, udite!) nel ruolo di “poliziotto in borghese”.
Domani, comunque, assisteremo alla sua interpretazione più importante, anche perché, se riuscirà a vincere i tanto agognati 100 mila euro in gettoni in oro, aprirà il ristorante Biborani di Torrebella accanto al suo Biborani Dog’s Hotel, dove i ricchi proprietari dei cagnetti potranno sperimentare una “cucina sana per palati esigenti”.
Ora che lo sappiamo, quanti di voi si augurano davvero che vinca Masterchef?
[Immagini: Sky, Led, Facebook]